Guerino di Turgovia

Guerino, Guerin, Warin in francese, Guerí in catalano e Guarnarius o Werisius in latino (... – 20 maggio 774[1]), è stato un nobile franco che ha lasciato molte tracce nella storia della Germania nella metà dell'VIII secolo.

Guerino di Turgovia
Stemma dei Welfen
Conte di Turgovia
Nascita?
Morte20 maggio 774
ConsorteAdelinde
FigliIsanbard
Swabo

Origine modifica

Guerino era sposato con Adelinde, entrambi sono i fondatori dell'abbazia di Buchau 770[1]. Adelinde viene specificato come figlia di Ildeprando duca di Spoleto[2][3]. Secondo il cronista Ekkehard IV, la nobile discendenza della casata alla famiglia dei Welfen, denominati anche Guelfi, viene fatta risalire ai vecchi Guelfi, che ebbero come capostipite Ruthard († prima del 31 agosto 790), nominato dal sovrano carolingio, assieme al pari dignitario conte Warin o Guerino[4] in qualità di administratores Alamanniae[5][6]. Fu nonno di Guerino di Provenza.

Biografia modifica

Dopo la strage di Canstatt da parte del maestro di palazzo franco Carlomanno nel 746, quel che rimaneva dell'autonomia alemanna finì sotto la crescente pressione degli interessi franco-carolingi e furono sempre più spinti indietro. appartenente all'ambito alemanno, di venir coinvolto nella controversia. Così nel 747, sotto le pressioni di Pipino il Breve, fu introdotta da Otmar anche nel monastero di San Gallo la regola benedettina. Poiché Otmar si adeguò, il monastero fu in risposta ricompensato con donazioni di terre.

Guerino dopo l'annessione del ducato Alemanno da parte Carolingi e la sanguinosa strage di Cannstatt (746), Guerino, con il conte Ruthard[7][8], organizzarono la creazione della contea sotto il dominio franco[9]. Fu attivo principalmente a sud del lago di Costanza, mentre Ruthard a lavorato a nord dello stesso[10].

Lo stesso capitò anche al monastero di San Gallo ed all'abate Otmar: nonostante le tensioni fra i carolingi e gli Alemanni, il monastero visse sotto Otmar una prima fioritura. All'interno si sviluppò molto la vita spirituale dei monaci e verso l'esterno ci si dedicò molto al compito di curare i poveri e gli ammalati. Otmar organizzò la infrastruttura adatta a ciascuno: così fece costruire un ricovero per i poveri, un nosocomio per malati incurabili e un lebbrosario che è la più antica struttura nella storia della medicina svizzera. Otmar si dedicò inoltre personalmente all'applicazione dei suoi progetti come alla cura degli ammalati.

Probabilmente da queste opere di carità risultava una rilevante affinità con il popolo alemanno. Ciò, unitamente all'autonomia del monastero, suscitò nei franchi Guerino o Warin e Ruthard, conti nominati[11] nel corso delle controversie fra franchi ed alemanni, un crescente malcontento, che si manifestò in alcune liti sul possesso di terre vicine. A questo proposito sorsero tensioni a causa delle rivendicazioni da parte del vescovo di Costanza Sidonio, che voleva porre il monastero sotto il controllo della sua diocesi[12]: egli riuscì a trarre dalla sua parte Guerino e Ruthard grazie alla cessione di diverse terre[13]. Questi conflitti si conclusero nel 759 con una congiura ordita dal monaco infedele Lamperto che portò alla reclusione di Otmar. Egli fu portato con false accuse di adulterio e reati a sfondo sessuale dinnanzi ad un tribunale ordinario e condannato a morire di fame, esposto sulla piazza reale. La pena fu poi mitigata e quindi Otmar fu trasferito sotto custodia nell'isola Werd, sul lago di Costanza, ove nel novembre del medesimo anno morì[12][14].

Il re Corrado I di Franconia visitò nel dicembre del 911 il monastero di San Gallo e la tomba di Otmar lo definisce "Figlio dell'inferno".

