Francesco Gonzaga (1444-1483)

(1444-1483) Cardinale della Chiesa Cattolica, Vescovo di Bressanone e Amministratore Apostolico di Mantova e Bologna

Francesco Gonzaga (Mantova, 15 marzo 1444Bologna, 21 ottobre 1483) è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano.

Francesco Gonzaga
Ritratto di Francesco Gonzaga nella Camera degli Sposi in un affresco del Mantegna.
Signore di San Martino dall'Argine
Stemma
Stemma
In carica14781483
NascitaMantova, 15 marzo 1444
MorteBologna, 21 ottobre 1483 (39 anni)
SepolturaChiesa di San Francesco
Luogo di sepolturaMantova
DinastiaGonzaga
PadreLudovico II Gonzaga
MadreBarbara di Brandeburgo
ReligioneCattolicesimo
Francesco Gonzaga
cardinale di Santa Romana Chiesa
Anonimo, Ritratto di Francesco Gonzaga, Kunsthistorisches Museum, Vienna.
 
Incarichi ricoperti
 
Nato15 marzo 1444 a Mantova
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo12 agosto 1464 da papa Pio II
Consacrato vescovoin data sconosciuta
Creato cardinale18 dicembre 1461 da papa Pio II
Deceduto21 ottobre 1483 (39 anni) a Bologna
 

Biografia modifica

I primi anni modifica

Francesco Gonzaga era figlio di Ludovico II Gonzaga, marchese di Mantova, e di sua moglie Barbara di Brandeburgo.

Dopo aver compiuti gli studi a Padova, passò all'Università di Pisa ove si laureò per poi essere nominato dal febbraio del 1454 alla carica di protonotario apostolico. Procuratore della chiesa di Mantova, durante gli anni giovanili condusse una vita ampiamente laicale malgrado avesse ormai intrapreso chiaramente la carriera ecclesiastica. Nel 1477 da una certa Barbara[1] ebbe un figlio naturale, Francesco (†1511), detto "il Cardinalino".

La nomina a cardinale modifica

 
Andrea Mantegna, probabile ritratto di Francesco Gonzaga, 1461.

Venne nominato cardinale a diciassette anni da Pio II su pressione del cugino, il principe elettore Alberto III di Brandeburgo, dopo gli otto mesi di soggiorno del pontefice a Mantova in occasione della Concilio tenutosi in quella città. L'incontro tra il padre il marchese Ludovico e il neo cardinale recantesi nella città natale per l'incoronazione a cardinale, fu immortalato in una delle più note opere pittoriche del rinascimento italiano: gli affreschi di Andrea Mantegna della Camera degli Sposi. Francesco fu il primo tra i dieci Gonzaga a essere nominato cardinale e gli fu assegnata la chiesa romana di Santa Maria Nuova[2].

Nominato vescovo di Bressanone nel 1464, prese parte al conclave che in quello stesso anno elesse papa Paolo II, al quale egli offrì personalmente uno splendido banchetto il 16 settembre in occasione della presa di possesso del soglio pontificio. Nominato amministratore della diocesi di Mantova il 20 agosto 1466, occupò tale posto sino alla propria morte[3].

Prese parte quindi ai concistori segreti del 7 gennaio 1467 e 30 giugno 1470. Nel concistorio celebrato a San Marco il 18 febbraio 1471 il pontefice lo nominò legato a latere a Bologna e contemporaneamente venne nominato commissario apostolico per gli stati paterni, con la facoltà di smuovere la propria diocesi a favore di una crociata contro i turchi che però non si compì mai in quell'epoca. Presa ormai residenza a Roma, durante la propria permanenza accolse col cardinale Marco Barbo il nuovo duca di Ferrara, Borso d'Este. Lasciò quindi Roma per Bologna il 5 luglio 1471 giungendo in Emilia il 21 luglio successivo. Fece poi ritorno a Roma il 4 agosto di quello stesso anno per prendere parte al conclave del 1464 che elesse il pontefice Paolo II. La sua legazione a Bologna gli venne confermata dal nuovo papa Sisto IV e ricevette in commenda anche l'abbazia di San Gregorio presso Mantova, rinunciando il 18 marzo 1472 a quella di San Tommaso Maggiore presso Verona. Durante la sua permanenza a Bologna, il 2 maggio 1472, ricevette nel proprio palazzo il cardinale Giovanni Bessarione che si trovava di passaggio verso la Francia ove si recava a negoziare l pace tra il re francese e il duca di Borgogna.

