Giosia Acquaviva

nobile e condottiero italiano

Giosia Acquaviva (Teramo, 1399Cellino Attanasio, 22 agosto 1462) è stato un nobile e condottiero italiano[1].

Giosia Acquaviva
Duca di Atri
Stemma
Stemma
TrattamentoDuca
Altri titoliConte di San Flaviano
Signore di Acquaviva Picena, Bellante, Canzano, Castellalto, Corropoli, Guardia Vomano, Jesi, Montepagano, Notaresco, Padula, Roseto, Silvi, Teramo e Tortoreto
NascitaTeramo, 1399
MorteCellino Attanasio, 22 agosto 1462
DinastiaAcquaviva
PadreAndrea Matteo I Acquaviva
MadreCaterina Tomacelli
Consortevedi sezione
FigliGiulio Antonio
Giovanni Antonio
ReligioneCattolicesimo
Giosia Acquaviva
NascitaTeramo, 1399
MorteCellino Attanasio, 22 agosto 1462
Cause della mortePeste
Dati militari
Paese servito Regno di Napoli
Ducato di Milano
Regno d'Aragona
Forza armataMercenari
Anni di servizio48 (1414-1462)
GradoCondottiero
Battaglie
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Fu 6º duca di Atri, conte di San Flaviano e signore di Acquaviva Picena, Bellante, Canzano, Castellalto, Corropoli, Guardia Vomano, Jesi, Montepagano, Notaresco, Padula, Roseto, Silvi, Teramo e Tortoreto[2].

Biografia modifica

Nato a Teramo nel 1399 da Andrea Matteo I Acquaviva e Caterina Tomacelli, sin da giovane venne avviato alla carriera militare[1]. Nel 1408 per vendicare l'uccisione del padre prese parte a Teramo alla strage dei Melatini[2]. Nel 1424, rappacificatosi con i Melatini, divenne governatore di Teramo con il beneplacito della regina del Regno di Napoli Giovanna II d'Angiò-Durazzo[2]. Sempre nello stesso periodo, mortogli il nipote Andrea Matteo II Acquaviva, ne ereditò i feudi[1]. Dopo non molto tempo gli si rivoltarono contro i Melatini, ma Giosia seppe reagire efficacemente: fece impiccare 13 membri della fazione[2].

Entrato nel 1426 nella compagnia di ventura di Jacopo Caldora, conquistò Ascoli Piceno, Acquaviva Picena e Jesi, a discapito di Obizzo da Carrara[2]. Dal 1433 al 1435 fu al servizio del ducato di Milano di Filippo Maria Visconti[2]. Morta la regina partenopea nel 1435, si schierò con gli Aragonesi di Alfonso V d'Aragona contro Renato d'Angiò-Valois, pretendenti al trono del Regno di Napoli, prendendo subito parte all'assedio di Gaeta e alla battaglia navale di Ponza, dove fu catturato dall'esercito della Repubblica di Genova[2]. Liberato poco dopo dal duca di Milano, fronteggiò in maniera altalenante insieme a Niccolò Piccinino ed Ardizzone da Carrara i condottieri Jacopo Caldora, Francesco Sforza ed Alessandro Sforza[2].

Nel 1440 nei pressi di Cellino Attanasio e Montefino contrastò con Raimondo Caldora e Riccio da Montechiaro Alessandro Sforza e Cesare da Martinengo; assediò insieme a loro Ortona, ma furono sconfitti e, tra i due, fu l'unico che riuscì a salvarsi con la fuga, riparando a Chieti[2]. Assediò poi i feudi ribelli di Giulianova e Teramo, riuscendo a recuperarli e a stabilirsi a Cellino Attanasio con la famiglia[2]. Verso l'ottobre del 1458 si schierò con Giovanni d'Angiò-Valois contro il re Ferrante d'Aragona e nel luglio del 1460 prese parte alla battaglia del Tordino, venendo assalito da Alessandro Sforza, Federico da Montefeltro, Matteo di Capua e Ludovico Malvezzi e perdendo numerose località[2]. Rifugiatosi con la famiglia a Cellino Attanasio, morì di peste il 22 agosto 1462[1].

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Matteo Acquaviva Francesco Acquaviva  
 
Giovanna di Sangiorgio  
Antonio Acquaviva  
Jacopa Sanseverino ?  
 
?  
Andrea Matteo I Acquaviva  
Restaino Cantelmo Giacomo Cantelmo  
 
Filippa di Reale  
Ceccarella Cantelmo  
Tommasa di Raiano ?  
 
