Gloydius halys

specie di serpente

La vipera siberiana o vipera di Pallas (Gloydius halys (Pallas, 1776)) è un serpente velenoso appartenente alla famiglia dei Viperidi.[2]

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Vipera siberiana
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Famiglia Viperidae
Genere Gloydius
Specie G. halys
Nomenclatura binomiale
Gloydius halys
(Pallas, 1776)
Sinonimi

Agkistrodon halys
(Pallas, 1776)
Ancistrodon halys
(Pallas, 1776)
Ancistrodon halys ssp. caraganus
(Eichwald, 1831)
Coluber halys
Pallas, 1776
Gloydius halys ssp. caraganus
(Eichwald, 1831)
Gloydius halys ssp. caucasicus
(Nikolsky, 1916)
Gloydius halys ssp. cognatus
(Gloyd, 1977)
Gloydius halys ssp. stejnegeri
(Rendahl, 1933)
Trigonocephalus caraganus
Eichwald, 1831

Descrizione modifica

È un serpente di medie dimensioni: la lunghezza del corpo raggiunge i 690 mm, la lunghezza della coda è di 110 mm. La testa è larga e ben distinguibile dal corpo, ed è ricoperta superiormente da grandi scudi che formano una sorta di placca. Tra le narici e l'occhio è presente una fossetta termosensibile; la pupilla è verticale. Attorno al centro del corpo ci sono 23 file di scaglie. Sono presenti 155-187 scudi ventrali e 33-50 paia di scudi subcaudali.

 
Vipera siberiana.

La parte superiore del corpo è di colore marrone o grigio-marrone, con macchie trasversali marrone scuro, il cui numero varia da 29 a 50. Lungo i lati del corpo c'è una fila longitudinale di macchie scure più piccole. Sulla testa c'è un motivo maculato ben definito e sui lati una striscia postorbitale scura. Il ventre va dal grigio chiaro al marrone, con piccole macchioline sia chiare che scure. Esistono anche individui monocolore rosso mattone o quasi neri.

Distribuzione e habitat modifica

 
Francobollo sovietico del 1977.

È diffusa dal Kazakistan orientale, attraverso la Siberia meridionale, fino alla Mongolia.[3]

Le mappe di distribuzione meno recenti indicano un areale molto più ampio, che comprende l'intero territorio dalla costa nord-orientale del Mar Caspio fino al corso superiore del Fiume Giallo e alla Mongolia Interna ad est, con un confine meridionale tracciato da una linea che passa lungo la sponda meridionale dell'Issyk-Kul', il corso superiore del Syr Darya, l'Afghanistan nord-occidentale, il Kopet Dag e l'Azerbaigian sud-orientale.[4] Questo perché, grazie alle moderne tecniche di indagine genetica, quelle che in passato venivano considerate sottospecie di vipera siberiana sono state elevate al rango di specie separate.[3]

Biologia modifica

Nel suo vasto areale la vipera siberiana è presente in un'ampia varietà di biotopi: nelle steppe di pianura e di montagna, nei semideserti e nelle zone ricoperte da sabbie fisse, nelle quali penetra spostandosi attraverso le colonie dei roditori. Si incontra anche sui ghiaioni delle foreste di montagna, lungo le rive di fiumi e laghi e nei prati subalpini. In montagna si spinge fino a 3000 m sul livello del mare. Negli ultimi tempi si incontra sempre più spesso alla periferia di piccole città e villaggi, dove è attratta dagli scantinati delle case di cemento e dalle consistenti popolazioni di topi e piccioni. Spesso si trova nelle discariche cittadine.

La densità di popolazione della vipera siberiana è generalmente bassa e raggiunge il massimo in primavera e all'inizio dell'estate. In alcune località settentrionali della Bajkalia può essere numerosa. In primavera e in autunno questo serpente è attivo durante il giorno, mentre in estate passa ad uno stile di vita crepuscolare e notturno. L'uscita dallo svernamento avviene dall'inizio di marzo alla fine di maggio, a seconda della latitudine dell'areale. L'accoppiamento ha luogo tra aprile e maggio, di solito 1,5-2 settimane dopo aver lasciato i luoghi di svernamento, e prosegue per quasi tutto il periodo di attività. In piena estate le vipere iniziano a migrare verso gli habitat estivi: sulle rocce, ai piedi dei pendii e nei burroni. Trovano rifugio all'interno delle tane dei roditori e nelle fessure di ghiaioni e falesie argillose. Entrano in ibernazione nella prima decade di ottobre. Tra agosto e inizio ottobre la femmina dà alla luce da 3 a 14 piccoli della lunghezza di 160-190 mm e del peso di 5-6 g. La dieta della vipera siberiana comprende vari piccoli vertebrati, principalmente roditori, oltre a toporagni, piccoli uccelli e lucertole. Occasionalmente mangia uova di uccelli e piccoli serpenti. I giovani si nutrono anche di invertebrati. Spesso l'intera esistenza di una popolazione è collegata a colonie di arvicole del genere Microtus (ad esempio nelle steppe del Kazakistan occidentale, nell'Altaj mongolo e sui Khangai) e i serpenti non abbandonano mai queste colonie, dove trovano tutto ciò di cui hanno bisogno. Nella Mongolia sud-occidentale, sui terreni sabbiosi fissati dai cespugli di nitraria, le vipere siberiane predano le eremie del Gobi, che negli stessi cespugli danno la caccia agli insetti o mangiano le bacche di nitraria durante il periodo di maturazione. Il territorio di caccia della vipera siberiana ha un diametro di 100-160 metri. In alcune parti dell'areale, a causa dell'attività umana, le popolazioni di vipera siberiana sono soggette a una forte pressione antropica. Nell'area del bacino idrico della Zeja, dove vivono molte micropopolazioni sparse in diversi punti della riva, le condizioni ambientali sono cambiate e sono stati riscontrati cambiamenti genetici caratteristici delle popolazioni isolate.

Veleno modifica

Per l'uomo il morso della vipera siberiana è molto doloroso. Nel punto dove il veleno è stato iniettato e negli organi interni si verificano gravi emorragie. Tutto questo può causare grave sofferenza, ma di solito dopo 5-7 giorni si verifica un completo recupero. Tuttavia, il morso della vipera può essere fatale per i bambini piccoli.

Per i cavalli e altri animali domestici il morso della vipera siberiana è solitamente fatale.[5]

Note modifica

  1. ^ (EN) Tuniyev, B., Ananjeva, N.B., Aghasyan, A., Orlov, N.L., Tuniyev, S., Anderson, S., Nilson, G., Borkin, L., Milto, K., Golynsky, E., Rustamov, A, Nuridjanov, D., Munkhbayar, K. & Litvinchuk, S. 2021, Gloydius halys, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Gloydius halys, in The Reptile Database. URL consultato il 12 marzo 2024.
  3. ^ a b P. Wagner, A. Tiutenko, G. Mazepa, L. J. Borkin e E. Simonov, Alai! Alai! – a new species of the Gloydius halys (Pallas, 1776) complex (Viperidae, Crotalinae), including a brief review of the complex, in Amphibia-Reptilia, vol. 37, 2016, pp. 15-31, DOI:10.1163/15685381-00003026.
  4. ^ (RU) N. B. Anan'eva, N. L. Orlov, R. G. Chalikov, I. S. Darevskij, S. A. Rjabov e A. V. Barabanov, Atlas presmykajuśśichsja Severnoj Evrazii (taksonomićeskoe raznoobrazie, geografićeskoe rasprostranenie i prirodoochrannyj status) [Atlante dei rettili dell'Eurasia settentrionale (diversità tassonomica, distribuzione geografica e stato di conservazione)], San Pietroburgo, Istituto zoologico dell'Accademia russa delle scienze, 2004, pp. 184-185, ISBN 5-98092-007-2.
  5. ^ (RU) B. N. Orlov , D. B. Gelašvili e A. K. Ibragimov, Jadovitye životnye i rastenija SSSR [Animali e piante velenose dell'URSS], Vysšaja škola, 1990, p. 120, ISBN 5-06-001027-9.

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