Gran Premio del Sudafrica 1985

corsa automobilistica
Bandiera del Sudafrica Gran Premio del Sudafrica 1985
419º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 15 di 16 del Campionato 1985
Data 19 ottobre 1985
Luogo Kyalami
Percorso 4,104[1] km
circuito permanente
Distanza 75[1] giri, 307,8[1] km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell Bandiera della Finlandia Keke Rosberg
Williams-Honda in 1'02"366[1] Williams-Honda in 1'08"149[1]
(nel giro 74[1])
Podio
1. Bandiera del Regno Unito Nigel Mansell
Williams-Honda
2. Bandiera della Finlandia Keke Rosberg
Williams-Honda
3. Bandiera della Francia Alain Prost
McLaren-TAG Porsche

Il Gran Premio del Sudafrica 1985 è stata la quindicesima prova della stagione 1985 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa sabato 19 ottobre 1985 sul Circuito di Kyalami. La gara è stata vinta dal britannico Nigel Mansell su Williams-Honda; per il vincitore si trattò del secondo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il compagno di scuderia, il finlandese Keke Rosberg, e il francese McLaren-TAG Porsche.

Prima del Gran Premio di Las Vegas 2023, è stato l'ultimo gran premio, valido quale prova del campionato mondiale di Formula 1, che non si sia disputato di domenica.[2]

Vigilia modifica

Sviluppi futuri modifica

Bernie Ecclestone annunciò l'estensione del campionato a 19 gare, per il 1986, con l'esordio del Gran Premio d'Ungheria, e il ritorno delle gare in Messico e Spagna.[3] Sempre Ecclestone, ma in veste di patron della Brabham, svelò che stava contrattando con Niki Lauda, per averlo come pilota per la stagione 1986, anche se l'austriaco aveva già annunciato la sua volontà di ritirarsi dalla Formula 1.[4]

Analisi per il campionato costruttori modifica

La McLaren comandava la classifica con 9 punti di vantaggio sulla Scuderia Ferrari. Qualora avesse terminato la gara con 6 punti in più della scuderia italiana, avrebbe vinto il titolo costruttori.

Alain Prost si era già aggiudicato, matematicamente, il titolo per i piloti.

Aspetti tecnici modifica

La Scuderia Ferrari apportò dei nuovi turbo KKK, e rivide la forma degli scarichi wastegate, così come gli attacchi dei turbo. La vettura di Michele Alboreto venne dotata di una sottoscocca col vecchio disegno, con estrattore lungo e alettone posteriore monoplano, mentre quella di Stefan Johansson presentava una sottoscocca accorciata e un alettone supplementare. La Tyrrell utilizzò il motore Renault EF15 sulla vettura di Martin Brundle. Anche la McLaren portò nuovi turbo KKK.[3]

Aspetti sportivi modifica

L'8 ottobre Jean-Marie Balestre venne eletto alla presidenza della Federazione Internazionale dell'Automobile (nella quale svolgeva già le funzioni di presidente-delegato), succedendo a Paul Alfons von Metternich-Winneburg, in carica dal 1975, ma ormai in non più buone condizioni fisiche. Balestre era già presidente della Federazione Internazionale dello Sport Automobilistico (FISA), ovvero del settore della FIA che si occupava delle competizioni, nonché della Fédération française du sport automobile (FFSA). Tre giorni dopo la nomina a presidente della FIA venne riconfermato a capo anche della FISA.[3]

Le pressioni politiche mettevano in dubbio la tenuta del gran premio. Alcuni governi europei, tra cui quello francese, invitavano al boicottaggio di un Paese nel quale veniva praticata l'apartheid. Un altro motivo che metteva in dubbio l'effettuazione della corsa era il ritardo nell'approntamento dei lavori necessari per l'adeguamento dei box. La data della tenuta del gran premio venne comunque anticipata, dalla metà di novembre, al 19 ottobre.[5]

