Giovanni Teodoro Callimachi

Giovanni Teodoro Callimachi (in romeno Ioan Teodor Callimachi; Câmpulung Moldovenesc, 1690 circa – Costantinopoli, 1780) era un principe fanariota che, dopo essere stato Gran Dragomanno, fu ospodaro della Moldavia dal 1758 al 1761.

Giovanni Teodoro Callimachi

Voivoda di Moldavia
Durata mandato7 agosto 1758 –
11 giugno 1761
PredecessoreScarlat Ghica
SuccessoreGregorio Callimachi

Dragomanno della Sublime Porta
Durata mandato1752–1758
PredecessoreMatei Ghica
SuccessoreGrigore (III) Ghica

Durata mandato1741–1750
PredecessoreAlessandro Ghica
SuccessoreMatei Ghica

Questo è una carriera classica per un fanariota. La monarchia era elettiva nei principati rumeni di Moldavia e Valacchia, come nella vicina Confederazione polacco-lituana. Il sovrano (voivoda, ospodaro o domnitor, a seconda del periodo e della fonte) era eletto dai boiardi (e spesso tra di essi) e poi approvato dagli Ottomani: per essere nominato, per regnare e per mantenersi, si appoggiava ai partiti dei boiardi e spesso alle potenze vicine, gli Asburgo, i Russi e soprattutto i Turchi, perché fino al 1859 i due principati erano vassalli e tributari della "Sublime Porta"[1].

Biografia modifica

Giovanni Teodoro, o Ioan Teodor, era figlio di Teodoro Calmășu, un boiardo della Moldavia orientale (chiamata "Bessarabia" dopo il 1812), che era diventato Vornic (borgomastro) di Câmpulung Moldovenesc in Bucovina, e che, dopo aver sposato Ruxandra (o Roxana), una figlia del principe Grigore I Ghica, aveva ellenizzato il suo nome in Kallimachis, Callimaki o Callimachi per meglio integrarsi nell'ambiente fanariota. Il fratello maggiore di Giovanni Teodoro, Gavriil Callimachi (1689-1786), era un monaco del monastero di Putna. Giovanni Teodoro proseguì gli studi a Leopoli. Conosceva il latino, il turco, l'italiano, il greco e il francese.

Callimachi prestò servizio nelle amministrazioni di Giovanni Mavrocordatos e di Grigore II Ghica. Giovanni Teodoro Callimachi fu Gran Dragomanno a Costantinopoli dal 1741 al 1751, poi dal 1752 al 1758, dove, nel corso dei suoi sedici anni di servizio, è stato riconosciuto per la sua abilità diplomatica. In quell'anno divenne ospodaro di Moldavia dal 7 luglio 1758 e lo rimase fino al maggio 1761. Il suo regno fu turbato da una rivolta causata dalla scandalosa gestione della tesoreria del Paese da parte di un finanziere greco di nome Stavraki. Tuttavia, riuscì a garantire la successione al figlio. Callimachi si ritirò a Costantinopoli, dove visse per 19 anni prima di morire.

Discendenza modifica

Giovanni Teodoro Callimachi aveva sposato Ralitza Chrysoskoleos, la coppia ebbe 4 figli[2]:

Note modifica

  1. ^ Il candidato al trono doveva quindi "ammortizzare i suoi investimenti" attraverso la sua quota di tasse, pagare tributi agli Ottomani, pagare i suoi mercenari e comunque arricchirsi. Per questo era necessario un regno di almeno mezzo anno, ma la "competizione" era dura, alcuni principi non riuscivano a rimanere sul trono abbastanza a lungo e dovevano riprovare. Questo spiega il "gioco delle sedie musicali" sui troni, la brevità di molti regni, le interruzioni e le riprese dei regni e, talvolta, i regni di più principi (co-principi). Il governo era esercitato dai ministri e dallo Sfat domnesc (consiglio dei boiardi). Per quanto riguarda il tributo ai turchi, il vassallaggio dei principati romeni all'Impero Ottomano non significa, come molte carte storiche mostrano erroneamente, che essi divennero province turche e Paesi musulmani. Solo alcuni piccoli territori moldavi e valacchi divennero ottomani: nel 1422 la Dobrugia a sud delle Bocche del Danubio, nel 1484 la Bessarabia, allora chiamata Budjak, a nord delle Bocche del Danubio (questo nome si riferiva allora solo alle rive del Danubio e del Mar Nero), nel 1538 le raya di Brăila, allora chiamata Ibrahil, e di Tighina, allora chiamata Bender, e nel 1713 la raya di Hotin. Il resto dei principati di Valacchia e Moldavia (compresa la Moldavia tra il Dnestr e il Prut, che si chiamerà Bessarabia nel 1812, quando i russi la annetteranno) mantennero le proprie leggi, la religione ortodossa, i boiardi, i principi, i ministri, gli eserciti e l'autonomia politica (al punto da opporsi più di una volta al Sultano ottomano). Gli errori cartografici e storici sono dovuti a ignoranza o a semplificazioni riduttive. Vedi: Gilles Veinstein e Mihnea Berindei: L'Empire ottoman et les pays roumains, EHESS, Parigi, 1987.
  2. ^ (FR) Mona Budu-Ghyka e Florian Budu-Ghyka, Arbre Genealogique de la Famille Callimaki (PDF), su ghyka.com, luglio 2006.

Bibliografia modifica

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