Ger toshav (in ebraico גר תושב?) era un'espressione composta dalle due parole ebraiche ger (lett. "straniero" o "privo della cittadinanza locale") e (toshav lett. "residente"), per indicare un gentile, vale a dire un individuo di origine non ebraica, che viveva nella Terra d'Israele[1], accettando di osservare le Sette Leggi di Noè, un sistema normativo del Talmud dettato da Dio per i "figli di Noè", che sono identificati con l'intero genere umano sopravvissuto al diluvio.

I ger toshav formavano una comunità di cittadini con un minore numero di diritti, ma che potevano raggiungere una sostanziale eguaglianza dal punto di vista civile con la comunità ebraica autoctona, pur non convertendosi alla religione giudaica.[2] I casi in cui ai ger toshav era lecito lavorare per un Ebreo durante il giorno sacro erano molto più restrittivi di quelli ammessi per un Gentile del tutto estraneo agli obblighi della legge ebraica.[3]

Definizione modifica

Un ger toshav è un gentile che accetta l'autorità della Torah e dei rabbini, oltre all'applicazione dei diritti e degli obblighi sanciti dalle leggi speciali per i Gentili. L'espressione ger toshav può essere usato in senso formale o informale.

Definizione formale

In senso formale, un ger toshav è un gentile che accetta ufficialmente le Sette Leggi di Noè come vincolanti per sé stesso, alla presenza di una corte ebraica rabbinica chiamata beth fr. Esistono inoltre due scuole di pensiero minoritarie in merito agli impegni assunti dal geder toshav per effetto del suo giuramento pubblico di fedeltà (in Avodah Zarah, 64b)[4][5]:

  1. astenersi da pratiche idolatriche di qualsiasi genere (dettagliate in Esodo 20:2–4[6], Deuteronomio 5: 6–8[7])[1];
  2. praticare i 613 comandamenti[1] per i quali l'autorità rabbinica è il giudice naturale precostituito per legge, ad unica eccezione del divieto di mangiare animali kosher uccisi con metodi diversi da quello della macellazione rituale, o possibilmente[4] anche di qualsiasi inosservanza punibile con la Kareth.<vbr />

La maggioranza degli studiosi è concorde nel fatto che il ger toshav giurasse fedeltà alle Sette Leggi di Noè di fronte alla presenza di una corte rabbinica composta da almeno tre[1][4] Giudici d'Israele. A seguito di tale sottomissione all'autorità della legge, che era impersonata dal rabbino, il ger toshav riceveva in cambio la garanzia di alcuni diritti e privilegi legali da parte della comunità locale, i quali modificavano in meius la direzione e il verso del rapporto ebreo-gentile, che acquisiva il diritto ad essere aiutato in caso di necessità (economica o militare[senza fonte]).

Definizione implicita

In senso informale, un ger toshav era chi che accettava di fatto le Leggi di Noè, ma in assenza di un giuramento pubblico testimoniale, ovvero, in alternativa, che rifiutava semplicemente l'idolatria, caso sollevato in particolare per quanto riguarda i musulmani.[4] Un gentile che accettava i Sette Mitzvot, prima di completare il percorso di conversione come Beth Din, era chiamato come chasid umot ha'olam, che significa "Persone Pie del Mondo".[4] Le autorità halakiche divergevano sulla legge applicabile.[1][3]

Con l'interruzione dei Giubilei ebraici, non furono più celebrati nemmeno gerim toshvim (plurale) formali. Continuano ad esistere Ger toshav "informali"[4] , dato che è possibile aesere qualificati come chasid umot ha'olam, anche non osservando l'anno giubilare.[8]

Contesto modifica

Le norme del Torat Kohanim stabilivano il diritto di uno straniero a chiedere asilo nelle città levitiche, ad ottenere una pubblica audizione che aveva il potere di conferirgli il diritto-obbligo di residenza nel territorio e il diritto ad essere manlevato da portatori non-residenti di diritti pur contemplati dalla legge ebraica. In particolare, i rei di omicidio divenuti residenti della città levitica non potevano essere né consegnati consanguinei delle vittime né uccisi a fronte di una loro legittima richiesta, secondo il diritto sancito da Numeri 35:31-34[9]. Coloro ai quali era concesso il diritto d'asilo, erano soggetti al corrispondente obbligo di residenza fino alla morte del sommo sacerdote della città nativa.