Nominato amministratore della sede metropolitana di Lund[4], occupò tale incarico sino al 1474 e si preoccupò di offrire a Bologna un banchetto per l'ambasciata francese inviata da Luigi XI di Francia presso papa Sisto IV. Nel 1472 ottenne la commenda del monastero di Sant'Andrea[5] a Mantova per poi fare ritorno a Roma dal 24 novembre 1473. Nell'aprile del 1474 venne incaricato di ricevere a Roma con i dovuti onori il re Cristiano I di Danimarca e Norvegia presso la corte pontificia. Per ricompensarlo degli ottimi servigi svolti, il pontefice nel 1475 gli concesse in commendam la diaconia di Sant'Agata dei Goti.

 
Mantova, chiesa di San Francesco, luogo di sepoltura del cardinale Francesco Gonzaga

Fuggì da Roma il 10 giugno 1476 per lo scoppio della peste col seguito della corte pontificia e finalmente, il 26 luglio 1476 venne nominato amministratore della sede episcopale di Bologna.[6] Qui accolse sotto la sua protezione il poeta romano Paolo Emilio Boccabella[7], con l'intenzione di farne il suo segretario.

Nel 1477 si trovava ancora a Roma e prese possesso effettivo della propria arcidiocesi solo il 18 luglio 1478, dimettendosi nel contempo dalla carica di abate commendatario del monastero di San Dionigi di Milano (18 gennaio).

Nel gennaio 1479 fu a Ferrara per ragioni non chiare. Il cronista Bernardino Zambotti, che lo vide, così entusiasticamente lo descrive:[8]

«E nota ch'el dicto cardinale hè uno homo beletissimo, de anni 50 o lì circha, homo de gran statura, corpo robustissimo, de occhi eminenti, de aspecto venerando, de una facia da Imperatore, de uno pecto da coraza; la presentia et aspecto suo hè de tanta venustade e gravitade quanto may persona vidi, da maravilgiarsene ogni persona, liberalissimo, magnanimo, vertuoso, clementissimo»

Ristabilì l'ordine a Bologna a seguito di alcuni moti anti-papisti scoppiati il 20 marzo 1479 e rinunciò anche alla commenda del monastero di Santa Maria alla Gironda presso Bozzolo il 18 giugno di quell'anno, passandola a suo fratello Ludovico. Il 28 dicembre 1480 fece ritorno a Roma dalla sua legazione e venne nuovamente nominato legato a latere a Bologna il 15 dicembre 1482, ma decise prima di recarsi a Ferrara per incoraggiare gli abitanti della città a combattere contro Venezia, guadagnandosi la reputazione di grande oratore e principe della chiesa, ma generoso coi poveri e profondamente devoto alla Madonna.

Dal 1479 al 1480 accolse presso la sua corte di Mantova Angelo Poliziano, dove il letterato scrisse la Fabula di Orfeo. Come altri componenti della famiglia[9], collezionò reperti antichi tra cui una parte dei tesori appartenenti a papa Paolo II, collezionista di gemme[10].

