Giuseppe Anselmi

tenore italiano (1876-1929)

Giuseppe Anselmi (Nicolosi, 16 novembre 1876Zoagli, 27 maggio 1929) è stato un tenore italiano.

Giuseppe Anselmi nel ruolo di Romeo.

Divenne famoso in tutta Europa nel primo decennio del XX secolo per la sua esecuzione esemplare dei ruoli lirici.

Biografia modifica

Nato Antonio Giuseppe, studiò violino e pianoforte al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli ed entrò poi in una compagnia di operette con la quale girò l'Italia e il Medio Oriente. L'editore musicale Giulio Ricordi ebbe modo di ascoltarlo e gli consigliò di perfezionare la sua vocalità con Luigi Mancinelli, uno dei direttori d'orchestra più in vista in Italia a quel tempo.

Secondo alcune fonti, il suo debutto sulle scene liriche avvenne agli inizi del 1896, quando cantò Turiddu (Cavalleria rusticana) ad Atene, ma non c'è una valida documentazione a supporto. In un'intervista del 1918 lo stesso tenore indicherà per il suo battesimo sul palco una data leggermente posteriore e la città di Patrasso[1]. Il suo debutto italiano avvenne a Genova nel 1900 e da allora la sua carriera ebbe un rapido sviluppo. Cantò inizialmente al Teatro di San Carlo di Napoli al fianco di Angelica Pandolfini e Rina Giachetti (sorella di Ada, compagna di Enrico Caruso) alla fine di dicembre in Le maschere[2] e nel 1901 debuttò alla Royal Opera House, Covent Garden a Londra interpretando il Duca nel Rigoletto con Suzanne Adams nel ruolo di Gilda. Nel 1904 debuttò al Teatro alla Scala di Milano e nel 1908 al Teatro dell'Opera di Monte Carlo. Ottenne grande successo al Teatro Colón di Buenos Aires e cantò anche a Bruxelles, Berlino e Vienna prima dello scoppio della prima guerra mondiale.

Il suo più grande successo, comunque, lo ebbe a San Pietroburgo (spesso accanto al soprano Lina Cavalieri), Varsavia e in particolar modo a Madrid.

La gran parte dei critici di Londra fu all'inizio indifferente o poco impressionata. Parlò di "cattive abitudini" e di un "tono belato sgradevole che è caratteristica dei tenori italiani". Un critico del Times arrivò a predire che la voce di Anselmi si sarebbe "rovinata per sempre" nel giro di poche stagioni ". Allora, come oggi, le previsioni dei critici erano spesso errate. Tornò a Londra in diverse occasioni e divenne presto un beniamino del pubblico londinese, tanto da calcare il palcoscenico del Covent Garden fino al 1909.

La carriera di Anselmi terminò alla fine della prima guerra mondiale. Egli trascorse gli ultimi anni della sua vita insegnando canto in Italia e componendo musica. Cantò comunque ancora in qualche raro concerto: la sua ultima apparizione pubblica fu in un concerto di beneficenza a Rapallo (1926) . Morì nel 1929 di polmonite, a Zoagli sulla riviera ligure. Aveva conservato un profondo affetto per Madrid e lasciò in eredità il suo cuore (letteralmente) a quella città, dove è esposto all'interno di un'urna presso il museo del Teatro Real.

Voce e registrazioni modifica

 
Giuseppe Anselmi
 
Giuseppe Anselmi

I critici descrissero spesso Anselmi (e il suo collega contemporaneo Alessandro Bonci) fra gli ultimi esponenti dell'antico metodo del belcanto italiano, che fu ampiamente soppiantato in Italia, nei primi anni del XX secolo, da una vocalità più possente associata alla musica di Richard Wagner e al verismo.

Michael Scott (in Record of Singing, pubblicato a Londra nel 1977) notò che, se Anselmi era stato un esponente del bel canto, lo fu quando questa scuola era in declino. Il trattamento di Anselmi di gran parte del repertorio belcantistico venne eseguito relativamente abbozzato e ornato (rispetto alla precisione di cantanti eccezionali come Adelina Patti, Nellie Melba, Pol Plançon, Mario Ancona, Mattia Battistini e Peter Dawson, tutti genuini interpreti della tradizione del bel canto). Infatti, Anselmi era in grado di cantare come qualsiasi tenore veristico (ascoltare, ad esempio, la sua registrazione dell'aria "Vesti la giubba" da Pagliacci).

Anselmi aveva una bella figura e una buona presenza di attore, che lo resero molto popolare presso molti frequentatori dell'opera. Fu a volte indicato come il tenore delle donne.

Possedeva una voce dolce, anche se dai toni piuttosto gutturali e svolazzanti, di tenore lirico, che impiegò con grazia ed eleganza memorabile. La sua gamma superiore si estende verso l'alto fino ad un Si alto nelle incisioni discografiche, ma le sue note più basse non erano così sicure. Vi era una chiara divisione tra i registri. Anselmi schiariva spesso la gola, all'inizio delle sue registrazioni (famoso nella registrazione fonografica di "Amor ti vieta") e anche durante la frase (come nella registrazione di "Apri la tua finestra"). La sua intonazione è a volte sospetta, soprattutto nel recitativo della sua registrazione di "Tutte le sere al placido" dalla Luisa Miller di Verdi, dove le note alte sono spinte e troppo taglienti.

Anselmi fu noto per le sue interpretazioni di Almaviva e Don Ottavio, ma eccelse anche nei ruoli di Edgardo, Ernesto (in Don Pasquale), Duca di Mantova, Alfredo, Faust, Enzo, Cavaradossi, Loris e Lensky, fra gli altri. Le sue registrazioni furono eseguite fra il 1907 e il 1913 per la Fonotipia a Milano e poi per la Edison Disc a Londra. Una buona selezione di queste registrazioni è stata edita su CD da Pearl, Marston, Symposium e altre etichette.

Note modifica

Bibliografia modifica

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Collegamenti esterni modifica

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