Giuliano de' Medici (film)

film del 1941 diretto da Ladislao Vajda

Giuliano de' Medici è un film del 1941 diretto da Ladislao Vajda.

Giuliano de' Medici
Leonardo Cortese in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno1941
Durata84 min
Dati tecniciB/N
Generedrammatico, storico, epico
RegiaLadislao Vajda
SoggettoLuigi Ugolini
SceneggiaturaAndrea Di Robilant, Ferruccio Cerio, Carlo Rolva
ProduttoreAndrea Di Robilant
Casa di produzioneSOL Film
Distribuzione in italianoColosseum Film
FotografiaAlberto Fusi
MontaggioMario Serandrei
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaAntonio Tagliolini, Enrico Verdozzi
CostumiGino Carlo Sensani
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Trama modifica

Firenze, XV secolo. Le famiglie dei Medici e dei Pazzi sono al vertice della rivalità. Il popolo è sempre più dalla parte dei Medici, che vogliono pace e prosperità per la città. I Pazzi fanno in modo che il padre della sposa segreta di Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico, voglia vendicare l'onore della figlia, che nel frattempo ha partorito un bambino. Il giovane Giuliano viene ucciso e il popolo fiorentino, comprendendo gli inganni orditi dalla famiglia dei Pazzi, ne fa giustizia sommaria. Lorenzo esilia la sposa del fratello e ne alleva il bambino che diventerà papa Clemente VII.

Produzione modifica

Il film, girato negli studi Pisorno di Tirrenia inizialmente uscì nelle sale con il titolo La congiura de' Pazzi. In seguito alla visione della pellicola da parte di Benito Mussolini, venne ritirato dal mercato per il suo messaggio antidittatoriale per poi ritornare nelle sale grazie agli appoggi politici del produttore in una versione ridoppiata, con il nuovo titolo Giuliano de' Medici e con la scomparsa dai titoli di testa del nome del regista.[1]

Distribuzione modifica

Il film venne distribuito nel circuito cinematografico italiano il 27 febbraio 1941.

Critica modifica

«Giuliano de' Medici, fino a poco tempo fa annunciato con il titolo La congiura dei pazzi, è l'ottimo esordio di un nostro nuovo produttore, Andrea Di Robilant, è uno dei migliori, come si dice, in costume, fra i più recenti sicuramente il migliore, ed è un'altra riprova che il cinema non si affida ai miracolismi più o meno misteriosi, ma che per avere un buon film basta un'accurata, intelligente preparazione, seguita da una non meno accurata e intelligente esecuzione. Questo Giuliano de' Medici ha avuto la prima e la seconda, e ne è venuto un film evidente e robusto, non privo di finezze e di tocchi tanto significativi quanto calzanti. [...] La rievocazione di questo Quattrocento fiorentino è vigilata da un gusto talvolta persino un po' prezioso, alleato della inquadratura e della ricostruzione, e il Vaida, che è anche produttore, si è giovato di una regia molto accorta.»

«Davvero certa gente crede che si sia disposti perennemente ad immaginare un passato fatto di parrucche e di spade, di velluti e di palagi? [...] Peccato perché nella regia di questo film era forse nascosto il cammino buono. [...] Vorremmo film storici in cui i protagonisti parlassero il linguaggio degli uomini e non quello del melodramma.»

Note modifica

  1. ^ Francesco Savio, Ma l'amore no. Realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime (1930-1943), Milano, Sonzogno, 1975.

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