Giovanni Gerolamo Morone

cardinale italiano

Giovanni Gerolamo Morone (Milano, 25 gennaio 1509Roma, 1º dicembre 1580) è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano.

Giovanni Gerolamo Morone
cardinale di Santa Romana Chiesa
Ritratto del cardinale Morone, presso l'Università di Bologna
Coelitus datum
 
Incarichi ricoperti
 
Nato25 gennaio 1509 a Milano
Ordinato presbitero12 gennaio 1533
Nominato vescovo7 aprile 1529 da papa Clemente VII
Consacrato vescovo12 gennaio 1533
Creato cardinale2 giugno 1542 da papa Paolo III
Deceduto1º dicembre 1580 (71 anni) a Roma
 

Biografia modifica

Giovanni era figlio di Gerolamo Morone, gran cancelliere dell'ultimo duca di Milano.[1]

Il 7 aprile 1529 fu nominato vescovo di Modena da papa Clemente VII, successivamente papa Paolo III lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 2 giugno 1542. Fu delegato dal papa Paolo III a presenziare ai lavori della Dieta di Spira iniziata nell'aprile 1542. Dal 1552 al 1560 fu vescovo di Novara.

A Modena fu particolarmente impegnato nella lotta contro le eresie luterane di cui la città era piena, lui che faceva parte del cosiddetto circolo degli "spirituali" di Reginald Pole cercò di trovare accordi con gli eretici per evitare che fossero accusati, ma la sua opera di mediazione fu di scarso risultato. Cercò aiuto anche dal cardinale Gasparo Contarini, ma senza ottenere i risultati sperati.

Nel 1555 Morone fu inviato come legato pontificio alla Dieta di Augusta, ma l'improvvisa morte di Giulio III e l'elezione di Gian Piero Carafa come suo successore, lo obbligò ad un rientro in Italia. Morone era inviso al nuovo pontefice, che prese il nome di Paolo IV (1555-1559). Il 31 maggio 1557 Paolo IV lo fece imprigionare dal nipote, il cardinale Carlo Carafa, in Castel Sant'Angelo (con altri, tra cui il vescovo Egidio Foscherari), con l'accusa di essere un sostenitore dell'eresia luterana. Il Collegio cardinalizio, guidato dal decano, il cardinale du Bellay, chiese il giorno dopo la convocazione di un Concistoro, e il papa fu costretto a dare spiegazione di quanto accaduto. Paolo IV sostenne che vi erano stati dubbi circa l'ortodossia del cardinal Morone fin dal tempo di Paolo III, e attaccò pure il cardinal Reginald Pole.

Il papa insistette perché il cardinale rimanesse nelle mani dell'inquisizione fintanto che i cardinali avessero giudicato il caso. L'istruttoria fu affidata ad una commissione cardinalizia di cui fecero parte fra gli altri cardinale Michele Ghislieri (il futuro Papa Pio V), il cardinale Scipione Rebiba, il cardinale Reumano, e il cardinale Alessandro Farnese.

Morone fu sottoposto a un estenuante processo inquisitoriale e riottenne la libertà soltanto alla morte di Paolo IV (1559), e il suo processo fu sottoposto a revisione dal successore Pio IV. Assolto dalle accuse, fu quindi inviato, in qualità di legato papale, a dirigere le ultime sessioni del concilio di Trento nel 1563. Tornò a Modena, ancora in qualità di vescovo, nel 1567.

Fu a più riprese considerato papabile, senonché i sospetti e poi il processo d'eresia ne screditarono l'immagine e resero una sua eventuale elezione troppo problematica.

Morte modifica

Morì a Roma il 1º dicembre 1580. Il suo corpo fu sepolto nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva. Un monumento fu eretto dai suoi nipoti, Gerolamo e Orazio. L'ultimo era vescovo di Sutri e Nepi.[2] Questa ne era l'epigrafe[3]:

            D           O           M
  HIC . IACET . CORPUS . IOANNIS . CARD . MORONI
PATRITII . MEDIOLANENSIS . ET . EPISCOPI . OSTIENSIS
   QUI . IULII . III . LEGATUS . APOSTOLICUS
      IN . SACRO . CONCILIO . TRIDENTINO
  ET . PRAESES . VIXIT . ANNOS . LXXI . MENSES
  X . DIES . V . OBIIT . I . DECEMBRIS . MDLXXX
            ORATE . DEUM . PRO . EO
HIERONIMUS . MORONUS . COMES . PONTIS . CORONI . HAERES
 HORATIUS . MORONUS . EPISC . SUTRIN . ET . NEPESIN
   FRATRIS . FILII . DNO . AC . PATRUO . OPTIMO
     EX . TESTAMENTO . MOERENTES . POSUERUNT

