Grande Russia (partito politico)

partito politico russo

Velikaya Rossiya (in russo Великая Россия?, letteralmente Grande Russia[2][3][4]) è un partito politico ultra-nazionalista di estrema destra russo[5] che è stato associato al neonazismo.

Velikaya Rossiya
PresidenteAndrey Savelyev
StatoBandiera della Russia Russia
Fondazione3 Maggio 2007
IdeologiaNazionalismo russo[1]
CollocazioneEstrema destra[1]
Iscritti59 368 (2007)
Slogan(Il volere della nazione al posto della dittatura dell'oligarchia) (In Russo: Воля нации вместо диктатуры олигархии!)
Sito webwww.velikoross.ru/
Bandiera del partito

Storia modifica

È stato creato come alleanza elettorale nell'aprile 2007 dall'ex leader e parlamentare di Rodina Dmitry Rogozin, assieme al suo nuovo partito, il Congresso delle comunità russe (formato da altri ex esponenti di Rodina, ai quali Russia Giusta aveva rifiutato l'ingresso nel partito), e al Movimento contro l'immigrazione illegale.[6][7].

Ufficialmente il partito fu fondato il 5 maggio 2007, per evitare accuse di estremismo il suo regolamento fu copiato quasi alla pari da quello di Russia Giusta, partito già elettoralmente registrato[8].Il presidente del partito fu fin dall'inizio Andrei Saveliyev (l'unico ex parlamentare di Rodina che si era opposto alla sua trasformazione in Russia Giusta).[1][9]

I colori del partito sono l'arancione e il giallo della tigre dell'Amur. Dmitry Rogozin sostenne di aver avuto l'idea di usare la tigre come logo del partito dopo aver appreso che il numero di esemplari della specie nel 2006 era aumentato per la prima volta nella storia.

Velikaya Rossiya dichiarò inizialmente di sostenere la candidatura del presidente bielorusso Alexander Lukashenko a presidente della Russia nel 2008, una candidatura inammissibile in quanto Lukashenko non è cittadino russo. Rogozin affermò anche che il partito avrebbe partecipato alle elezioni parlamentari del 2007. Secondo i sondaggi questo partito avrebbe avuto buone possibilità di superare la soglia del sette per cento necessaria per l'ingresso nella Duma.[10], Aleksandr Konovalov, del Centre for Strategic Assessment and Analysis, arrivò a stimare che avrebbe potuto raggiungere il 17-20% di voti in libere elezioni, e Rogozin affermò di puntare alla vittoria elettorale col 25% dei voti, aiutato in questo da una fuga di aderenti dal partito Russia Giusta verso il suo[11].

Nonostante il probabile sostegno da parte di alcuni siloviki,[6] il 24 luglio 2007 a Velikaya Rossiya è stata negata la registrazione da parte del Servizio di registrazione federale, ufficialmente per un insufficiente numero di iscritti e per problemi statutari[9] (nonostante lo statuto del partito ricalcasse quello di Russia Giusta).[6] Dopo un tentativo di ricorso, al partito venne nuovamente negata la registrazione e quindi non poté partecipare alle elezioni legislative del dicembre 2007.[10] Il Cremlino inoltre accusò il partito di ricevere finanziamenti dal miliardario oppositore di Putin Boris Berezovskij.[9]

La concessione della registrazione elettorale fu negata nonostante Rogozin svolgesse un'opposizione estremamente moderata verso il Cremlino (sarà anzi nominato ambasciatore russo presso la NATO nel 2008). Tale diniego è stato interpretato da alcuni analisti come dovuto al fatto che il Cremlino nel 2007 non avesse bisogno della presenza dei nazionalisti per manipolare le elezioni.[7][9] Altri invece vi hanno visto una conferma della politica già adottata contro Rodina nel 2005, quando a quest'ultimo partito, manipolato dall'alto fin dalla fondazione per controllare l'ambiente nazionalista, venne vietato di partecipare alle elezioni quando stava divenendo troppo forte e troppo estremista.[1]

Ideologia modifica

Velikaya Rossiya nel 2007 si autoraffigurava come un partito nazional-conservatore, sostenendo di voler rompere la frattura tra forze liberali e sociali e imporre quella tra forze nazionali e anti-nazionali.[9] Il partito sostiene l'idea di una Russia solo per veri russi, vale a dire coloro cresciuti nella cultura e nei valori russi. Inoltre è radicalmente contrario a qualsiasi influenza straniera. A livello ideologico si riconosce inoltre nella cosiddetta Russkaya doktrina (letteralmente "dottrina russa"), un testo nazionalista conservatore redatto nel 2005 che vede al centro della propria idea la civilizzazione russa, opposta all'idea dei nazionalismi degli stati nazione, visti anzi come strumenti che (come nei casi delle cosiddette rivoluzioni colorate) sovvertono le antiche tradizioni.[12]

Note modifica

  1. ^ a b c d (EN) Alexander Verkhovsky, The Ultra-Right in Russia in 2012, su sova-center.ru, SOVA Center for Information and Analysis, 2012.
  2. ^ Andrea Grazioso, Russia, una società ormai troppo complessa (PDF), in Osservatorio Strategico, XIV, n. 1, Centro militare di studi strategici, gennaio 2012, pp. 21-23.
  3. ^ Esiste davvero un’opposizione in Russia?, in Critica Sociale.
  4. ^ Daniele Scalea, Politica russa in fermento in vista del 2008, su ariannaeditrice.it, 16 maggio 2007.
  5. ^ (EN) Racism and Xenophobia in March 2015, su sova-center.ru, SOVA Center for Information and Analysis. URL consultato il 6 ottobre 2022.
  6. ^ a b c (EN) Luke March, Managing Opposition in a Hybrid Regime: Just Russia and Parastatal Opposition, in Slavic Review, vol. 68, n. 3, Association for Slavic, East European, and Eurasian Studies, 2009, p. 522, DOI:10.1017/S0037677900019707.
  7. ^ a b (EN) Floriana Fossato e John Lloyd, The Web that failed. How opposition politics and independent initiatives are failing on the internet in Russia, collana RISJ Challenges, Oxford, Reuters Institute for the Study of Journalism, 2008, pp. 22-23, ISBN 978-0-9558889-1-5.
  8. ^ R. Horvath, p. 161.
  9. ^ a b c d e (EN) Marlène Laruelle, Nationalism as Populism: The Protestation Parties, in In the Name of the Nation. Nationalism and Politics in Contemporary Russia, New York, Palgrave Macmillan, 2009, p. 107, DOI:10.1057/9780230101234, ISBN 978-1-349-38117-3.
  10. ^ a b (EN) Great Russia Refused Registration, in The Moscow Times, 30 agosto 2008. URL consultato il 10 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2008).
  11. ^ R. Horvath, p. 162.
  12. ^ (EN) Joachim Diec, Main varieties of Russian nationalism in the post-Soviet period and their relationship to European heritage and contemporariness, in Joanna Sondel-Cedarmas e Francesco Berti (a cura di), The Right-Wing Critique of Europe. Nationalist, Sovereignist and Right-Wing Populist Attitudes to the EU, Londra, Routledge, 2022, p. 169, DOI:10.4324/9781003226123, ISBN 9781003226123.

Bibliografia modifica

  • (EN) Robert Horvath, Putin's Preventive Counter-Revolution: Post-Soviet Authoritarianism and the Spectre of Velvet Revolution, Routledge, 2013.

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica