Giovanni Florimi

incisore italiano

Giovanni Florimi (... – ...; fl. XVII secolo) è stato un incisore e editore italiano, attivo principalmente in Toscana.

Biografia modifica

Nacque probabilmente a Siena dall'incisore Matteo e Felicia, ebbe tre fratelli: Francesco, Cecilia e Caterina. Contrasse matrimonio due volte: inizialmente con una donna di nome Fresia, morta nel 1625, successivamente, nel 1627, con Giuditta di Quirico Gori.[1]

Seguì la carriera del padre divenendo allievo dell'incisore fiammingo Cornelis Galle il Vecchio a Roma. Le sue opere consistono principalmente di ritratti, e tra questi, si ricordano quello di Francesco Piccolomini, su una precedente versione di Francesco Vanni, e di Camillo Borghese, arcivescovo di Siena. Incise anche il frontespizio per il libro De' concetti figurati davidici dell'abate olivetano P. Orazio Pandolfini, pubblicato a Pisa nel 1635,[2], un quadro del Martirio di Santa Cecilia,[3], il Catafalco eretto al filosofo F. Piccolomini, un Prospetto architettonico con lo stemma del cardinal Peretti e L'impresa dell'Accademia degli Intronati di Siena.[1]

Come editore si ricorda in particolare un'edizione di Le sette dimande del Pater Noster, corredata da sette tavole incise, oggi conservata presso il museo comunale di Gubbio.[1]

Note modifica

  1. ^ a b c FLORIMI, Matteo in "Dizionario Biografico", su www.treccani.it. URL consultato l'11 luglio 2023.
  2. ^ Giovanni Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori, dai Torchi d'Onorato Porri, 1808, p. 26. URL consultato l'11 luglio 2023.
  3. ^ Filippo de Boni, Biografia degli artisti, Tipi del Gondoliere, 1840, p. 370. URL consultato l'11 luglio 2023.
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