Giuseppe Catalano (penalista)

1806-1886 // Avvocato, docente all'Università di Catania, allontanato dalla cattedra dai Borboni, poi presidente di Corte d'appello, rettore dell'Università. Nato e morto a Catania.

Giuseppe Catalano (Catania, 5 novembre 1806Catania, 15 febbraio 1886) è stato un giurista e politico italiano.

Giuseppe Catalano

Ministro dell'Interno e della Sicurezza Pubblica del Regno di Sicilia (1848-1849)
Durata mandato15 febbraio 1849 –
12 marzo 1849
Capo del governoRuggero Settimo
PredecessoreVincenzo Di Marco
(dal 16 gen. al 14 feb. 1849)[1]
Successore

Dati generali
ProfessioneAvvocato penalista, professore universitario

Biografia modifica

Figlio di Tommaso Catalano sr.[2] e di Maria Sciuto[3], fu studioso di diritto penale, seguace di Gian Domenico Romagnosi ed era imparentato con i Verga di Vizzini.

Nel 1835 fu nominato professore all'Università di Catania nello stesso tempo che esercitava la professione forense. Nel 1848 ebbe l'ufficio di deputato dell'Università al Parlamento siciliano[4]. Durante una delicata fase transitoria governativa del provvisorio Regno di Sicilia (1848-1849), passata spesso come 'rivoluzione siciliana', il 15 febbraio del 1849, fu chiamato dal presidente Ruggero Settimo a reggere il ministero dell'Interno e della Sicurezza Pubblica[5][6], assieme a Pietro Lanza, principe di Scordia e di Butera (ministro degli Affari Esteri e del Commercio), l'avv. Vincenzo Di Marco (ministro del Culto e della Giustizia)[7], Alessio Santostefano marchese di Murata La Cerda (ministro delle Finanze), il barone Nicolò Turrisi Colonna (ministro dell'Istruzione pubblica e dei Lavori pubblici), col. Giuseppe Poulet (ministro della Guerra e della Marina)[8].

Più tardi (1853), per le sue idee liberali il governo borbonico lo rimosse dalla cattedra, e quando re Ferdinando II, venuto a Catania, lo redarguì per le sue idee, il prof. Catalano coraggiosamente rispose alla maniera shakespeareana del secondo dramma re Riccardo, laddove Mowbray duca di Norfolk disse: « Maestà [Voi] disponete della mia vita, non del mio onore né della mia coscienza»[9]. Caduti i Borboni, Catalano fu consigliere d'appello (1860) e presiedette per lungo periodo la Corte d'Assise. Fu pure giudice della Gran Corte civile della Provincia di Catania.

Nel 1876 è professore in Diritto e procedura penale presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Catania[10]. Rimase per sempre inedito un suo scritto sul diritto penale: non lo volle pubblicare, ritenendolo per la sua non comune modestia "inutile", rispetto al nuovo trattato Elementi di diritto penale (1882-1885), in tre volumi, pubblicato dal collega Enrico Pessina.

Inoltre, Catalano fu rettore dell'Università degli studi di Catania (1860-1862), preside della facoltà di Giurisprudenza (1863-?) ed è ricordato per le importanti cariche nelle amministrazioni pubbliche.

Dal matrimonio con Carolina Fisichella, nacque almeno un figlio, Tommaso Catalani junior (1843-1895), ambasciatore in Turchia[11]: resse pure l'ambasciata italiana a Londra tra il 1887 e il 1889, quindi ministro plenipotenziario dal 1890 al 1894 per la sede di Copenaghen[12][13][14].

Opere modifica

  • Giuseppe Catalano, Della soppressione dello stato de' figli naturali, Catania, 1854.
  • Giuseppe Catalano, Sommari di lezioni di diritto penale dettate nella R. Università di Catania, Quaderno I, Catania, Tip. Galàtola, 1879.
  • Giuseppe Catalano, Sommari di lezioni di diritto penale, Quaderno 2, Catania, Galàtola, 1880.
  • Giuseppe Catalano, Sommari di lezioni di diritto penale dettate nella Regia Università di Catania, Quaderno 3, Catania, Galàtola, 1883.