Oltre al diritto di asilo con obbligo residenza dello straniero, la legge ebraica fu anche una delle prime legislazioni a riconoscere una possibile soggettività giuridica per gli stranieri ospiti nei territori sottoposti alla sua giurisdizione. Essa era subordinata al pubblico riconoscimento volontario delle leggi dell'Alleanza fra Dio ed Israele. Rispetto alla classe sociale dei meteci dell'Antica Grecia, ai Ger toshav non erano concessi solamente diritti economici quali erano lo svolgimento di attività economico-professionali non degradanti e il godimento di un tenore di vita migliore rispetto a quello degli schiavi, ma anche il potere di prestare giuramento di fedeltà al cospetto di una corte rabbinica e di poter divenire così titolare di alcuni diritti soggettivi come quello della proprietà immobiliare.

I ger toshav erano uomini liberi, ma non armati. Numeri 36[10] afferma che Mosè introdusse i diritti successori anche per le donne, a patto che queste sposassero un uomo della tribù nativa, al fine di non disperdere a favore di altre tribù la porzione di terra riservata da Dio alla comunità locale. La legge mosaica pertanto consentiva in linea teorica i matrimoni misti fra differenti tribù israelite, ma al prezzo di un elevato sacrifico economico; analogamente i matrimoni tra un ger toshav e un ebreo erano subordinati alla piena conversione religiosa al Giudaismo, presentando il medesimo rischio di distribuire la proprietà di terre e immobili assegnati da Dio ad una tribù -in quanto comunità religiosa- a favore del ger toshav e dei figli, pur residenti, ma non ancora integrati al suo interno.
In caso di successiva libera ed eventuale scelta di convertirsi al giudaismo e di contrarre un matrimonio con Ebrei nativi del luogo, quello che era un Ger toshav diveniva titolare di diritti successori attivi e passivi (a favore di sé stessi o dei propri congiunti), entrando a tutti gli effetti a far parte di una comunità cittadina e della relativa tribù israelita.

Età moderna modifica

Il giudaismo incoraggia i non ebrei ad aderire alle Leggi di Noè. Alcuni gruppi, in particolare i seguaci del movimento Chabad Lubavitch, istituirono classi e reti sociali per i gentili che si impegnano ad aderire a questo ordinamento giuridico (vedi Campagna Noachide). Lo stesso Lubavitcher Rebbe incoraggiò i suoi seguaci in molte occasioni a insegnare le Sette Leggi di Noè, dedicando alcuni dei suoi scritti a districarsi fra le sottigliezze di questo codice.[11][12][13]

Nel 2008, l'Ask Noah International pubblicò il Sefer Sheva Mitzvot Hashem, un nuovo codice di leggi, redatto dal rabbino Moshe Weiner appositamente per il movimento noachista. La prefazione all'opera dichiara che il volume era stato concepito per essere il primo "Shulchan Arukh contenente tutte le leggi dei Figli di Noè". Il testo si propone come autorità normativa, in quanto corredato dalle lettere di approvazione da parte del rabbino Zalman Nechemia Goldberg della Corte suprema rabbinica di Israele, dei capi rabbini di Israele, oltre alle lettere di benedizione e approvazione da parte di vari altri rabbini famosi in tutto il mondo. Nel codice stesso, afferma che [16] "in questo momento, nel quale non accettiamo [più] geirim toshvim per la (concessione) dei privilegi di (ger toshav) [per esempio, quello di vivere nella Terra di Israele], tuttavia, se egli si presenta davanti a (una corte rabbinica di) tre [giudici], di propria spontanea volontà assumendo su di sé di venire ad essere un ger toshav e un [membro] del Popolo Pio del Mondo, per amor di accettare il suo mitzvot, lo accettiamo."[14] In un passaggio successivo, il testo aggiunge che lo status di chasid umot ha'olam può essere riconosciuto anche a chi non è un ger toshav[15], tipizzando quattro possibili condizioni giuridiche di un gentile:

  1. Completa conversione al giudaismo di propria spontanea volontà;
  2. chasid umot ha'olam: accettazione dei Sette Mitzvot dei Figli di Noè;
  3. Ger toshav;
  4. circoncisione.