Al weekend del Gran Premio d'Italia venne confermata la tenuta del gran premio, pur in presenza di tensioni politiche locali sempre più forti.[6] A Monza gli organizzatori del tracciato di Imola si incontrarono, comunque, con Bernie Ecclestone, proponendosi quali soluzione alternativa alla gara di Kyalami. Nel frattempo la federazione automobilistica svedese annunciò la sua volontà di negare la possibilità ai propri piloti di gareggiare in Sudafrica: ciò avrebbe messo in dubbio la presenza di Stefan Johansson, pilota della Ferrari.[7]

Alcuni Paesi (tra cui la stessa Svezia, ma anche la Finlandia e il Brasile) chiesero alla FIA di annullare la prova. Il ministro dello Sport francese ribadì la richiesta di boicottaggio, che venne subito raccolta dalla Renault, società controllata dallo stesso governo. Non partecipando alla gara la scuderia perdeva il diritto a ricevere i premi, per i risultati della stagione.[8] Anche la Ligier era pronta a seguirne l'esempio. Il forfait del team venne annunciato nel weekend del Gran Premio d'Europa.[9] Keke Rosberg, pilota finlandese, venne raggiunto da un telegramma, inviato dal suo governo, che minacciava il ritiro della licenza, se avesse partecipato alla gara.[10]

Durante una conferenza stampa tenuta a Spa, al Gran Premio del Belgio, il presidente della FISA Jean-Marie Balestre confermò invece la gara, affermando come il governo sudafricano non imponesse discriminazioni per l'evento sportivo. Balestre, però, annunciò l'invio di osservatori sul posto, al fine di controllare la situazione dell'ordine pubblico. Solo in caso di problemi di sicurezza il gran premio sarebbe stato cancellato.[11] Un problema ulteriore era la decisione di alcuni canali televisivi, come la francese Antenne 2, di non trasmettere comunque l'evento. Tale decisione avrebbe avuto riflessi sui contratti commerciali, firmati dalla FOCA.[12] Anche la RAI decise di non mandare in onda il Gran Premio, lasciando la diffusione dell'evento in esclusiva a Telemontecarlo (similmente vent'anni dopo, al seguito della morte di papa Giovanni Paolo II, la RAI deciderà di trasmettere il Gran Premio del Bahrain solo in differita).[13]

Venne ipotizzato che, in caso di conquista del titolo per Prost, nel Gran Premio d'Europa, la gara potesse venir definitivamente cancellata.[14] Prost non seguì la raccomandazione del governo del suo Paese, e partecipò al week end, anche se giunse in ritardo in Sudafrica, dopo aver perso l'aereo a Ginevra. Il neocampione del mondo arrivò all'autodromo solo mezz'ora prima delle prove del venerdì.[15]

La Marlboro e la Barclays chiesero, rispettivamente a McLaren e Arrows, di non fare apparire i loro marchi sulle vetture. Lo stesso fece la compagnia statunitense Beatrice alla scuderia Haas.

La situazione divenne ancora più tesa a seguito all'esecuzione di Benjamin Moloïse, il giorno prima della gara, poeta nero che era stato accusato dell'uccisione di un poliziotto.[3] In realtà la situazione attorno all'autodromo era tranquilla, anche se le presenze degli spettatori erano molto scarse.[16]

Zakspeed e RAM non presero parte alla corsa, nel caso di quest'ultima a causa di difficoltà economiche.

Dopo aver saltato due gran premi, per un infortunio a un polso, Niki Lauda tornò alla guida della sua McLaren, mentre la Tyrrell ingaggiò, solo per questa gara, Philippe Streiff, lasciato libero dalla Ligier.[3]

Qualifiche modifica

Resoconto modifica

Nella prima giornata di prova il tempo migliore venne colto da Keke Rosberg, che ottenne anche il nuovo record del tracciato, un secondo e otto decimi più veloce del record precedente, che apparteneva a Nelson Piquet, fatto segnare l'anno precedente. I primi 5 della classifica furono capaci di fare meglio del vecchio tempo limite. Il brasiliano fu però il pilota che toccò la punta più alta di velocità, 339 km/h, alla fine del rettilineo.