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Notiziario delle cose avvenute l'anno 1848 nella Guerra Siciliana, n. 32, cit. più avanti, p.7.
  2. ^ Fu tra l'altro direttore della Gazzetta di Catania dal 1860 al 1865 (?). In precedenza fu segretario della Scuola normale di Catania nel 1840. Bibl.: Cfr. Antonio Boselli - Niccolò Domenico Evola, La stampa periodica siciliana del Risorgimento, "Rassegna storica del Risorgimento", 1931, suppl. al fasc. I, pp. 299-359; Almanacco reale del Regno delle Due Sicilie per l'anno bisestile 1840, Napoli, Stamperia Reale, 1840, p. 520. (on line).
  3. ^ Registro degli Atti di Morte: Comune di Catania, Anno 1886, Volume 1, Numero 262, Segnatura 2205, p. 67. Originale conservato presso l'Archivio di Stato di Catania, Stato civile italiano. E in Portale Antenati - Gli Archivi per la Ricerca Anagrafica, Ministero della Cultura, Direzione Generale Archivi, su antenati.san.beniculturali.it. URL consultato il 28 maggio 2022.
  4. ^ Giuseppe Catalano, in Dizionario dei Siciliani Illustri, Palermo, Ciuni, 1939, p.111.
  5. ^ All'epoca dell'incarico è menzionato con il nome di Gaetano Catalano. Cfr. Notiziario di Sicilia, n. 34, 1849, p.3. (Notiziario delle cose avvenute l'anno 1848 nella Guerra Siciliana, Napoli, Stabil. Tipog. di Francesco Azzolino, 1848., Notiziario di Sicilia: raccolta). Ciò viene ribadito anche in Lettere di Rosalino Pilo, a cura di Gaetano Falzone, Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1972, p.30, nota 5.
  6. ^ Antonio Coppi, Annali d'Italia dal 1750: 1849, Firenze, Tipografia Galileiana, tomo IX, 1862, p. 433. (on line)
  7. ^ Vissuto tra il 1812 e il 1881, nativo di Palermo. Cfr. Archivio Biografico Comune di Palermo
  8. ^ È lo stesso eroico Poulet, profugo a Malta, futuro protagonista risorgimentale del moto catanese del 31 maggio 1860, che dovette ritirarsi dinanzi alla preponderanza numerica delle truppe di Ferdinando II, prima dell'arrivo dei garibaldini su una nave inglese il 17 giugno 1860, spesso nominato come Giuseppe Poletti (sic!), accanto a Peppa la cannoniera. Ma in piazza Università c'è l'iscrizione affissa a palazzo Gioeni d'Angiò, posto a nord-est, che recita: « XXXI Maggio MDCCCLX / Il popolo catanese / guidato dal prode Giuseppe Poulet / Assaliva in questo luogo i satelliti / della cadente tirannide borbonica ». Vedi Vincenzo Pavone, Storia di Catania. Dalle origini alla fine del secolo XIX, 1969, p. 114; era figlio di Tommaso Pulet citato, in Giuseppe Galluppi, Nobiliario della città di Messina, Napoli, Stabil. Tipogr. cav. Francesco Giannini, 1877, p. 146; La Sicilia e l'unità d'Italia: atti del Congresso internazionale di studi storici sul Risorgimento italiano, Palermo, 15-20 aprile 1961: relazioni e comunicazioni, a cura di Salvatore Massimo Ganci e di Rosa Guccione Scaglione, Milano, Feltrinelli, 1962, vol. 2, p. 661.
  9. ^ Pietro Delogu, Prof. Giuseppe Catalano (necrologio), cit., p.181.
  10. ^ Regia Università di Catania, in Ministero dell'Interno, Calendario Generale del Regno d'Italia: 1876, anno XIV, Roma, Tipografia Barbera, aprile 1876, p.566. (on line)
  11. ^ Il figlio Tommaso (Catania, 28.4.1843 - Costantinopoli [Istanbul], 28.7.1895) probabilmente dovette mutare il cognome in « Catalani ». Cfr. Necrologio. Comm. Tommaso Catalani (sic!), in Atti e rendiconti: 1895, Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici, Acireale, vol. III, an. 1895, tip. Vincenzo Micale, p.IX-X. (Atti e rendiconti: 1892-97, on line). Il Navarria confonde forse la biografia di quest'ultimo con quella dell'omonimo nonno giornalista. Cfr. Aurelio Navarria, Giovanni Verga, Roma, La Navicella, 1964, pp. 25, 34
  12. ^ Ministero dell'Interno, Calendario generale del Regno d'Italia pel 1888, Roma, Tipografia delle Mantellate, 1888. p. 95.(on line)
  13. ^ Anche Giuseppe Catalani (Torquay, 14.2.1875-?) scelse la carriera diplomatica, nipote di Giuseppe sr., figlio di Tommaso e di Cassandra Musurus (sic!), sorella del principe di Samo Stephanos Mousouros e nipote di Caterina Vogoride-Conachi (Ekaterina Conaki).
  14. ^ Fu ambasciatore di Danimarca dal 20.07.1890. Cfr. Ambasciatori d'Italia in Danimarca [collegamento interrotto], su ambcopenaghen.esteri.it. URL consultato il 28 maggio 2022.

Bibliografia modifica

  • Rivista bibliografica (recensione), in "Il Filangieri: rivista periodica mensuale di scienze giuridiche e politico-amministrative", Napoli, an. IV, parte I, 1879, p. 270. (on line)
  • Recensione, ne "Il Foro catanese: periodico di giurisprudenza", Catania, an. I, fasc. 2, febbraio 1881, p. 48. (on line)
  • Prof. A.J. De Johannis, Recensione, "L'Economista: gazzetta settimanale (di) Scienza economica, Finanza, Commercio, Banchi, Ferrovie, Interessi privati", an. X, vol. XIV, n. 494, 21 ottobre 1883. (on line Archiviato il 6 luglio 2020 in Internet Archive.)
  • A. Zocco-Rosa, recensione, "Rivista delle Scienze giuridiche e sociali", Roma, an. II, n. 3, marzo 1884, pp. 84–86. (on line)
  • Pietro Delogu, Prof. Giuseppe Catalano (necrologio), in Annuario del R. Università degli Studi di Catania per il 1885-1886, Catania, 1886.
  • Z.R., Notizie varie, in "Rivista Italiana per le Scienze Giuridiche", Roma, Ermanno Loescher & C., vol. I, fasc. III, dispensa 3, 1886, p. 352.
  • Pasquale Bellini, Giuseppe Catalano (giureconsulto) 1806-1886, in Annuario Biografico Universale. Raccolta delle biografie dei più illustri contemporanei, dispensa 22ª, Roma-Napoli, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1886, p. 460. (on line)
  • Santo Daniele Spina, I giocatori di scacchi in Sicilia 1500-1978, Lulu press, dicembre 2013. ISBN 9781291688276
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