Giuseppe Camerata

pittore veneziano

Giuseppe Camerata (Venezia, 1676[1]Venezia, 1762) è stato un pittore italiano.

La visione di Sant'Eustachio, Chiesa di San Stae, Venezia

Non va confuso con l'omonimo pittore ed incisore (Venezia 1718 – Dresda 1793)

Biografia modifica

Nacque a Venezia da Francesco, bergamasco. Fu allievo di Gregorio Lazzarini che lo incaricò di portare a termine le opere che avrebbe lasciato incompiute. In questa scuola divenne amico di Marco Miani, un nobile che si dilettava di pittura, che lo accolse in casa e per la cui famiglia continuò a lavorare anche in vecchiaia[2].

Molte sue opere, riportate nelle cronache, sono andate perdute come la Crocifissione di San Marcuola, il San Paolo di San Polo e le due pale di Santa Maria dei Servi di cui una rappresenta un «Crocefisso che staccasi dalla croce, per toccare un Santo Servita»[3]

Di opere sue note ci restano unaVergine Addolorata a San Francesco della Vigna[4] un non meglio identificata partecipazione al ciclo dei Misteri del Rosario nel piccolo oratorio annesso San Trovaso[5], un San Girolamo Miani, che dalla sagrestia di San Giacomo dall'Orio è stato spostato alla curia patriarcale[2] e soprattutto il suo capolavoro La visione di Sant'Eustachio a San Stae[6] «opera sciolta in un pittoricismo fluido, che accorda la fredda lazzariniana con l'eleganza dell'Amigoni[7]

Vanno inoltre ricordati i numerosi lavori presenti in Istria: le pale del Miracolo di san Servolo e del Martirio di san Servolo nella chiesa di San Servolo a Buie, la pala della Madonna con il Bambino e i santi Eleuterio e Mauro nella chiesa di Sant'Eleuterio a Pirano, i tre affreschi nel soffitto della chiesa di San Francesco a Capodistria oltre che a Parenzo e ad Isola[8].

Camerata figurava nella fraglia dei pittori nel 1700 e nel 1726. Certamente era un pittore apprezzato tanto che fu tra i fondatori dell'Accademia di Venezia nel 1755.[2]

Note modifica

  1. ^ Alcune fonti anticipano la da di nascita al 1668: Lorenzetti, p. 885, Camerata, Giuseppe <1668-1762>, su opac.sbn.it. URL consultato il 23 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2021). e idem, su opac.vatlib.it..
  2. ^ a b c Ivanoff in Treccani
  3. ^ Zanetti, V, p. 422
  4. ^ Lorenzetti, p. 375
  5. ^ Lorenzetti, p. 529, viene citata l'attribuzione da parte dell'Ivanoff a diversi autori settecenteschi fra cui il Fontebasso, il Bambini e appunto il Camerata
  6. ^ Lorenzetti, p. 473
  7. ^ Pallucchini 1960, p. 53
  8. ^ Lucchese 2006, pp. 289, 293

Bibliografia modifica

  • Rodolfo Pallucchini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia-Roma, Istituto per la collaborazione culturale, 1960.
  • Rodolfo Pallucchini, La pittura nel Veneto - Il Settecento, Milano, Electa, 1995.
  • Nicola Ivanoff, Le pitture settecentesche nella chiesa dello Spirito Santo, in Arte Veneta, vol. 9, Venezia, Neri Pozza, 1955.
  • Antonio Maria Zanetti, Della pittura veneziana e delle opere pubbliche de’ veneziani maestri, libri V, Venezia, Albrizzi, 1771.
  • Giulio Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1963.
  • Enrico Lucchese, Gaspare Negri Vescovo di Cittanova e Parenzo, un mecenate del Settecento in Istria, in Saggi e Memorie di storia dell'arte, vol. 30, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 2006.

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