Giuseppe Mancinelli (militare)

generale italiano

Giuseppe Mancinelli (Urbino, 13 maggio 1895Roma, 1976) è stato un generale italiano che fu Capo di stato maggiore della difesa e comandante della NATO.

Giuseppe Mancinelli
NascitaUrbino, 13 maggio 1895
MorteRoma, 1976
Dati militari
Paese servito Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
Esercito Italiano
Anni di servizio1912 - 1959
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Comandante diPresidente del comitato militare NATO
Capo di stato maggiore della difesa
DecorazioniCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana
Studi militariAccademia militare di Torino
Scuola di applicazione di artiglieria e genio
"fonti nel corpo del testo"
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Biografia modifica

Giuseppe Mancinelli nacque ad Urbino il 13 maggio 1895 e ancora giovanissimo dal settembre del 1912 iniziò a frequentare l'accademia militare di Torino, uscendone con il grado di sottotenente d'artiglieria il 2 agosto 1914 e venne ammesso alla frequentazione della Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio ubicata sempre a Torino.

Entrato in servizio attivo con lo scoppio della prima guerra mondiale, venne assegnato al 21º Reggimento di Piacenza col quale, nel settembre 1915, conseguì la promozione al grado di tenente. Promosso capitano nell'aprile del 1917, nel gennaio 1918 venne assegnato al comando d'artiglieria della 7ª Armata.

Alla fine del conflitto, nel maggio del 1920 Mancinelli venne trasferito al 2º Reggimento di Pesaro ed alla fine del 1921 fu ammesso al corso di stato maggiore presso la scuola di guerra della città, da dove uscì nell'agosto 1922 per essere quindi assegnato all'ufficio dello stato maggiore centrale di Roma.

Passato al servizio del Ministero della Guerra nel maggio 1924, nel gennaio dell'anno successivo venne destinato a Milano con l'incarico di sovrintendere alla 2ª sezione di statistica militare. Nel dicembre del 1926 venne trasferito al corpo di stato maggiore ed il 1º ottobre 1927 venne trasferito al reggimento artiglieria a cavallo di Milano, quale comandante del 4º gruppo autoreparto.

Trasferito nuovamente all'ufficio centrale dello stato maggiore di Roma, nel marzo del 1930 venne promosso tenente colonnello e successivamente divenne addetto militare a Berlino (con competenze anche nell'area della Lituania).

Nel dicembre dello stesso anno la sua carica venne estesa anche presso le legazioni di Copenaghen, Stoccolma e L'Aia, e mantenne tale incarico fino al 15 ottobre 1936 quando venne sostituito da Luigi Efisio Marras. Nel novembre del 1932 venne anche nominato aiutante di campo onorario del re Vittorio Emanuele III.

Rientrato in Italia dalla legazione berlinese nel 1936, nel marzo 1942 diviene capo di stato maggiore dell'unità di collegamento con l'Armata corazzata italo-tedesca in Nord Africa (Colacit) e presto promosso Generale di brigata. Dal gennaio 1943 assumerà l'incarico di capo di stato maggiore della 1ª Armata italiana in Tunisia.

Venne nominato Capo di stato maggiore della difesa nel 1955 fino al 1959.

Dal 1956 al 1957 fu anche Presidente del comitato militare NATO.

Onorificenze modifica

«Sotto intenso fuoco delle artiglierie nemiche che danneggiavano gravemente gli appostamenti delle sue bombarde ed infliggevano forti perdite al personale dipendente, dimostrò sereno coraggio ed alto sentimento del dovere, dirigendo, impavido, da un osservatorio avanzato il tiro dei pezzi ed accorrendo ripetutamente in batteria per assicurare il continuo funzionamento ed incoraggiare i soldati. - Plava, 12-14 maggio 1917»
«Ufficiale generale di elevate qualità militari, nella sua qualità di Capo dello Stato Maggiore di collegamento con l'armata corazzata italo-alleata, in un intenso periodo operativo di più mesi ed in uno scacchiere di guerra particolarmente difficile per clima e terreno, si è prodigato in ogni circostanza dando prova di coraggio e valore personale. - Africa settentrionale - Tunisia, novembre 1942 - gennaio 1943»
«Alla testa di uno squadrone di artiglieria a cavallo, con ardimento e sprezzo del pericolo, attraversava una lunga colonna nemica in ritirata in pieno assetto di guerra, finché, raggiunto un lontano obiettivo, interrompeva detta colonna assicurando così la cattura d'ingente quantità di materiale bellico e di moltissimi prigionieri. - Passo della Mendola, 4 novembre 1918»

Note modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN90357967 · ISNI (EN0000 0000 6241 2757 · SBN SBNV015289 · GND (DE1137972084 · WorldCat Identities (ENviaf-90357967