Gaston Tissandier (Parigi, 21 novembre 1843Parigi, 30 agosto 1899) è stato un chimico, aviatore e editore francese.

Gaston Tissandier

Biografia modifica

 
Partenza del dirigibile elettrico di Gaston e Albert Tissandier l'8 ottobre 1883 a Auteuil.

Nel settembre 1870, durante la guerra franco-prussiana, riuscì a lasciare Parigi assediata in mongolfiera.

Il suo viaggio aereo più avventuroso ebbe luogo vicino a Parigi nell'aprile del 1875. Lui e i compagni Joseph Crocé-Spinelli, giornalista, e Théodore Henri Sivel, ufficiale di marina, furono in grado di raggiungere con l'aerostato Zénith l'altitudine, inaudita a quei tempi, di 8.600 metri.[1] Entrambi i suoi compagni morirono per anossia. Tissandier sopravvisse, ma divenne sordo.

Fondò e curò la rivista scientifica La Nature e scrisse diversi libri di divulgazione scientifica. Fra le sue opere si ricordano: Histoire de mes ascensions (1878); Récréations scientifiques (1880); Navigation aérienne (1885); Histoire des ballons et des aéronautes célèbres (1887).

Suo fratello era l'illustratore Albert Tissandier e suo figlio Paul divenne un famoso aviatore.

Nel 1881, all'Exposition internationale d'Électricité, Gaston e Albert Tissandier presentarono il primo modello in scala funzionante di dirigibile elettrico.[2] Incoraggiati dal risultato, misero a punto il primo dirigibile a propulsione elettrica, che effettuò il volo d'esordio l'8 ottobre 1883 (come apparato motore i Tissandier impiegarono una dinamo elettrica tipo Siemens, che funzionando come motore forniva la potenza di un cavallo e mezzo, e metteva in movimento un'elica a due palette elicoidali).[3][4] Un secondo test venne eseguito il 26 settembre 1884.[5]

Opere principali modifica

  • Eléments de Chimie (1870)
  • L'Eau (1867)
  • La Houille (1886)
  • Histoire de mes ascensions récit de quarante voyages aériens (1868-1886) (1887; edizione tedesca 1872)
  • En ballon! Pendant le siège de Paris. Souvenirs d'un aéronaute (1871)
  • Les Merveilles de la photographie (1874)
  • Histoire de la gravure typographique (1875)
  • Simples notions sur les ballons (1876)
  • A history and handbook of photography (La photographie, 1873)
  • Le Grand Ballon captif à vapeur de M. Henry Giffard (1879)
  • Les Martyrs de la science (1879)
  • Observations météorologiques en ballon. Résumé de 25 ascensions aérostatiques (1879)
  • Les ballons dirigeables: Application de l'électricité à la navigation aerienne; [Ouvrage accompagné de 35 fig. et de 4 pl. hors texte] (1885)
  • La photographie en ballon, avec une table (1886)
  • Histoire des ballons et des aéronautes célèbres (1890)
  • La Tour Eiffel de 300 mètres: description du monument, sa construction, ses organes mécaniques, son but et son utilité. Avec une lettre autographie de G. Eiffel (1889)
  • Bibliographie aéronautique: Catalogue de livres d'histoire, de science, de voyages et de fantaisie, traitant de la navigation aérienne ou des aérostats (1887)

Note modifica

  1. ^ View of journalist Joseph Crocé-Spinelli, naval officer Henri Sivel, and Gaston Tissandier in the basket of the balloon, "Zénith," ..., su Library of Congress, Library of Congress. URL consultato il 15 aprile 2015.
  2. ^ Alberto Mondini, La gloriosa parabola del dirigibile - parte I, in Rivista aeronautica, vol. 40, Ministero dell'aeronautica, 1964, p. 265.
    «Il primo dirigibile a motore elettrico fu quello dei fratelli Gaston e Albert Tissandier: all'Esposizione del 1881 i due fratelli avevano presentato un piccolo modello di dirigibile elettrico, che nella grande navata del Palazzo dell'Industria aveva stupito i visitatori, girando a suo agio alla velocità di tre metri al secondo.»
  3. ^ Paolo Magionami, Quei temerari sulle macchine volanti: Piccola storia del volo e dei suoi avventurosi interpreti, Springer Science & Business Media, 2010, pp. 203-4. URL consultato il 23 luglio 2019.
  4. ^ Alberto Mondini, La gloriosa parabola del dirigibile - parte I, in Rivista aeronautica, vol. 40, Ministero dell'aeronautica, 1964, p. 265.
  5. ^ The Tissandier airship 'La France', 1883., su scienceandsociety.co.uk. URL consultato il 1º giugno 2009.

Bibliografia modifica

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Collegamenti esterni modifica

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