Alle spalle del finlandese si piazzò il suo compagno di scuderia, alla Williams, Nigel Mansell, che precedette Piquet e il duo della Lotus. Più arretrate furono le Ferrari, con Alboreto settimo e Johansson nono, e le McLaren (Lauda ottavo, Prost undicesimo). Le vetture di Maranello non riuscivano ad avere aderenza, e così decisero, per la seconda giornata di prove, di eliminare gli alettoni triplani, ritornare allo scivolo completo e agli assetti di inizio stagione.[16]

Al venerdì Mansell strappò la pole position al compagno di scuderia Rosberg, che venne preceduto anche da Piquet. Il britannico toccò i 340 km/h alla fine del primo rettilineo, conquistando la sua seconda partenza al palo in carriera. La seconda fila venne completata da Ayrton Senna, seguito ora da Marc Surer. Furono molto deludenti le prestazioni della Ferrari: le due vetture retrocessero in ottava fila, senza che la scuderia riuscisse a venire a capo dei gravi problemi tecnici. Le vetture italiane avevano una velocità di punta di 314 km/h.[3][17]

Risultati modifica

I risultati delle qualifiche[18] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 5   Nigel Mansell   Williams-Honda 1'02"366 1
2 7   Nelson Piquet   Brabham-BMW 1'02"490 2
3 6   Keke Rosberg   Williams-Honda 1'02"504 3
4 12   Ayrton Senna   Lotus-Renault 1'02"825 4
5 8   Marc Surer   Brabham-BMW 1'04"088 5
6 11   Elio De Angelis   Lotus-Renault 1'04"129 6
7 19   Teo Fabi   Toleman-Hart 1'04"215 7
8 1   Niki Lauda   McLaren-TAG Porsche 1'04"283 8
9 2   Alain Prost   McLaren-TAG Porsche 1'04"376 9
10 18   Thierry Boutsen   Arrows-BMW 1'04"518 10
11 17   Gerhard Berger   Arrows-BMW 1'04"780 11
12 22   Riccardo Patrese   Alfa Romeo 1'04"948 12
13 20   Piercarlo Ghinzani   Toleman-Hart 1'05"114 13
14 23   Eddie Cheever   Alfa Romeo 1'05"260 14
15 27   Michele Alboreto   Ferrari 1'05"268 15
16 28   Stefan Johansson   Ferrari 1'05"388 16
17 3   Martin Brundle   Tyrrell-Renault 1'05"549 17
18 33   Alan Jones   Lola-Hart 1'05"731 NP[19]
19 4   Philippe Streiff   Tyrrell-Renault 1'06"205 18
20 29   Pierluigi Martini   Minardi-Motori Moderni 1'08"658 19
21 24   Huub Rothengatter   Osella-Alfa Romeo 1'09"873 20

Gara modifica

Resoconto modifica

Alan Jones diede forfait per la gara, ufficialmente perché indisposto a causa di un virus; tuttavia anni dopo lo stesso Jones ammetterà di essersi trattato pure nel suo caso di un boicottaggio legato all'apartheid, forzatamente "mascherato", per non mettere in difficoltà mediatica lo sponsor Beatrice Foods della sua squadra.[20]

Al via Nigel Mansell mantenne il comando della gara, davanti a Piquet, Surer, Senna e De Angelis. mentre Keke Rosberg partì male, per un problema al motore, perdendo diverse posizioni. Nel corso del primo De Angelis passò sia Senna che Surer; l'elvetico subì il sorpasso anche da Senna, Rosberg e Lauda. Il pilota della Brabham si ritirò già al terzo giro, per un guaio al propulsore.

Rosberg effettuò una veloce rimonta, che lo portò, già al quinto giro, alle spalle di Mansell. Al sesto giro Ayrton Senna, approfittando di un problema ai freni della vettura di De Angelis, passò il compagno di team. Nello stesso giro anche l'altro pilota della Brabham, Piquet, dovette abbandonare la corsa. Dopo due giri si ritirò anche Senna, mentre Rosberg si impose in prima posizione, passando Mansell, sul rettilineo dei box.

