Giaurro

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Giaurro[1][2] (in inglese: giaour, in turco gâvur, pronuncia turca: [ɟaˈvuɾ]; in persiano گور‎, gâvor, una variante obsoleta del moderno گبر gaur, originariamente derivato dall'aramaico 𐡂𐡁𐡓𐡀, ''gaḇrā'' lett: uomo, persona, in romeno ghiaur; in albanese kaur; in greco γκιαούρης?, gkiaoúris, in macedone каур/ѓаур?, in bulgaro гяур?) il cui significato è "infedele",[3] è un termine dispregiativo[1][2] storicamente usato nell'Impero ottomano per i non musulmani o più in particolare per i cristiani nei Balcani.[4][5][6]

Théodore Géricault: The Giaour (1820, litografia; Metropolitan Museum of Art, New York).
Eugène Delacroix: The Combat of the Giaour and Hassan (1826, olio su tela; Art Institute of Chicago), ispirato a The Giaour di Lord Byron.

I termini kafir, gawur o rum (quest'ultimo che significa "greco") erano comunemente usati nei defter (registri fiscali) per i cristiani ortodossi, solitamente senza distinzione etnica. I gruppi etnici cristiani nel territorio balcanico dell'Impero ottomano includevano greci (rum), bulgari (bulgar), serbi (sırp), albanesi (arnavut) e valacchi (eflak).[5]

L'Encyclopædia Britannica del 1911 descrisse il termine come segue:[7] Giaour (un adattamento turco del persiano gâwr o gōr, un infedele), una parola usata dai Turchi per descrivere tutti coloro che non sono maomettani, con particolare riferimento ai cristiani. La parola, usata per la prima volta come termine di disprezzo e di rimprovero, è diventata così generale che nella maggior parte dei casi non è intesa nel suo uso come insulto; ad esempio, in alcune parti della Cina, il termine diavolo straniero è diventato inoffensivo. Una stretta analogia con giaour si trova nell'arabo kafir, o miscredente, che è così comunemente usato da essere diventato il nome proprio di popoli e paesi.

Durante il Tanzimat (1839-1876), l'uso del termine da parte dei musulmani per i non musulmani fu proibito per prevenire problemi nelle relazioni sociali.[8]

Il termine ha avuto ampia diffusione dopo la pubblicazione del poema di Lord Byron, The Giaour (1813) e di un dipinto di Eugène Delacroix a esso ispirato.[1]

Riferimenti culturali europei modifica

 
Giaour fumano il tchibouque con il pascià dei Dardanelli, illustrazione del libro del 1839.

Termini correlati modifica

Note modifica

  1. ^ a b c giaurro in Vocabolario - Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  2. ^ a b Nuova enciclopedia popolare, ovvero Dizionario generale di scienze, lettere, arti, storia, geografia, ecc. ecc. opera compilata sulle migliori in tal genere, inglesi, tedesche e francesi coll'assistenza e col consiglio di scienziati e letterati italiani: 6, G. Pomba e comp., 1846, p. 428. URL consultato il 19 dicembre 2022.
    «Giaurro è adunque un termine di disprezzo che i veri credenti applicano agli Europei»
  3. ^ giaurro: significato e definizione - Dizionari, su giaurro: significato e definizione - Dizionari - La Repubblica. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  4. ^ (EN) Speros Vryonis, The Turkish State and History: Clio Meets the Grey Wolf, Institute for Balkan Studies, 1991, p. 60, ISBN 978-0-89241-532-8. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  5. ^ a b (EN) Entangled Histories of the Balkans - Volume One: National Ideologies and Language Policies, BRILL, 15 luglio 2013, p. 44, ISBN 978-90-04-25076-5. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  6. ^ Lev Trotsky, Le guerre balcaniche 1912-1913, Lotta Comunista, 1999, p. 14, ISBN 978-88-86176-31-6. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  7. ^ (EN) Hugh Chisholm e James Louis Garvin, The Encyclopædia Britannica: A Dictionary of Arts, Sciences, Literature & General Information, Enclycopædia Britannica, 1926, p. 927. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  8. ^ (EN) George Gawrych, The Crescent and the Eagle: Ottoman Rule, Islam and the Albanians, 1874-1913, Bloomsbury Academic, 27 ottobre 2006, p. 15, ISBN 978-1-84511-287-5. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  9. ^ (EN) Eric Partridge, Origins: A Short Etymological Dictionary of Modern English, Routledge, 23 maggio 2006, p. 327, ISBN 978-1-134-94217-6. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  10. ^ Nuovissima enciclopedia illustrata, Istituto editoriale italiano, 1950, p. 566. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  11. ^ (ES) Brigitte Adriaensen e Marco Kunz, Pesquisas en la obra tardía de Juan Goytisolo, vol. 33, Rodopi, 2009, p. 66, ISBN 978-90-420-2547-9. URL consultato il 19 dicembre 2022.