Francesco Saverio De Rogati

poeta, grecista e giudice italiano

Francesco Saverio De Rogati (Bagnoli Irpino, 9 gennaio 1745Napoli, 9 agosto 1827) è stato un giurista, librettista e traduttore italiano.

Biografia modifica

Studiò a Napoli. A Roma si distinse tra gli accademici dell'Arcadia con lo pseudonimo Argisto Genesio. Di ritorno a Napoli acquistò fama nel foro e re Ferdinando IV lo nominò successivamente procuratore fiscale della suprema giunta della Posta, ispettore della cassa sacra, uditore appellato caporuota de' tribunali di Calabria, intendente di Catanzaro, consigliere della Suprema Corte di Giustizia e capo della commissione incaricata alla stesura del nuovo codice penale.[1]

Allievo di Saverio Mattei, letterato ed epigono di Metastasio, fu autore di melodrammi (Armida abbandonata, messo in musica da Niccolò Jommelli)[2] e di traduzioni da Anacreonte e Saffo, che all'epoca ebbero una certa fama.[3]

Opere modifica

(elenco parziale)

  • Poesie varie, a cura di Tommaso De Rogati, Napoli, 1842. (raccolta postuma)

Note modifica

  1. ^ Camillo Minieri Riccio, «ROGATI (Francesco Saverio de)», in Memorie storiche degli scrittori nati nel regno di Napoli, Napoli, Tip. dell'Aquila di V. Puzziello, 1844, p. 300.
  2. ^ Paolo Isotta, La virtù dell'elefante: La musica, i libri, gli amici e San Gennaro, Venezia, Marsilio, 2014, p. 229.
  3. ^ Giulio Natali, Il Settecento, in Storia letteraria d'Italia, II, Milano, Vallardi, 1973, pp. 75, 156.

Bibliografia modifica

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