Francesco de' Cavalcanti

criminale italiano

Francesco de' Cavalcanti (... – Gaville, ...; fl. XIII secolo), vissuto nel XIII secolo, è uno dei cinque ladri fiorentini citati nella Divina Commedia da Dante, nella settima bolgia dell'Inferno dedicata ai fraudolenti che si macchiarono di furto (Inf. XXV).

Personaggio letterario modifica

Nel brano in questione Dante è completamente concentrato sulla descrizione delle metamorfosi tra dannati e serpenti, per cui le notizie biografiche sui vari personaggi sono completamente assenti, così come accenni alle loro colpe che li avrebbero dannati all'Inferno.

L'ultima parte del Canto XXV è interamente dedicata alla trasformazione duplice tra un uomo e un serpente. L'uomo è un tale Buoso, che diventerà rettile, mentre il serpente-ramarro è "quel che tu, Gaville, piagni".

I commentatori antichi hanno indicato, sebbene non senza incertezze, queste due figure come Buoso Donati e Francesco de' Cavalcanti detto il Guercio (ma forse era una storpiatura di Guccio o Guelfo).

Egli sarebbe stato assassinato dagli abitanti di Gaville, un paesino nei dintorni di Firenze, oggi frazione, ma non si sa per quale motivo (furti ripetuti?). Dopo l'accaduto i consorti di Francesco si vendicarono duramente sulla città, con omicidi e distruzioni di case, per questo potrebbe spiegarsi l'accenno al pianto continuato della cittadina.

Bibliografia modifica

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