Formaggio di fossa

formaggio stagionato italiano
Disambiguazione – Se stai cercando il formaggio DOP, vedi Formaggio di fossa di Sogliano.

Il formaggio di fossa è un formaggio ottenuto tramite fermentazione storicamente prodotto a Sogliano al Rubicone[1][2][3], Borghi[4], Roncofreddo, Sant'Agata Feltria[5], Mondaino[6][7], Talamello, Predappio[8].

Formaggio di fossa
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioniToscana
Romagna
Marche
Umbria
Dettagli
Categoriaformaggio
SettoreFormaggi

Il nome deriva dal processo di lavorazione che prevede un periodo di fermentazione anaerobica di alcuni mesi in una fossa appositamente preparata.

Storia modifica

Nel Medioevo, in Romagna come altrove, era comune utilizzare fosse ipogee per conservare cereali e altri alimenti, in particolre i formaggi. [9]

Alla fine del XIII secolo, a Sogliano è già documentato l'utilizzo di fosse scavate nella roccia arenaria esclusivamente per la fermentazione dei formaggi, e l'infossatura era un servizio pubblico sotto il controllo dei Malatesta[10].

Nei periodi primaverili ed estivi, c'era una grande produzione di formaggi, ed era necessario conservarli in vista dei lunghi inverni. L'infossatura garantiva che una volta estratti si conservassero fino alla primavera dell'anno successivo, oltre ad acquisire un sapore intenso e particolare[9].

Il periodo tradizionale di infossatura è agosto, con conseguente riapertura delle fosse a novembre. Tradizionalmente il giorno di Santa Caterina, il 25 Novembre, i produttori, ritirato il proprio prodotto, davano vita ad un mercato nel paese che poi, in tempi recenti, diede origine alla Sagra del Formaggio di Fossa di Sogliano[11].

Con identici procedimenti, il formaggio di fossa si produceva in diversi comuni collinari delle province di Forlì-Cesena e Rimini, nei quali la presenza di rocce tufacee consentiva l'utilizzo di fosse adatte a quel tipo di fermentazione. [7][8][12]

Produzione modifica

Tradizionalmente il formaggio destinato all'infossatura era prodotto un po' in tutte le aree della Romagna, di pianura, collina e montagna. Si trattava di forme del tipo bazzotto che venivano fatte asciugare a lungo (formaggio secco). Queste venivano poi trasportate nei centri di collina in cui si trovavano le apposite fosse. [12] Queste sono cavità di forma tronco-conica con un'unica apertura in alto, scavate nella roccia arenaria (localmente chiamata tufo per il caratteristico odore che emana)[9], le quali favoriscono la formazione di un microclima particolare con umidità e della temperatura costante, con l'innesco di una fermentazione anaerobica del formaggio, cambiandone la forma, il sapore e le caratteristiche bio-chimiche[3].

Inizialmente la fossa, dopo un periodo di riposo, va aperta, ossigenata e in seguito purificata col fuoco incendiando della paglia posta sul fondo. Ripulite le ceneri, si crea un'impalcatura di canne fissata alla parete che serve a sorreggere un'intercapedine di paglia. In seguito, si crea un tavolato in legno sopraelevato sul fondo[3].

I formaggi vengono racchiusi in sacchi di tela opportunamente legati e marchiati con un numero per contrassegnare ogni proprietario del sacco, e vengono depositati nella cavità fino al suo completo riempimento[3]. La fossa viene chiusa con un coperchio in legno sigillato utilizzando del gesso, e viene ricreato il selciato con sabbia e sassi.

La fossa rimane sigillata per tre mesi, e trascorso questo periodo di fermentazione il formaggio è pronto[3].

Nelle località collinari che si distinguono per la produzione del pecorino di fossa viene prodotto anche il pecorino di grotta, dalla preparazione simile ma distinta: quest'ultimo prevede una stagionatura, mentre il formaggio di fossa prevede una fermentazione anaerobica. Inoltre, anzichè utilizzare apposite fosse sigillate, si utilizzano grotte, tra cui gallerie naturali o miniere di zolfo (numerose nel cesenate e nel forlivese[13]) per stagionare le forme.[14]

Caratteristiche del prodotto e consumo modifica

Il formaggio di fossa può essere realizzato con latte vaccino, pecorino, misto (vaccino e ovino) o caprino (il quale non può essere certificato DOP). La forma è irregolare a causa dell'ammassamento nel periodo di fermentazione. La pasta interna è di consistenza semi dura, facilmente friabile, di un colore che va dal bianco ambrato al giallo paglierino[3].

In cucina oltre a essere consumato come alimento a sé, può essere usato nell'impasto dei passatelli e inserito nella pasta ripiena come cappelletti, spoja lorda, ravioli e tortelli.

Note modifica

  1. ^ bolognablog, Il formaggio di fossa di Sogliano DOP, su bologna blog, 11 settembre 2020. URL consultato il 14 agosto 2023.
  2. ^ (EN) Antiche Fosse F.lli Rossini a Sogliano al Rubicone - ilmangiaweb, su www.ilmangiaweb.it. URL consultato il 14 agosto 2023.
  3. ^ a b c d e f Disciplinare Formaggio di Fossa di Sogliano DOP (PDF), su regione.marche.it.
  4. ^ Home, su Fosse Gozzi. URL consultato il 10 gennaio 2024.
  5. ^ metegolose, Formaggio di Fossa DOP: caratteristiche e metodo di produzione, su Mete Golose, 4 marzo 2019. URL consultato il 13 aprile 2023.
  6. ^ Claudia Campagna, Formaggio di Fossa: prodotto tipico romagnolo, su Romagna a Tavola, 16 novembre 2020. URL consultato il 13 aprile 2023.
  7. ^ a b Simona, Mulino della Porta di Sotto: il Formaggio di Fossa di Mondaino, su Usa La Valigia, 12 febbraio 2022. URL consultato il 13 aprile 2023.
  8. ^ a b Formaggio, su Predappio Alta. URL consultato il 10 gennaio 2024.
  9. ^ a b c (IT) Annamaria Ciarallo e Barbara Vernia (a cura di), Conservare il cibo da Columella ad Artusi. I luoghi della conservazione, Felici Editore, 2009.
  10. ^ Il Formaggio di Fossa di Sogliano, su Ruminantia - Web Magazine del mondo dei Ruminanti. URL consultato il 14 agosto 2023.
  11. ^ Visit Sogliano al Rubicone - Fiera del Formaggio di Fossa di Sogliano DOP, su Visit Sogliano al Rubicone. URL consultato il 14 agosto 2023.
  12. ^ a b Graziano Pozzetto, C'era una volta il formaggio di Fossa. C'è ancora?, Panozzo, 2000.
  13. ^ Miniera di zolfo, FC, Cesena, via Formignano,, su bbcc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato l'11 febbraio 2024.
  14. ^ Formaggio, su Predappio Alta. URL consultato l'11 febbraio 2024.

Voci correlate modifica

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