Rosberg rimase al comando per un solo giro. La sua Williams scivolò su una chiazza d'olio lasciata dalla vettura di Piercarlo Ghinzani; il finlandese uscì di pista, ma riuscì a rientrare sul tracciato, anche se in quinta posizione. Mansell, capace di evitare il pericolo, poté recuperare la prima posizione. Prost passò De Angelis, che costretto a passare sulla macchia d'olio, rallentò, e fu infilato anche da Lauda. Mansell guidava la gara, davanti a Prost, Lauda, De Angelis, Rosberg e Martin Brundle.

Al diciassettesimo giro Rosberg prese la posizione a De Angelis, alla Crowthorne. Il finlandese, dieci giri dopo, effettuò il cambio gomme, ricedendo di nuovo la posizione al pilota della Lotus e a Brundle, che però passò quasi subito. Al trentunesimo giro si fermò anche Elio De Angelis; nel frattempo il duo della McLaren si era avvicinato, a meno di un secondo da Mansell.

Lauda si ferma al trentatreesimo giro: un problema con lo pneumatico anteriore destro gli fa perdere diversi secondi, ma l'austriaco rientra in gara ancora terzo. Due giri dopo tocca anche ad Alain Prost: anche in questo caso la sosta non è perfetta, tanto che il francese riprese la gara alle spalle di Lauda. Ora Mansell comandava con trenta secondi di margini su Lauda (anche se dietro a Mansell c'era Stefan Johansson doppiato), 35 e mezzo su Prost e 36 su Rosberg.

Al trentottesimo giro Mansell si fermò per cambiare le gomme. Nello stesso giro Lauda, per un problema al turbo, fu costretto al ritiro. Il britannico rimase in testa, ma con meno di un secondi di margine su Prost. Rosberg, in crisi con le gomme, fu costretto a una seconda sosta, al quarantottesimo giro. Il finlandese riusciva a recuperare, sul duo di testa, due secondi a giro.

Prost scontava problemi al motore; peggio andò a De Angelis, ritirato al cinquantatreesimo giro. Rosberg, al settantunesimo giro, passò Prost, alla Sunset. Rosberg mise poi alla rincorsa di Mansell, staccato di 8 secondi.

All'ultimo giro il motore della vettura di Prost cessò di funzionare, ma il francese riuscì, anche se molto lentamente, a tagliare il traguardo.

Mansell condusse fino al termine, vincendo per la seconda volta consecutiva davanti al compagno di squadra Rosberg e a Prost. Per la Williams si trattò della prima doppietta dal Gran Premio del Brasile 1981. Stefan Johansson precedette sul traguardo le due Arrows di Gerhard Berger (al primo arrivo a punti nel mondiale) e Thierry Boutsen.[3][21]

Risultati modifica

I risultati del gran premio[22] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 5   Nigel Mansell   Williams-Honda 75 1h28'28"866 1 9
2 6   Keke Rosberg   Williams-Honda 75 +7"572 3 6
3 2   Alain Prost   McLaren-TAG Porsche 74[23] +1 giro 9 4
4 28   Stefan Johansson   Ferrari 74 +1 giro 16 3
5 17   Gerhard Berger   Arrows-BMW 74 +1 giro 11 2
6 18   Thierry Boutsen   Arrows-BMW 74 +1 giro 10 1
7 3   Martin Brundle   Tyrrell-Renault 73 +2 giri 17
Rit 11   Elio De Angelis   Lotus-Renault 52 Motore 6
Rit 29   Pierluigi Martini   Minardi-Motori Moderni 45 Radiatore 19
Rit 1   Niki Lauda   McLaren-TAG Porsche 37 Motore 8
Rit 4   Philippe Streiff   Tyrrell-Renault 16 Incidente 18
Rit 27   Michele Alboreto   Ferrari 8 Motore 15
Rit 12   Ayrton Senna   Lotus-Renault 8 Motore 4
Rit 7   Nelson Piquet   Brabham-BMW 6 Motore 2
Rit 20   Piercarlo Ghinzani   Toleman-Hart 4 Motore 13
Rit 19   Teo Fabi   Toleman-Hart 3 Motore 7
Rit 8   Marc Surer   Brabham-BMW 3 Motore 5
Rit 24   Huub Rothengatter   Osella-Alfa Romeo 1 Problema elettrico 20
Rit 23   Eddie Cheever   Alfa Romeo 0 Collisione con R.Patrese 14
Rit 22   Riccardo Patrese   Alfa Romeo 0 Collisione con E.Cheever 12
NP 33   Alan Jones   Lola-Hart

