Gneo Domizio Enobarbo (console 96 a.C.)
Gneo Domizio Enobarbo (in latino Gnaeus Domitius Ahenobarbus; Roma, ... – Roma, 88 a.C.) è stato un giurista e politico romano del II e del I secolo a.C.
Gneo Domizio Enobarbo | |
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Console e pontefice massimo della Repubblica romana | |
Aureo di Gneo Domizio Enobarbo | |
Nome originale | Gnaeus Domitius Ahenobarbus |
Nascita | Roma |
Morte | 88 a.C. Roma |
Figli | Lucio Domizio Enobarbo, Lucio Domizio Enobarbo |
Gens | Domitia |
Padre | Gneo Domizio Enobarbo |
Tribunato della plebe | 104 a.C. |
Consolato | 96 a.C. |
Censura | 92 a.C. |
Pontificato max | 103-89 a.C. |
Biografia modifica
Era figlio di Gneo Domizio Enobarbo e fratello di Lucio Domizio Enobarbo. Nel 104 a.C. fu tribuno della plebe,[1] e nel 103 a.C. divenne pontefice massimo[2][3][4], mantenendo contemporaneamente il ruolo di tribuno.[4][5][6]
Nel 96 a.C. divenne console, e quattro anni dopo censore assieme a Lucio Licinio Crasso, col quale fu spesso in disaccordo. Assieme sradicarono le prime scuole oratorie di Roma, che essi giudicavano immorali, sebbene Crasso stesso fosse un grandissimo oratore.[7][8]
La loro censura fu molto attiva ma anche molto litigiosa: Domizio era favorevole al mantenimento degli antichi costumi romani, basati sul rigore e sulla semplicità, mentre Crasso amava l'arte ed i lussi, tanto che disse del collega che aveva la barba di rame, una bocca di ferro ed un cuore di piombo[9][10][11][12]. Cicerone scrisse che Domizio non fu un grande oratore, ma che era sufficientemente abile da riuscire comunque a mantenere una buona fama.[13]
Enobarbo morì nell'88 a.C. Non si sa chi fu la moglie, ma ebbe due figli: Gneo Domizio Enobarbo, morto sette anni dopo in Africa sconfitto da Pompeo, e Lucio Domizio Enobarbo.[1] Durante il tribunato della plebe emanò la lex Domitia de sacerdotiis, secondo la quale i sacerdoti più importanti dovessero essere eletti dal popolo. La legge venne poi abrogata da Silla.
Note modifica
- ^ a b (EN) William Smith (a cura di), Ahenobarbus, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870..
- ^ Tito Livio, Epitomae 67
- ^ Cicerone, Pro rege Deiotaro 11
- ^ a b Valerio Massimo, VI, 5. § 5
- ^ Cassio Dione, Framm. 100
- ^ Cicerone, Divinatio in Caecilio 20, Verre II.47, Cornelio 2, Pro Scauro 1
- ^ Aulo Gellio, XV, 11
- ^ Cicerone, De Oratore III, 24
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia XVIII, 1
- ^ Svetonio, Nero, 2
- ^ Valerio Massimo, IX, 1. § 4
- ^ Macrobio, Saturnalia II, 11
- ^ Cicerone, Brutus 44
Voci correlate modifica
Altri progetti modifica
Collegamenti esterni modifica
- Domìzio Enobarbo, Gneo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (LA) Opere di Gneo Domizio Enobarbo, su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 71281496 · ISNI (EN) 0000 0000 4999 3892 · CERL cnp02253560 · LCCN (EN) nr95022472 · GND (DE) 1185122710 |
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