Giulio Leto

militare romano

Giulio Leto (latino: Julius Laetus; ... – 198) è stato un militare romano.

Giulio Leto
Morte198
Cause della morteAssassinato
ReligioneReligione romana
Dati militari
Paese servitoImpero romano
Forza armataEsercito imperiale romano
GradoComes
ComandantiSettimio Severo
Guerre
CampagneCampagne partiche di Settimio Severo
Battagliebattaglia di Lugdunum
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Combatté per Settimio Severo, che però alla fine lo fece uccidere in quanto divenuto troppo popolare presso le truppe.

Biografia modifica

Nel 193 comandava l'avanguardia severiana durante la discesa di Settimio Severo in Italia, per sconfiggere l'imperatore Didio Giuliano. Giuliano fece acclamare Severo co-imperatore e inviò Tullio Crispino per annunciare l'evento, ma Leto intercettò Crispino e suggerì a Severo di metterlo a morte, cosa che avvenne.[1]

Servì nel 195 in Mesopotamia, come comandante di uno dei tre corpi di spedizione che, in due occasioni successive, devastarono i territori delle popolazioni ribelli (probabilmente Osroeni e Adiabeni, fomentati dal sovrano partico Vologase V) e ne conquistarono le città.[2]

Nella battaglia di Lugdunum (197), comandava la cavalleria severiana e inflisse il colpo decisivo alle truppe di Clodio Albino.[3] Sempre quello stesso anno fu inviato in Mesopotamia in occasione dell'invasione partica;[4] qui accorse in soccorso della città di Nisibis, assediata dai Parti, e la difese fino all'arrivo delle truppe di Severo.[5]

L'imperatore lo tenne con sé come comes, ma senza affidargli un comando. Nel 198, in occasione dell'assedio di Hatra, lo fece mettere a morte in quanto ne temeva la popolarità presso le truppe; si diceva infatti che i soldati non fossero disposti ad essere condotti in battaglia se non da Leto. La storia che a Lugdunum avesse inizialmente trattenuto la propria cavalleria in quanto intendeva prendere per sé il trono fu con tutta probabilità inventata dopo la sua esecuzione.[6]

Note modifica

  1. ^ Birley, p. 99.
  2. ^ Birley, p. 116.
  3. ^ Birley, p. 125.
  4. ^ Birley, p. 126
  5. ^ Birley, p. 129
  6. ^ Birley, p. 131.

Bibliografia modifica

  • Anthony Richard Birley, Septimius Severus: the African emperor, Routledge, 1999, ISBN 9780415165914.