Fozio (figliastro di Belisario)

militare bizantino, figliastro di Belisario

Fozio (in latino Fotius; ... – ...; fl. 535-578) è stato un militare bizantino, figliastro del generale Belisario.

Biografia modifica

Era figlio di Antonina, nato prima che la madre sposasse il generale Belisario. Grazie all'importanza del patrigno Belisario, grande generale che aveva riconquistato l'Africa e sottomessa quasi tutta l'Italia tra il 533 e il 540, Fozio riuscì ad ottenere entro il 541 il titolo di console onorario.[1] Fozio stesso accompagnò Belisario nella guerra di riconquista dell'Italia come soldato: è menzionato nella narrazione di Procopio durante la riconquista della Sicilia (535)[2], l'assedio di Napoli (536)[3] e l'assedio di Roma (537-538).[4] Durante l'assedio ostrogoto di Roma, Belisario inviò Fozio a prelevare papa Silverio e condurlo di fronte a lui; Belisario condannò il Santo Padre all'esilio con l'accusa di tradimento.[5] Poco tempo dopo, però, su insistenze della madre Antonina, Fozio fu allontanato dall'Italia e rinviato a Costantinopoli: secondo il libello di Procopio, perché Fozio intralciava la relazione amorosa adultera tra Antonina e Teodosio, figlioccio di Belisario.[6]

Nel 541 accompagnò il patrigno Belisario nella campagna contro la Persia e lì svelò a Belisario la relazione adultera della moglie; Belisario chiese a Fozio di vendicare il suo onore, e Fozio di conseguenza rapì l'amante di Antonina, Teodosio, a Efeso e lo tenne prigioniero in un luogo nascosto; Belisario e Fozio non avevano fatto però i conti con l'Imperatrice Teodora, amica intima di Antonina, che, venuta a conoscenza di ciò, torturò Fozio e lo costrinse a svelare dove avesse nascosto Teodosio; Teodosio fu così ritrovato e restituito ad Antonina, mentre Fozio venne rinchiuso nelle temibili prigioni di Teodora, da cui riuscì ad evadere dopo due tentativi falliti e tre anni di reclusione.[7]

Rifugiatosi a Gerusalemme, Fozio entrò in un monastero della Città Santa[8] Iniziò a rivestire un ruolo importante in ambito ecclesiastico durante il regno di Giustino II (565-578). Agli inizi del regno di Giustino II, infatti, l'imperatore affidò proprio a Fozio il compito di pacificare le Chiese di Alessandria ed Egitto.[9] Nel 571 si recò a Costantinopoli e deportò nel suo monastero a Gerusalemme un vescovo monofisita, Conone;[10] nel 572, Giustino II gli affidò il compito di sedare una rivolta di Ebrei e Samaritani in Siria; secondo le fonti, lo fece con molta crudeltà e avidità.[11] Vista l'ostilità dello storico ecclesiastico monofisita Giovanni da Efeso, Fozio potrebbe aver perseguitato i monofisiti, generando quindi l'ostilità di Giovanni da Efeso. Perì tra il 578 e il 582.

Note modifica

  1. ^ Procopio, Storia Segreta, 2.
  2. ^ Procopio, DBG, I,5.
  3. ^ Procopio, DBG, I,10.
  4. ^ Procopio, DBG, I,18.
  5. ^ Liberat., Breviarium, 22.
  6. ^ Procopio, Storia Segreta, 1.
  7. ^ Procopio, Storia Segreta, 3.
  8. ^ Teofane, AM 6058; Giovanni da Efeso, III,1.
  9. ^ Teofane, AM 6058.
  10. ^ Giovanni da Efeso, III,1 e III,5.
  11. ^ Giovanni da Efeso, III,1.

Bibliografia modifica

  • Procopio, La Guerra Gotica (DBG)
  • Procopio, Storia Segreta
  • Giovanni da Efeso, Storia Ecclesiastica
  • Teofane Confessore, Cronaca
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