Fucile borbonico da fanteria modello Mongiana

Il Fucile borbonico da fanteria modello Mongiana o semplicemente Fucile Mongiana è stato un fucile prodotto nel XIX secolo nelle Reali ferriere ed Officine di Mongiana nell'omonimo paese del vibonese su un'idea del direttore Michele Carascosa[1] ed usato dall'Esercito delle Due Sicilie[2].

Fucile borbonico da fanteria modello Mongiana
Particolare del fucile
Il fucile al MUFAR di Mongiana

La maggior parte dei fucili giunti fino a noi riporta sul calcio la sigla "15R" che significa come i fucili fossero in dotazione ai carabinieri (reparti armati con carabina o fucile rigato) del 15º reggimento di Fanteria di Linea Messapia, uno solo reca la sigla "1R": "Primo Reggimento Re", "6F": fante della sesta fila e "93", 93º fante della 6ª fila[2].

Descrizione modifica

Il Fucile Mongiana era un unico modello a percussione con canna da 40 pollici[2] simile al modello 1842 dell'esercito francese rispetto al quale è più lungo di 45 mm, il movimento di alzatura è trasmesso direttamente e le finiture sono d'ottone ad esclusione della controcartella rettangolare. Tra le somiglianze da notare che l'acciarino a "molla indietro" è privo di tirantino e su di esso solitamente viene inciso l'anno di costruzione (altrimenti sul focone) mentre il marchio di fabbrica all'esterno di esso, il cane di percussione sul luminello è dritto[2]. Sul calcio vengono riportate le "coordinate" del soldato che lo usa: la sigla del reggimento, il numero della fila ed il numero di posizione.

Esisterebbe anche una carabina con canna da 32 pollici[2].

Storia modifica

Il primo modello del fucile venne prodotto nel 1850 dalla "Fabbrica delle Canne" lungo il fiume Ninfo (nell'omonima e attuale frazione di Serra San Bruno) dove già dal 1813 venivano prodotti fucili semilavorati[2]. Dal 1852 al 1860 la produzione avverrà nella nuova Fabbrica d'armi di Mongiana in quanto la precedente Fabbrica alla fine del 1850 venne distrutta da una alluvione[2]. In quel periodo risiedevano diverse maestranze francesi che in contatto con la Fabbrica d'armi di Saint-Étienne avevano influito sulla costruzione del modello[2]. Fino al 1858 i fucili erano a canna liscia e solo dopo verranno prodotti a canna rigata e con alzo a cursore[2]. La rigatura veniva eseguita spedendo le canne alla Manifattura di Gioacchinopoli a Torre Annunziata che possedeva il macchinario adatto[2]. Nella seconda metà del 1860 a causa della guerra la produzione del fucile fu raddoppiata, portandola a dodici fucili, baionette e sciabole al giorno[2]. Dopo l'Unità d'Italia la fabbrica d'armi smise di produrre questo modello in favore del "moschetto nazionale"[2].

Dal 1975 i fucili "Mongiana" sono stati catalogati e denominati con l'attuale nome ad opera di Silvio Cimino e Arrigoni[2].

Caratteristiche tecniche modifica

  • Calibro 17,5 mm
  • Lunghezza totale: 1474 mm
  • Lunghezza della canna: 1083 mm
  • Sporgenza della canna dal bocchino: 68 mm
  • Rigatura a quattro solchi con passo 1,83 e profondità alla bocca di 0,188 mm
  • Peso 4,5 kg
  • Acciarino di tipo a "molla indietro"
  • Piastra con mollone ad azione diretta sulla noce del cane
  • Cane di tipo francese
  • mirino in acciaio saldato sulla volata
  • tacca di mira sull'alzo, a ritto e cursore tarato da 200 a 700 metri
  • attacco per baionetta a ghiera
  • grilletto avvitato tra due alette dello scudo
  • finiture in ottone

Fucili modifica

  • Fucile con dicitura R. M. di Mongiana del 1851[3][2]
  • Fucile con dicitura Ma. Re. di Mongiana (dal 1852 al 1859)[3][2]
  • Fucile con dicitura Mongiana 1860 del 1860[2]

Note modifica

  1. ^ Fu direttore tra il 1811 ed il 1814 durante il periodo napoleonico
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p De Stefano Manno 2008.
  3. ^ a b Real Manifattura di Mongiana

Bibliografia modifica

  • Brunello De Stefano Manno, Le reali ferriere ed officine di Mongiana, Soveria Mannelli, Città Calabria Edizioni, 2008.

Voci correlate modifica

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