Giovanni Morone nella storiografia modifica

La lettera formale contenente l'investitura nei fratelli Antonio, il Reverendo Giovanni e Sforza, figli di D. Gerolamo Morone, col titolo nobiliare di conti del feudo di Pontecurone (Pontiscuroni), il contemporaneo loro giuramento di fedeltà al duca Francesco II Sforza, e la donazione di questo ai medesimi dell'annua rendita di lire 2000 imperiali sul dazio della dogana della città di Milano, data il 22 dicembre 1534, si legge nelle carte 140-142 del Registro Ducale segnata N. 18, dell'Archivio Storico Lombardo.[4]

Successione apostolica modifica

La successione apostolica è:

Note modifica

  1. ^ «La famiglia de Moroni è assai antica, e nobile: discende da Celsi di Venetia, & uno per nome Domenico de' Celsi, si parti' da Venetia, & andò a Milano, ove si accasò con Pandolfina Turriani, nobile Milanese, & havendone generato figli, piantò in Milano la sua famiglia; e perché faceva per arme un Moro Celso, volse ch'i suoi descendenti si cognominassero de' Moroni. Si dilatò anche in Bergamo, in Ferrara, nel Regno di Napoli, in Roma & in altri luoghi. Dal ramo rimasto in Milano sono usciti huomini molto celebrati da Scrittori; e fino al presente vi hanno giurisditione, e titolo di Conti, e sono Senatori della Città, habitando nella contrada, o Torre, detta de' Moroni. Fra gli altri celebri, n' è disceso Girolamo Morone, il quale fù huomo di somma autorità, e memorabile per ingegno, eloquenza, prontezza, & esperienza: fu Consegliero, Ambasciatore, e Vice duca di Lodovico, di Massimiliano, e di Francesco de' Sforzi, ultimi Duchi di Milano, e n'ottenne li Contadi di Lecco, e della Terra di Ponte corone; fu Consegliero, e Governator dell'armi di Carlo quinto Imperatore, da cui l'an. 1528, fu creato Duca di Boiano, Città nell'Abruzzo; e Papa Clemente settimo gli diede in governo la Città di Benevento per sino viveva. Giovanni suo figlio fu Vescovo di Modena, e poi di Novara, Cardinale del titolo di S. Maria in Trastevere, Legato, e Presidente del Concilio di Trento, Legato di Bologna di Romagna e d'altre Provincie, & in Germania; e mori' l'anno 1580, Decano del Sacro Collegio. Oratio figlio del conte Sforza fu del 1580, creato Vescovo di Sutri, e Nepe, Galeazzo figlio d'Antonio morì nel 1613, Vescovo di Macerata. Girolamo figlio di detto conte Sforza, fu Conte di Ponte Corone, senator Regio, e Ducale, Ambasciatore al Re di Spagna & a Papa Gregorio 14, dal quale l'Anno 1591, fu creato Governator generale dell'Armi nel Stato di Avignone, e morì in Milano l'Anno 1616».
    Durante Dorio, Istoria della famiglia Trinci, Foligno, Per Agostino Alterij, 1638, pp. 273-274. URL consultato il 17 dicembre 2016.
  2. ^ Frédéric Sclopis, Le Cardinal Jean Morone. Étude historique, in Séances et travaux de l'Académie des Sciences, vol. 91-92, 1870, pp. 49-82.
  3. ^ Vincenzo Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edificii di Roma dal secolo XI fino ai giorni nostri, I, Roma, Tipografia delle scienze matematiche e fisiche, 1869, p. 547, n. 2096. URL consultato il 17 dicembre 2016.
  4. ^ La Famiglia Moroni, in Archivio Storico Lombardo. Giornale della Società Storica Lombarda, I, Milano, Libreria Editrice G. Brigola, 1874, pp. 189-194. URL consultato il 17 dicembre 2016.

Bibliografia modifica

  • Massimo Firpo - Germano Maifreda, L'eretico che salvò la Chiesa : il cardinale Giovanni Morone e le origini della Controriforma, Einaudi, Torino 2019
  • L'uomo del Concilio. Il cardinale Giovanni Morone tra Roma e Trento nell'età di Michelangelo, a cura di Roberto Pancheri e Domenica Primerano, Tipografia editrice Temi, Trento 2009, 367 pp., catalogo della mostra
  • Massimo Firpo, Inquisizione romana e Controriforma. Studi sul cardinal Giovanni Morone (1509-1580) e il suo processo d'eresia, Morcelliana, Brescia 2005 (I ed.: Il mulino, Bologna 1992)
  • Massimo Firpo - Dario Marcatto, Il processo inquisitoriale del cardinal Giovanni Morone. Edizione critica, Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea, Roma, 1981-1995, 6 voll. in 7 t.
  • Riccardo Fangarezzi, Giovanni Morone. Una cronologia della vita, in Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, serie XI, volume XVII, Modena, Aedes Muratoriana, 1995, pp. 223–252. URL consultato l'11 maggio 2016.

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Controllo di autoritàVIAF (EN49233634 · ISNI (EN0000 0000 6132 6662 · SBN UBOV135389 · BAV 495/70434 · CERL cnp01237578 · LCCN (ENn85383594 · GND (DE11873699X · BNE (ESXX1778004 (data) · BNF (FRcb119639307 (data) · J9U (ENHE987007286659905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85383594