Classifiche modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f (EN) Darren Galpin, 1985 Grand Prix of South Africa, su silhouet.com. URL consultato l'8 febbraio 2010.
  2. ^ Lorenzo Pastuglia, F1, a Las Vegas si corre di sabato: quando il Mondiale non si è corso di domenica, su gazzetta.it, 4 aprile 2022. URL consultato il 28 gennaio 2022.
  3. ^ a b c d e f g (FR) 15. Afrique du Sud, su statsf1.com. URL consultato il 25 gennaio 2023.
  4. ^ Ecclestone vuole Lauda, in La Stampa, 19 ottobre 1985, p. 23. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  5. ^ (FR) 11. Pays-Bas 1985, su statsf1.com. URL consultato il 9 marzo 2022.
  6. ^ (FR) 12. Italie 1985, su statsf1.com. URL consultato il 14 marzo 2022.
  7. ^ Sudafrica e Australia ora rischiano di saltare, in La Stampa, 7 settembre 1985, p. 21. URL consultato il 16 marzo 2022.
  8. ^ Cristiano Chiavegato, Renault spezza il fronte: no a Kyalami, in La Stampa, 13 settembre 1985, p. 27. URL consultato il 6 maggio 2022.
  9. ^ (FR) 14. Europe 1985, su statsf1.com. URL consultato il 7 gennaio 2021.
  10. ^ Telegramma per Rosberg "Se corri, addio licenza", in La Stampa, 13 settembre 1985, p. 27. URL consultato il 6 maggio 2022.
  11. ^ Balestre: "Ecco perché andremo a Kyalami", in La Stampa, 15 settembre 1985, p. 25. URL consultato il 12 maggio 2022.
  12. ^ (FR) 13. Belgique 1985, su statsf1.com. URL consultato il 2 maggio 2022.
  13. ^ La Rai rifiuta di trasmettere il Gran Premio del Sudafrica, in La Stampa, 19 ottobre 1985, p. 1. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  14. ^ Stufette al supermercato per riscaldare le gomme, in La Stampa, 6 ottobre 1985, p. 29. URL consultato il 9 agosto 2022.
  15. ^ Prost c'era ma dormiva, in La Stampa, 18 ottobre 1985, p. 27. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  16. ^ a b Cristiano Chiavegato, Sfreccia Rosberg tra l'indifferenza, in La Stampa, 18 ottobre 1985, p. 27. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  17. ^ Cristiano Chiavegato, Anche le Alfa davanti alle Ferrari, in La Stampa, 19 ottobre 1985, p. 23. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  18. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  19. ^ Alan Jones non prese parte alla gara. Tutti i piloti qualificati alle sue spalle scalarono di un posto in griglia.
  20. ^ GP Sudafrica 1985: Ecclestone pagò Alan Jones per non correre, su formulapassion.it, 6 marzo 2021.
  21. ^ (EN) Grand Prix Results: South African GP, 1985, su grandprix.com. URL consultato l'8 febbraio 2010.
  22. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com.
  23. ^ Prost non fu doppiato da Mansell, ma il suo ultimo giro fu considerato troppo lento e non fu quindi conteggiato. ((EN) 1985 South African Grand Prix, su formula1.com. URL consultato l'8 febbraio 2010.)
  24. ^ Per l'assegnazione del Titolo piloti erano validi solo undici risultati su sedici gare; tra parentesi sono riportati i punti totali ottenuti dal pilota, fuori quelli validi per il Campionato
  25. ^ Alain Prost già campione del mondo.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1985
                               
   

Edizione precedente:
1984
Gran Premio del Sudafrica Edizione successiva:
1992
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