Un Gentile è obbligato ad accettare i Sette Mitzvot, mentre resta una sua libera scelta se apparire davanti a un tribunale rabbinico per diventare un ger toshav.[16]

Secondo il commento di Kellner (1991) su Mosè Maimonide, un ger toshav potrebbe costituire una tappa nel percorso di transizione allo stato di ger tzedek (in ebraico גר צדק?, "straniero giusto"), inteso come un convertito al giudaismo. Egli ipotizza che al tempo del Messia sarebbe potuto esistere un singolo ger tzedek.[17]
In senso contrario, il rabbino Menachem Mendel Schneersohn afferma che lo status di ger toshav avrebbe continuato ad esistere anche nell'era messianica. La sua tesi si basa su Hilchot Melachim 12:5, secondo il quale "l' occupazione del mondo intero (kol ha'olam) non sarà altro che [quella di] conoscere G-d". Nella sua accezione semplice, afferma, la parola ebraica kol ha'olam includerebbe anche i gentili. Come prova, cita 11:4, che tratta anche dell'era messianica, nel quale il termine simile ha'olam kulo (lett. "il mondo nella sua interezza"), si riferisce chiaramente ai gentili. Continuando il testo in Hilchot Melachim 12:5, Maimonide rivolge esplicitamente l'argomento agli ebrei usando il termine Yisra'el, affermando che "pertanto, gli ebrei saranno grandi saggi e conosceranno le cose nascoste, apprendendo la sapienza del loro Creatore secondo tutta la portata del potenziale umano", indicando che ebrei e gentili coesisteranno al tempo del Messia.[18]

In ogni caso, anche in presenza di un re ebreo con un sinedrio, mentre tutte le Dodici Tribù vivono nella Terra di Israele, la legge ebraica non consente di obbligare qualcuno a convertirsi e diventare un ger tzedek contro la sua volontà.[19]

Note modifica

  1. ^ a b c d e

    «In order to find a precedent the rabbis went so far as to assume that proselytes of this order were recognized in Biblical law, applying to them the term "toshab" ("sojourner," "aborigine," referring to the Canaanites; see Maimonides' explanation in "Yad," Issure Biah, xiv. 7; see Grätz, l.c. p. 15), in connection with "ger" (see Ex. xxv. 47, where the better reading would be "we-toshab"). Another name for one of this class was "proselyte of the gate" ("ger ha-sha'ar," that is, one under Jewish civil jurisdiction; comp. Deut. v. 14, xiv. 21, referring to the stranger who had legal claims upon the generosity and protection of his Jewish neighbors). In order to be recognized as one of these the neophyte had publicly to assume, before three "ḥaberim," or men of authority, the solemn obligation not to worship idols, an obligation which involved the recognition of the seven Noachian injunctions as binding ('Ab. Zarah 64b; "Yad," Issure Biah, xiv. 7).
    [...] The more rigorous seem to have been inclined to insist upon such converts observing the entire Law, with the exception of the reservations and modifications explicitly made in their behalf. The more lenient were ready to accord them full equality with Jews as soon as they had solemnly forsworn idolatry. The "via media" was taken by those that regarded public adherence to the seven Noachian precepts as the indispensable prerequisite (Gerim iii.; 'Ab. Zarah 64b; Yer. Yeb. 8d; Grätz, l.c. pp. 19–20). The outward sign of this adherence to Judaism was the observance of the Sabbath (Grätz, l.c. pp. 20 et seq.; but comp. Ker. 8b).»

  2. ^ David Novak, Zionism and Judaism: A New Theory, Cambridge University Press, 9 marzo 2015, p. 17, ISBN 978-1-316-24122-6, OCLC 1023347711. URL consultato il 27 novembre 2019 (archiviato il 27 novembre 2019). Ospitato su archive.is.
  3. ^ a b Rabbi Shlomo Yosef Zevin (a cura di), Encyclopedia Talmudit, Fourth Printing, Jerusalem, Israel, Yad Harav Herzog (Emet), 1979.
  4. ^ a b c d e f Rabbi Shlomo Yosef Zevin (a cura di), Ger Toshav, sezione 1, in Encyclopedia Talmudit, Fourth Printing, Jerusalem, Israel, Yad Harav Herzog (Emet), 1979.
  5. ^ Talmud b. Sanhedrin 56a, 56b
  6. ^ Esodo 20:2–4, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Deuteronomio 5: 6–8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  8. ^ Sefer Sheva Mitzvot Hashem, p. 28: in ebraico ד חיוב בן נח ואפשרותו להיות חסיד אומ"ה הוא בכל זמן, ואינו תלוי בזמן שמקבלין גר תושב.? The obligation of the gentile [lit. Descendant of Noah] and his ability to be a chasid umot ha'olam are at all times, and are not dependent on the time that we accept a ger toshav."
  9. ^ Numeri 35:31-34, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Numeri 36, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  11. ^ Likutei Sichot vol. 26, p. 133
  12. ^ Likutei Sichot vol. 35, p. 97
  13. ^ Likutei Sichot vol. 4, 1094
  14. ^ Sefer Sheva Mitzvot Hashem, p. 18. Citazione: in ebraico ולכן בזמן הזה, אע"פ שאין מקבלין ג"ת לענין זכויותיו [כגון לגור בארץ ישראל], מ"מ אם בא לקבל על עצמו מרצונו להיות גר תושב וחסיד אומ"ה בפני ג' לענין קבלת מצוותיו מקבלין אותו.?
  15. ^ Sefer Sheva Mitzvot Hashem, p. 27. Citazione: in ebraico עוד מבאר בלקוטי שיחות ע"פ הצפנת פענח שחסיד אומות העולם אינו דוקא גר תושב, ואפשר לב"נ להיות חסיד אומות העולם, אע"פ שאינו גר תושב. ולכן לא הזכיר הרמב"ם כאן ש'אין מקבלין גר תושב אלא בזמן שהיובל נוהג' כדרכו בכל מקום (הארה: ראה הל' ע"ז פ"י, הל' מילה פ"א, הל' שבת פ"כ, הל' איסורי ביאה פי"ד.) שהזכיר דין ג"ת, כי אין כוונת הרמב"ם שכופין ב"נ להיות ג"ת, אלא לבאר האפשרויות העמודות לב"נ על פי התורה. א) גרות גמורה מרצונו, ב) קיום שבע מצוות – ועל זה צוה ה' את משה לכופם, ג) גר תושב, ד) למול עצמו.?
  16. ^ Sefer Sheva Mitzvot Hashem, p. 28: in ebraico א. בן נח חייב לקבל על עצמו ולקיים שבע מצוות מפני שה' צוה לבני נח והודיע ע"י משה רבינו בתורה, והנזהר לקיימן משום כך הרי זה 'חסיד אומות העולם'.... ו. גר תושב וחסיד אומות העולם שתי תוערים הם. ואין ב"נ צריך לקבל על עצמו להיות גר תושב, וכן אינו צריך לקבל על עצמו עול ז' מצוות בפני בית דין ישראל.? "1. A Gentile [lit. Descendant of Noah] is required to accept upon himself and uphold the seven mitzvot because G‑d [so] commanded the children of Noah through our Teacher Moses in the Torah. One who is careful to uphold them because of this is a chasid umot ha'olam [lit. Pious People of the World].... "6. Ger toshav and chasid umot ha'olam are two different terms. A Gentile is not required to accept upon himself to be a ger toshav, and so too is not required to accept the yoke of the seven mitzvot before a Jewish beit din."
  17. ^ Maimonides on Judaism and the Jewish people - Menachem Marc Kellner - 1991 (S U N Y Series in Jewish Philosophy) (9780791406915): Page 44 "against my reading of Maimonides is strengthened by the fact that Maimonides himself says that the ger toshav is accepted only during the time that the Jubilee is practiced.43 The Jubilee year is no longer practiced in this dispensation...... Second, it is entirely reasonable to assume that Maimonides thought that the messianic conversion of the Gentiles would be a process that occurred in stages and that some or all Gentiles would go through the status of ger toshav on... But this question aside, there are substantial reasons why it is very unlikely that Maimonides foresaw a messianic era in which the Gentiles would become only semiconverts (ger toshav) and not full converts (ger tzedek). ...But the main thrust of all the Maimonidean texts we have been analyzing here is that in the days of the Messiah all human beings will stand before God equally and jointly. What is a semiconvert? Maimonides explains that the ger toshav "
  18. ^ Schneersohn, Menachem Mendel. Sha'arei Ge'ulah. pp. 267–8 (translated from Hebrew; emphasis and round brackets, but not the square brackets, in original text): There is a further detail in the wording of the Rambam in the completion and conclusion of his book [Mishneh Torah, Hilchot Melachim 12:5]: "And the occupation of the entire world will not be anything other than to know G‑d." Because in its plain meaning, it thereby includes the nations of the world as well (similar to what the Rambam wrote in the previous chapter, that the Messianic king will "improve the world in its entirety to serve G‑d... I will transform the nations etc."), especially since immediately afterwards the Rambam changes [terminology] and writes "And therefore Israel will be great sages etc." From this it is clear that the phrase entire world written above is intended to thereby include the children of Noah as well.
  19. ^ Mishneh Torah, Hilchot Melachim 8:10

Voci correlate modifica

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