L'espressione lombarda "Gamba de legn" (in italiano "Gamba di legno") veniva usata nel milanese fra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento per indicare le locomotive a vapore utilizzate nelle prime linee tranviarie interurbane che applicavano la trazione meccanica in luogo di quella equina.[1] Per estensione, il termine viene impiegato anche per indicare le stesse linee interurbane.

Un "gamba de legn" a Crema

Storia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Rete tranviaria interurbana di Milano.

Le prime linee ad essere servite da questo genere di convogli furono la Milano-Vaprio, inaugurata nel 1878, la Milano-Saronno-Tradate, la cui trazione inizialmente fu animale per poi essere trasformata in quella meccanica durante il medesimo anno, e la Milano-Magenta/Castano Primo, aperta tra il 1879 e il 1880. Negli anni seguenti il sistema si diffuse in tutta Lombardia e nel resto d'Italia. Per quanto riguarda la città di Milano furono aperte negli anni immediatamente successivi la Milano-Vimercate, la Milano-Pavia, la Milano-Lodi, la Milano-Gallarate, la Milano-Giussano/Carate Brianza e diverse altre linee aventi come capolinea Lodi e Monza.[2] Alla fine del XIX secolo più di 150 gamba de legn erano impiegati per collegare il capoluogo lombardo con i centri circostanti.[3] E per qualche decennio, fino all'avvento della trazione elettrica sulle tranvie e delle autolinee, il gamba de legn divenne uno dei simboli della provincia milanese.

L'ultima tranvia interurbana a vapore della città ambrosiana fu la Milano-Magenta/Castano Primo, nel corso del tempo ridotta al solo tronco Milano–Vittuone, la cui ultima corsa fu effettuata il 31 agosto 1957. A livello provinciale, l'ultima linea, tuttavia, fu la Monza–Trezzo–Bergamo, che rimase in funzione fino al 28 giugno 1958.[4][5] I convogli che viaggiarono su questa linea presero anche il diverso appellativo di Sgich.[6]
Una locomotiva usata sulla Milano – Magenta/Castano Primo è esposta al Museo Leonardo da Vinci di Milano.[7] È un modello prodotto dalla casa tedesca Henschel; un'altra locomotiva, sempre di proprietà del Museo Leonardo da Vinci, è esposta sulla via principale di Settimo Milanese, grosso modo dove si trovava la fermata di "Cascine Olona" di una del Gamba de Legn.[8]

 
Il "Gamba de legn" al Museo Leonardo da Vinci

Origine del termine modifica

L'origine del nomignolo "Gamba de legn" è incerta; alcune fonti lo attribuiscono all'andatura oscillante ("zoppicante") del tram, oltre al fatto che uno dei primi operai che azionava gli scambi manuali in città avesse una gamba di legno.[9] Al tempo in cui non era ancora munito di freno continuo, il regolamento prevedeva che un cantoniere, durante l'attraversamento di un paese, dovesse precedere a piedi il tram munito di bandiera rossa e trombetta per segnalare l'eventuale pericolo. A quei tempi non si prevedeva l'assunzione di invalidi per cui è verosimile che l'appellativo "Gamba de legn" sia dovuto all'incedere lento e sgangherato, al suo serpeggiare e al cattivo stato della linea accidentata e in promiscuità con la strada.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Giovanni Cornolò, Fuori porta in tram. Le Tranvie extraurbane milanesi 1876-1980, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1980, ISBN non esistente, SBN IT\ICCU\SBL\0312057.
  • Marco Faragli e Angelo Marchesi (a cura di), prefazione di Enrico Brambilla, introduzioni di Giovanni Cornolo e Pasquale Valtolina, Gamba de legn e altri tramway : i trasporti pubblici a Vimercate dal 1880, Bellavite, Missaglia (LC) 1999, ISBN 88-86832-45-1
  • Albano Marcarini, Nascita e sviluppo delle linee tramviarie extraurbane in Lombardia. 1876-1918, in Storia urbana, vol. 7, 1979, pp. 3-46.
  • Francesco Ogliari, Milano in tram. Storia del trasporto pubblico milanese, Milano, Hoepli, 2006. ISBN 9788820337193.
  • Paolo Zanin, Monza e i suoi tram. Storia dei collegamenti tranviari da Monza a Milano e alla Brianza, 2ª ed., Firenze, Phasar, 2009. ISBN 9788863580280.
  • Mario Moretti da: "La Padania" 2004 - "I Treni"n.171 - "Quaderni del Ticino" - "Pavia in Tasca"

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