Giacomo Sutter

imprenditore svizzero

Giacomo Michele[1] Sutter (Mathon, 27 settembre 1873Trento, 13 ottobre 1939) è stato un imprenditore svizzero.

Nato nel canton Grigioni ma cresciuto ad Airolo[2][3], Sutter fu noto in Italia per aver costruito diverse linee ferroviarie.

Biografia modifica

Laureatosi in ingegneria al Politecnico di Zurigo nell'ultimo decennio del XIX secolo[4][5], aprì giovanissimo all'inizio del XX secolo uno studio di ingegneria a Zurigo[2].

Si fece notare a partire dal 1904 per alcuni studi di geodesia e trigonometria, poi abbandonati per la progettazione e la costruzione svariate opere al di fuori della Svizzera: il suo primo lavoro fu la costruzione di una centrale elettrica a Bayonne[6]. Nel 1908 giunse in Italia[4], dove nel 1910 iniziò i lavori per la costruzione della ferrovia Asti-Chivasso, inaugurata due anni dopo con un anticipo di cinque mesi sulla data prevista[7].

Nel 1911 ottenne la concessione per la costruzione e l'esercizio di una ferrovia elettrica a scartamento ridotto da Domodossola al confine svizzero[8][9]. L'impresa Sutter iniziò i lavori per la costruzione nel marzo 1913, ma fu costretta a interromperli nel successivo mese di novembre per il fallimento della banca finanziatrice; ripresi nel marzo 1914, i lavori furono nuovamente fermati a causa della prima guerra mondiale, per riprendere nel 1918[10]. Nel frattempo (1912) Sutter aveva ceduto la concessione per la linea alla neocostituita Società Subalpina Imprese Ferroviarie (SSIF)[11].

Durante gli anni della Prima guerra mondiale Sutter fu molto attivo: nel 1915 diresse la costruzione delle officine meccaniche della Società Partenopea per Imprese Metallurgiche ed Elettriche; l'anno successivo costituì la società in nome collettivo Sutter & Thèvenot per la produzione di esplosivi[4], con stabilimenti a Castellazzo di Bollate che ospitavano fino a 1.500 operai e operaie e in cui, la mattina del 7 giugno 1918, si verificò una terribile esplosione[12] che distrusse la fabbrica provocando la morte di cinquantanove operai e oltre trecento feriti, soprattutto donne e ragazze del luogo.

Creò inoltre l'impresa G. Sutter, installando a Villeneuve una centrale elettrica, ed eresse tra il 1917 e il 1918 gli stabilimenti della società Fratelli Galtarossa a Domodossola, oltre a due imprese per l'utilizzo di materiali da costruzione a Visso e Fondotoce[4].

Nel 1923 Sutter divenne presidente della SSIF[4][13], che inaugurò nello stesso anno la ferrovia Domodossola-Locarno (nota anche come "Vigezzina")[14] e assunse, sempre nel 1923, la gestione della navigazione sul lago Maggiore[15], ammodernandone la flotta[16]. Sutter, per conto della SSIF (la quale aveva ottenuto la concessione nel 1912[17]), costruì anche la ferrovia Spoleto-Norcia[5] aperta nel 1926. Nel 1925 Sutter fu nominato presidente del consiglio di amministrazione delle Ferrovie Regionali Ticinesi (FRT)[18], controparte elvetica della SSIF nella gestione della Domodossola-Locarno, mantenendo la carica fino al 1929[19].

Presidente anche della società La Ferroviaria Italiana (LFI), Sutter diresse i lavori di elettrificazione della ferrovia Arezzo-Sinalunga, aperta nel 1930[20].

Estromesso dall'incarico di presidente della SSIF per ragioni politiche[21], Sutter si trasferì in Trentino, dove a metà anni trenta costituì la Società Anonima Trasporti Pubblici (SATP), rilevando l'esercizio della tranvia Trento-Malé[22].

Si spense a Trento[23] all'età di 65 anni, a causa di un infarto[2].

Note modifica

  1. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 385; il nome si può trovare scritto anche come Jacques o Jakob: si veda ad esempio il Regio Decreto n° 708 dell'8 giugno 1911; Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille tra i monti. Storia dei trasporti italiani volume 8°. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968, p.307; Schweizerische Bauzeitung, p. 95.
  2. ^ a b c Schweizerische Zeitschrift..., p. 35
  3. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 248, lo indicano come nato ad Airolo.
  4. ^ a b c d e Ogliari, Sapi, op. cit., p. 248
  5. ^ a b Schweizerische Bauzeitung, p. 95
  6. ^ Schweizerische Zeitschrift..., pp. 35-36
  7. ^ Francesco Ogliari, Franco Sapi, Scintille tra i monti. Storia dei trasporti italiani volume 8°. Piemonte-Valle d'Aosta, a cura degli autori, Milano, 1968, p.307
  8. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 250
  9. ^ Regio Decreto n° 708 dell'8 giugno 1911, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 167 del 18 luglio 1911
  10. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 251
  11. ^ Progettazione, su vigezzina.com, http://www.vigezzina.com/. URL consultato il 26 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2015).
  12. ^ 7 giugno 1918: l'esplosione della Sutter & Thévenot di Castellazzo di Bollate, su portaledisastri.it. URL consultato il 7 giugno 2021.
  13. ^ Secondo altre fonti Sutter assunse la presidenza della SSIF già nel 1912: si veda a tal proposito Progettazione, su vigezzina.com, http://www.vigezzina.com/. URL consultato il 26 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2015).
  14. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 254
  15. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 259
  16. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 263
  17. ^ Regio Decreto n° 1131 del 6 ottobre 1912, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 259 del 4 novembre 1912
  18. ^ Ufficio di Locarno, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 24 luglio 1926, p. 1356. URL consultato il 27 luglio 2023.
  19. ^ Ufficio di Locarno, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 22 novembre 1930, p. 397. URL consultato il 27 luglio 2023.
  20. ^ Storia della LFI, su lfi.it, http://www.lfi.it/. URL consultato il 26 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2015).
  21. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 318
  22. ^ La ferrovia Trento-Malè: una realtà da 100 anni al servizio delle comunità montane per l'utenza e l'ambiente (DOC), su transdolomites.eu, http://www.transdolomites.eu/. URL consultato il 26 febbraio 2015.
  23. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., p. 318, lo indicano come deceduto a Mezzocorona.

Bibliografia modifica

  • Francesco Ogliari, Franco Sapi, Stiffelius e berretto rosso. Storia dei trasporti italiani volume 4°, a cura degli autori, Milano, 1964.
  • Giacomo Sutter †, in Schweizerische Zeitschrift für Vermessungswesen und Kulturtechnik - Revue technique suisse des mensurations et améliorations foncières, Schweizerischer Geometerverein-Association suisse des géomètres, vol. 38, 1940, pp. 35–36.
  • Nekrologe † Jak. Sutter, in Schweizerische Bauzeitung, Verlag C. & W. Jegher, Zurigo, vol. 115, nº 8, 24 febbraio 1940, p. 95.

Voci correlate modifica