Grimspound è un sito archeologico del parco nazionale del Dartmoor, nella contea inglese del Devon (Inghilterra sud-occidentale): si tratta dei resti di un villaggio dell'Età del Bronzo [1][2][3][4][5][6], formato da 24 casupole[1][3][5] disposte a cerchio[5] e che in origine dovevano essere state fornite di un tetto in paglia o in torba[5].

Grimspound
Civiltà?
UtilizzoInsediamento abitativo
Localizzazione
StatoBandiera del Regno Unito Regno Unito
ConteaDevon
Dimensioni
Superficie6 000 
Amministrazione
EnteEnglish Heritage
Visitabile
Sito webwww.english-heritage.org.uk/daysout/properties/grimspound/
Mappa di localizzazione
Map
Il sito archeologico di Grimspound, nel Devon
Mappa di Grimspound, pubblicata in A Book of Dartmoor (1907)

Il sito fu sottoposto a scavi e ricostruito nel corso del XIX secolo dal Dartmoor Exploration Committee[3] ed è di proprietà dell'English Heritage.[1][4]

Ubicazione modifica

Il sito si trova in un valico, che si trova poco a sud dell'Hookney Tor e poco a nord dell'Hameldown Tor[2][3], a sud della località di Drewsteignton[6] e ad ovest/nord-ovest della località di Manaton[6].

Origini del nome modifica

Il sito fu menzionato per la prima volta con il nome di "Grimspound" nel 1797 dal reverendo Richard Polwhele.[1][2]

Nel Dartmoor si ritrovano altri luoghi con nomi simili (come Grims Lake, Grim's Grave, Grims Dyke, Grimesthorpe, Grimsbury, Grimsby e Grims Ditch)[1]: si tratta di un nome che deriva dall'antico nordico grimr, che era uno degli appellativi del dio Odino [1]. Il termine sarebbe stato poi utilizzato dai Sassoni con il significato di "diavolo"[1] e si ipotizza che tale termine sia stato utilizzato da questo popolo per indicare un sito preistorico considerato "diabolico".[1]

Per quanto riguarda invece il secondo termine che compone il nome, ovvero pound, si tratta di un termine largamente utilizzato nel Dartmoor per indicare dei siti preistorici cinti da mura.[1]

Caratteristiche modifica

Il sito occupa un'area di circa 6000 m1[1] e si trova a 450 metri sul livello del mare[1].

Il sito è circondato da una cinta muraria.[1]

 
La cinta muraria che circonda il sito

Le capanne che lo formano hanno un diametro che va dai 2 ai 5 metri.[3]

Ipotesi sulle origini del sito modifica

Sulle origini del sito sono state formulate ipotesi più o meno fantasiose: in Grimspound alcuni studiosi hanno visto un sito vichingo, altri una città romana, altri ancora un tempio druido, altri un forte dell'Età del Ferro, ecc.[1]

È stato tuttavia appurato che l'origine del sito sia da collocare nell'Età del Bronzo e, più precisamente alla metà dell'Età del Bronzo[2] o - secondo l'English Heritage - nella tarda Età del Bronzo.[1][4] Lo proverebbero i pochi manufatti ritrovati in loco e risalenti a quel periodo[2], anche se il sito potrebbe essere più recente[2].

Tra le teorie più plausibili, vi è quella che si trattasse dell'insediamento di una comunità dedita all'allevamento e alla pastorizia, utilizzato durante il periodo della transumanza.[1] Secondo un'altra ipotesi, che prende in considerazione l'altezza della cinta muraria, si tratterebbe invece di una costruzione che aveva scopi difensivi.[1]

Studi modifica

Tra gli studi più importanti sul sito, vi è una mappa realizzata nel 1829 da A.C. Shillibear: la mappa, conservata nel Sites And Monuments Register di Exeter, mostra com'era il sito prima che la sua forma "originale" fosse inficiata dalla principale opera di scavi.[2]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Legendary Dartmoor: Grimspound, su legendarydartmoor.co.uk. URL consultato il 22 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2012).
  2. ^ a b c d e f g Westcott, Andrew, Grimspound: A study of this ancient bronze age settlement on Dartmoor, South-West England Archiviato l'11 settembre 2012 in Internet Archive.
  3. ^ a b c d e Stone Circles: Grimspound
  4. ^ a b c English Heritage: Grimspound
  5. ^ a b c d A.A.V.V., Key Guide - Gran Bretagna, Touring Club Italiano, Milano, 2007, p. 268
  6. ^ a b c A.A.V.V., Gran Bretagna, Dorling Kindersley, Londra - Mondadori, Milano, 1996 e segg.

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