I gondwanateri (Gondwanatheria) sono un gruppo estinto di mammiferi primitivi dall'incerta collocazione sistematica, vissuti tra il Cretaceo e l'Eocene. I loro resti sono stati rinvenuti nell'emisfero meridionale, Antartide incluso.

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Gondwanatheria
Mandibola di Sudamerica ameghinoi
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
(clade) Mammaliaformes
Classe Mammalia
Superordine ?Allotheria
Ordine Gondwanatheria

Denti misteriosi modifica

Conosciuti solo per denti e mandibole fossili, i gondwanateri sono uno dei gruppi di mammiferi più enigmatici che si conoscano. Sembra infatti che questi animali abbiano sviluppato indipendentemente una dentatura molto specializzata: gli incisivi, noti per Gondwanatherium e Ferugliotherium, sono decisamente allungati e adatti a rosicchiare. Ma la vera particolarità della dentatura riguardava i molari: le forme evolute, come Gondwanatherium e Sudamerica, possedevano molari a corona alta, come quelli dei mammiferi che si cibano di erba. Questo tipo di dentatura è unica tra i mammiferi del Cretaceo e del primo Cenozoico: al contrario, un gran numero di mammiferi specializzati del tardo Cenozoico sviluppò denti a corona alta, come adattamento a una nutrizione a base di erbe dure.

L'erba, però, comparve solo nell'Eocene superiore, quando i gondwanateri erano già estinti, e quindi non si capisce quale fu la causa che portò a questa straordinaria dentatura in mammiferi così antichi. I resti di Sudamerica, inoltre, sembrerebbero essersi depositati in una zona paludosa caratterizzata da mangrovie. L'aspetto dei gondwanateri potrebbe essere stato simile a quello di piccoli castori, anche se non si conoscono particolari dello scheletro.

Recentemente resti fossili simili a erba sono stati scoperti in strati del Cretaceo superiore in India e Africa, ma gli studi (2008) sono ancora in corso. Sarebbe però possibile che una prima radiazione evolutiva di vegetali simili all'erba (antenati o frutto di una convergenza evolutiva con l'erba moderna) sia avvenuta nel cretaceo, senza troppo successo, mentre una seconda si sia sviluppata a partire dall'Eocene[senza fonte].

Classificazione modifica

I gondwanateri includono due famiglie, i sudamericidi (Sudamericidae) e i feruglioteridi (Ferugliotheriidae). I primi, descritti nel 1984 da Scillato-Yané e Pascual, comprendono i generi Sudamerica, Gondwanatherium, Bharattherium e Lavanify, mentre i secondi furono descritti per la prima volta da José Bonaparte nel 1986 e includono il solo Ferugliotherium. Secondo alcuni paleontologi i sudamericidi potrebbero essere stati simili ai castori, e forse vivevano in ambienti semiacquatici.

La maggior parte dei resti dei gondwanateri è stata ritrovata in Sudamerica, ma alcune forme sono note in Madagascar (Lavanify), in India (Bharattherium nel Cretaceo superiore, epoca in cui l'India era ancora staccata dall'Asia) e in Antartide. In quest'ultimo territorio i gondwanateri prosperarono nell'Eocene, quando l'Antartide era ricoperto da foreste.

I sopravvissuti dell'Antartide modifica

Il ritrovamento a Seymour Island di resti di sudamericidi, estintisi in Sudamerica nel Paleocene, indica che l'isolamento può aver permesso la sopravvivenza di questo gruppo gondwanico nell'Eocene e i fattori che causarono la loro estinzione non colpirono l'Antartide.

La penisola antartica, nell'Eocene, era un luogo molto diverso dall'attuale: le condizioni geologiche della formazione La Meseta indicano che, circa 40 milioni di anni fa, esisteva una foresta popolata da una fauna diversificata, con caratteristiche simili a quelle presenti in Patagonia. Vi erano marsupiali frugivori e insettivori (Polydolopidae), bradipi minuscoli, erbivori brucatori di media e grande taglia (gli sparnoteriodontidi e l'astrapoterio Antarctodon), rapaci diurni, grandi uccelli terrestri e pinguini. Sembra che alla fine dell'Eocene il clima fosse diventato inadatto a una fauna di questo tipo, risultando sempre più freddo.

Un gruppo enigmatico modifica

Le affinità del gruppo non sono chiare; in un primo momento dopo la scoperta, i gondwanateri vennero considerati antichi sdentati (una situazione abbastanza ironica, visto che i gondwanateri erano conosciuti solo per dei denti), e in seguito vennero accostati agli estinti multitubercolati. Le ultime supposizioni includono un ritorno alla considerazione originale (parenti degli sdentati) e l'ipotesi che fossero qualcosa di completamente diverso. Nonostante i gondwanateri non siano più considerati multitubercolati, alcuni scarsi resti descritti come ?Ferugliotherium apparterrebbero effettivamente a tale gruppo, e dimostrerebbero che un gruppo di multitubercolati visse nel Cretaceo superiore in Sudamerica.

Tassonomia modifica

Ordine †Gondwanatheria[1][2][3] McKenna 1971 [Gondwanatheroidea Krause & Bonaparte 1993]

Note modifica

  1. ^ Mikko Haaramo, †Gondwanatheria – gondwanatheres, su helsinki.fi, 2007. URL consultato il 30 dicembre 2015.
  2. ^ Archived copy, su paleofile.com. URL consultato il 30 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2016).
  3. ^ Taxonomic lists- Mammals', su paleofile.com. URL consultato il 30 dicembre 2015.
  4. ^ Nicolas Chimento, Federico Agnolin e Agustin Martinelli, Mesozoic Mammals from South America: Implications for understanding early mammalian faunas from Gondwana, in Historia Evolutiva y Paleobiogeográfica de los Vertebrados de América del Sur, maggio 2016, pp. 199–209.

Bibliografia modifica

  • Zofia Kielan-Jaworowska, Richard L. Cifelli, and Zhe-Xi Luo (2004). Mammals from the age of dinosaurs : origins, evolution, and structure, pp. 314. ISBN 0-231-11918-6.
  • Z. Kielan-Jaworowska and J. H. Hurum. (2001). Phylogeny and Systematics of multituberculate mammals. Paleontology, 44, pages 389–429.
  • M. A. Reguero, A. M. Sergio and S. N. Santillana. (2002). Antarctic Peninsula and South America (Patagonia) Paleogene terrestrial faunas and environments: biogeographic relationships. Palaeogeography-Palaeoclimatology-Palaeoecology, 179, pages 189–210.

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