Andrea Mantegna oltre che raffigurarlo nella Camera degli Sposi, gli dedicò un ritratto. Morì il 21 ottobre 1483 presso il Palazzo della Signoria a Bologna a causa di un'intossicazione. Nel documento originale che ne attestava la morte si legge che la causa del decesso fu per disordini; percioché bevendo l'acqua della Porretta non servò la guardia conveniente.[11] Il suo corpo venne trasportato a Mantova e sepolto nel mausoleo di famiglia presso la chiesa di San Francesco[12]. L'orazione funebre venne tenuta da Giovanni Lucido Cataneo.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco I Gonzaga Ludovico II Gonzaga  
 
Alda d'Este  
Gianfrancesco Gonzaga  
Margherita Malatesta Galeotto I Malatesta  
 
Gentile da Varano  
Ludovico II Gonzaga  
Malatesta IV Malatesta Pandolfo II Malatesta  
 
Paola Orsini  
Paola Malatesta  
Elisabetta da Varano Rodolfo II Da Varano  
 
Camilla Chiavelli  
Francesco Gonzaga  
Federico I di Brandeburgo Federico V di Norimberga  
 
Elisabetta di Meißen  
Giovanni l'Alchimista  
Elisabetta di Baviera-Landshut Federico di Baviera-Landshut  
 
Maddalena Visconti  
Barbara di Brandeburgo  
Rodolfo III di Sassonia-Wittenberg Venceslao I di Sassonia-Wittenberg  
 
Cecilia da Carrara  
Barbara di Sassonia-Wittenberg  
Barbara di Legnica Rupert I di Legnica  
 
Edvige di Sagan  
 

Stemma modifica

Immagine Blasonatura
Francesco Gonzaga
Cardinale

D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato; sul tutto, inquartato: nel primo e nel quarto di rosso al leone dalla coda doppia d'argento, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso; nel secondo e nel terzo fasciato d'oro e di nero (Gonzaga di Mantova). Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5.

Note modifica

  1. ^ Gabriella Mantovani, Il castello di Castel d'Ario, Mantova, 2012.
  2. ^ Il titolo cardinalizio di Santa Maria Nuova fu soppresso l'8 agosto 1661 da papa Alessandro VII, che lo trasferì alla nuova chiesa di Santa Maria della Scala.
  3. ^ Diocese of Bolzano–Bressanone, Italy
  4. ^ I Gonzaga e l'Impero.
  5. ^ La camera in luce di Giovanni Pasetti e Gianna Pinotti.
  6. ^ Copia archiviata, su bologna.chiesacattolica.it. URL consultato l'11 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2009).
  7. ^ Renata Salvarani, I Gonzaga e i papi. Roma e le corti padane fra Umanesimo e Rinascimento (1418-1620), Roma, 2014.
  8. ^ Bernardino Zambotti, Diario Ferrarese dall'anno 1476 sino al 1504, in Giuseppe Pardi (a cura di), Rerum italicarum scriptores, p. 58.
  9. ^ Francesco Rapaccioni, Il cammeo Gonzaga. Arti preziose alla corte di Mantova, su teatro.org, maggio 2018. URL consultato il 23 settembre 2020 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2012).
  10. ^ Il Cammeo Gonzaga
  11. ^ L'acqua solforosa delle Terme di Porretta produceva un importante effetto curativo per i problemi alla pelle di cui probabilmente il cardinale soffriva, ma andava bevuta con cautela proprio a causa dei minerali che conteneva
  12. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia, 1846.

Bibliografia modifica

  • Gabriella Mantovani, Il castello di Castel d'Ario, Mantova, 2012.
  • Renata Salvarani, I Gonzaga e i papi. Roma e le corti padane fra Umanesimo e Rinascimento (1418-1620), Roma, 2014.
  • Charlotte Zweynert, Ausgleichende Verfügungen, verbindende Gegenstände, konkurrierende Interessen. Das Testament des zweitgeborenen Francesco Gonzaga aus dem Jahr 1483, in: Christine Fertig, Margareth Lanzinger (Hg.), Beziehungen, Vernetzungen, Konflikte. Perspektiven Historischer Verwandtschaftsforschung, Köln, Weimar, Wien 2016, S. 37–65.

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