Gambetto di donna

apertura di scacchi

Il gambetto di donna è l'apertura del gioco degli scacchi definita dalle mosse

  1. d4 d5
  2. c4
Gambetto di donna
abcdefgh
8
a8 torre del nero
b8 cavallo del nero
c8 alfiere del nero
d8 donna del nero
e8 re del nero
f8 alfiere del nero
g8 cavallo del nero
h8 torre del nero
a7 pedone del nero
b7 pedone del nero
c7 pedone del nero
e7 pedone del nero
f7 pedone del nero
g7 pedone del nero
h7 pedone del nero
d5 pedone del nero
c4 pedone del bianco
d4 pedone del bianco
a2 pedone del bianco
b2 pedone del bianco
e2 pedone del bianco
f2 pedone del bianco
g2 pedone del bianco
h2 pedone del bianco
a1 torre del bianco
b1 cavallo del bianco
c1 alfiere del bianco
d1 donna del bianco
e1 re del bianco
f1 alfiere del bianco
g1 cavallo del bianco
h1 torre del bianco
8
77
66
55
44
33
22
11
abcdefgh
Mosse1.d4 d5
2.c4
Codice ECOD06-D69
Evoluzione diApertura di gioco chiuso

Storia modifica

Il gambetto di donna è una delle aperture più antiche che si conoscano: si sa che Lucena ne parlò in un suo scritto del 1497 ed è già nominata in un manoscritto precedente, conservato a Gottinga.

Durante il primo periodo degli scacchi moderni, le aperture di donna non erano di moda, e il gambetto non divenne popolare finché non fu giocato nel 1873 a un torneo a Vienna. La sua popolarità crebbe molto in seguito alle teorie di Steinitz e Tarrasch sul gioco posizionale.

Il picco di popolarità si ebbe negli anni venti e trenta del XX secolo, e fu giocato in 32 su 34 partite al Campionato del mondo di scacchi del 1934. Da quella volta il giocatore nero ha usato via via più raramente le aperture simmetriche (come sarebbero 1.d4 d5 o 1.e4 e5) tendendo a preferire le difese indiane.

Il gambetto di donna è ancora giocato frequentemente e rimane parte del repertorio di molti grandi maestri: a livello di Campionato del mondo il gambetto di donna rifiutato è stato ad esempio giocato durante il Mondiale 2013, tra Magnus Carlsen e Viswanathan Anand,[1] e in quello 2016, tra Sergej Karjakin e Magnus Carlsen,[2] mentre il gambetto di donna accettato lo è stato nel 3º turno del femminile Knockout del 2017, tra Dronavalli Harika e Sopiko Guramishvili.[3]

Analisi modifica

Con 2.c4, il Bianco minaccia di scambiare un pedone d'ala (il pedone c) con un pedone centrale (il pedone d nero) e di dominare il centro con e2-e4. Il tratto c4 non può essere considerato un vero gambetto in quanto il Nero non può pensare di mantenere il vantaggio di un pedone.

Una delle trappole in apertura è: 1.d4 d5 2.c4 dxc4 3.e3 b5? (il Nero tenta di tenere il pedone mentre dovrebbe svilupparsi con, per esempio, 3...e5!) 4.a4 c6? 5.axb5 cxb5?? 6.Df3! e il Bianco vince un pezzo sul lato di donna nero.

Il gambetto di donna è diviso in due categorie principali basate sulla risposta del Nero: il gambetto di donna accettato e il gambetto di donna rifiutato. Nel primo il Nero gioca 2…dxc4, lasciando temporaneamente il centro, nel secondo il Nero mantiene il suo pedone d5. Spesso il Nero sarà limitato nei movimenti dei suoi pezzi, e potrà svilupparsi più liberamente dopo le spinte di pedone c5 o e5.

Continuazioni modifica

Tecnicamente, ogni risposta del nero diversa da 2…dxc4 è considerata un gambetto di donna rifiutato, ma le difese slava, Čigorin e il controgambetto Albin sono trattate a parte. La partita ortodossa e la difesa Tarrasch sono due linee importanti.

Dopo 1.d4 d5 2.c4 si possono avere:

Se il Bianco decide di fianchettare l'alfiere di re, il gioco rientra nella partita catalana.

La difesa Marshall, tra quelle elencate, è la più debole per il Nero. Marshall la giocò solo per un periodo negli anni venti del Novecento prima di abbandonarla.

Note modifica

  1. ^ (EN) Magnus Carlsen vs Viswanathan Anand - "Norwegian Wood", su chessgames.com. URL consultato il 22 novembre 2020.
  2. ^ (EN) Sergey Karjakin vs Magnus Carlsen - Carlsen - Karjakin World Championship Match (2016), su chessgames.com. URL consultato il 22 novembre 2020.
  3. ^ (EN) Dronavalli Harika vs Sopiko Guramishvili - Women's World Championship Knockout Tournament (2017), su chessgames.com. URL consultato il 22 novembre 2020.
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