?  
Giosia Acquaviva  
Giacomo Tomacelli Nardello Tomacelli  
 
?  
Andrea Tomacelli  
Verdella Caracciolo Nicolò "Viola" Caracciolo  
 
Margherita Ruffo  
Caterina Tomacelli  
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Jacopa di Vico  
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Discendenza modifica

Confusionarie risultano le notizie sul numero e sull'identità delle mogli avute da Giosia Acquaviva[3]. Quanto al numero, pare che ne abbia avute almeno due, mentre riguardo alla loro identità nelle fonti sia dell'epoca che moderne i nomi che si rinvengono sono quelli di Antonella Migliorati, di Lisa Sforza[4], di Maria Caldora[A 1][5], di Margherita Riccardi[2] e di una dama della casata dei Da Carrara[A 2][5]. Da una di queste (le più papabili la Migliorati o la Riccardi[2]) ha avuto i suoi due unici figli Giulio Antonio, che gli successe nei beni, e Giovanni Antonio, di cui si hanno scarse notizie[6].

Note modifica

Annotazioni
  1. ^ In realtà il suo nome non viene specificato nelle fonti, viene riportato solamente che è la figlia del condottiero Jacopo Caldora. Avendo avuto Jacopo un'unica figlia, di nome Maria, si evince che si tratta della stessa persona.
  2. ^ Figlia del condottiero Ardizzone da Carrara e di Antonia Sforza.
Riferimenti
  1. ^ a b c d DBI.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Condottieridiventura.it.
  3. ^ Ammirato (1651), p. 23; Campanile (1680), p. 25; Condottieridiventura.it; Storace (1738), p. 40; Zazzera (1615), p. 8.
  4. ^ Condottieridiventura.it.
    Il sito web riporta che Giosia Acquaviva sposò in data successiva all'agosto 1424 Margherita Riccardi, figlia di Francesco, signore di Ortona, e che i due coniugi morirono di peste a Cellino Attanasio nell'agosto 1462. La fonte riporta inoltre che nell'ottobre 1444 Giosia provò invano a stipulare un matrimonio con Lisa Sforza, sorella del duca di Milano Francesco Sforza.
    Zazzera (1615), p. 8.
    Citazione: «...morì Giosia lasciando di tre mogli ch'egli ebbe vna di Casa Sforza, figliuola di Francesco, vna di Casa di Carrara, e la terza figliuola di Jacopo Caldora.»
    La fonte riporta inoltre che Giosia Acquaviva ebbe solo due figli, Giulio Antonio e Giovanni Antonio (di quest'ultimo riferisce che morì nel 1503), avuti tutti e due dalla sua seconda moglie, appartenente alla famiglia dei Da Carrara.
  5. ^ a b Ammirato (1651), p. 23.
    Citazione: «Hebbe egli due mogli, la prima di casa Carrara, e la seconda figliuola di Jacopo Caldora. Con qual delle due hauesse generáto i figliuoli Giulioantonio, e Giouanni, io non veggo; et non hauendo alcuna memòria di Giouanni, ci resterà à parlare di Giulioantonio, detto volgarmente il Conte Giulio.»
    Campanile (1680), p. 25.
    Citazione: «Par che questo Duca hauesse hauuto due mogli, la prima di Casa Carrara, e la seconda Caldora, figliuola di Giacomo, ma da qual delle due generasse egli Giulio, e Giouanni suoi figliuol, non ci è manifesto.»
    Storace (1738), p. 40.
    Citazione: «Ebbe il Duca Giosia due mogli, una di casa Carrara nobilissima di quella stagione degli antichi Signori di Padova, e l'altra figliuola del famoso Giacomo Caldora Duca di Bari, e Capitano de' più illustri, che siano stati in Italia.»
    Zazzera (1615), p. 8.
    Citazione: «...morì Giosia lasciando di tre mogli ch'egli ebbe vna di Casa Sforza, figliuola di Francesco, vna di Casa di Carrara, e la terza figliuola di Jacopo Caldora.»
    La fonte riporta inoltre che Giosia Acquaviva ebbe solo due figli, Giulio Antonio e Giovanni Antonio (di quest'ultimo riferisce che morì nel 1503), avuti tutti e due dalla sua seconda moglie, appartenente alla famiglia dei Da Carrara.
  6. ^ Zazzera (1615), p. 8.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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