Suo figlio Isanbard assunse la direzione dell'ufficio come conte nel Thurgau, cercò un'intesa con l'abbazia di San Gallo[15][16].

Guerino morì il 20 maggio 774[1].

Famiglia e figli modifica

Guerino di Poitou, conte di Parigi[17], nipote di San Basino[18] di Treviri[19][20] membro della famiglia Guideschi[21]. Parente di Milone di Treviri, figlio di Liutvino di Treviri e nipote di Guerino di Poitou.[22][23]

Guerino sposò Adelinde, figlia di Ildeprando duca di Spoleto, da cui ebbe due figli:

Guelfo da Edvige ebbe quattro figli:

Note modifica

  1. ^ a b c Lex Warin
  2. ^ Andreas Thiele, Tafel 27
  3. ^ siehe Artikel zum Kloster Buchau
  4. ^ https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k3143030/f51.item Recueil des historiens des Gaules et de la France...
  5. ^ Wolfgang Hartung: Die Herkunft der Welfen aus Alamannien. S. 23–55 (Digitalisat, PDF)
  6. ^ Josef Fleckenstein, Michael Borgolte
  7. ^ Bezeichnung von Walahfrid Strabo, s. Borgolte
  8. ^ Lexikon des Mittelalters, Josef Fleckenstein
  9. ^ Bezeichnung von Walahfrid Strabo, s. Michael Borgolte
  10. ^ Lexikon des Mittelalters, Fleckenstein
  11. ^ Ekkehard IV. 12, 16 und 21
  12. ^ a b Michael Borgolte
  13. ^ Gian Carlo Alessio (a cura di), Ratperto, 2 [6], in Cronache di San Gallo, traduzione di Gian Carlo Alessio, Torino, Giulio Einaudi Editore, p. 11, ISBN 88-06-17085-6.
  14. ^ Niederstätter, S. 97; Michael Borgolte
  15. ^ a b c d Isanbart (Des Franken).
  16. ^ a b Isanbart Biography & Family History.
  17. ^ (DE) Gerwin, Graf von Paris in (DE) Genealogie Mittelalter
  18. ^ San Basino di Treviri - Santi e Beati
  19. ^ (EN) Basil (ed) Watkins, Book of Saints (Reference), 7th, A&C Black, 2002, p. 655, ISBN 0-7136-5300-0.
  20. ^ (EN) Stephen Bunson Margaret R Bunson, Matthew Bunson, Our Sunday Visitor's Encyclopedia Of Saints - Revised, Our Sunday Visitor Publishing, 2003, p. 1008, ISBN 1-931709-75-0. URL consultato il 2 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2016).
  21. ^ Josef Fleckenstein (nato il 18 febbraio, 1919 in Kämmeritz vicino Querfurt , † 4 novembre, 2004 a Gottinga) è stato un tedesco storico che ha studiato la storia del Medioevo.
  22. ^ Duchesne André, Histoire généalogique de la maison de Vergy justifiée par chartes, tiʆtres, arrests, & aultres bonnes & certaines preuves, Paris, Sébastien Cramoisy, 1625, pp. 23-33.
  23. ^ "Dissertation on the origins of the preux de Vergy", Bollettino di storia, letteratura e arte religiosa della diocesi di Digione , vol. 16,1848, pag. 156-164
  24. ^ Hedwig or Heilwig, Duchess of Bavaria at connectedbloodlines.com.
  25. ^ a b c (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus II, Thegani Vita Hludovici Imperatoris, pag 596, par. 26 Archiviato il 1º gennaio 2019 in Internet Archive.
  26. ^ a b (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus VI, Annalista Saxo, pag 572, anno 819
  27. ^ (LA) Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus II, Thegani Vita Hludovici Imperatoris, pag 597, par. 36 Archiviato il 19 novembre 2018 in Internet Archive.
  28. ^ (EN) #ES Genealogy: casato dei Guelfi - Judith
  29. ^ (EN) Foundation for Medieval Genealogy :SWABIA - Judith

Bibliografia modifica

Letteratura modifica

  • Wolfgang Hartung: Die Herkunft der Welfen aus Alamannien. S. 23–55 (Digitalisat, PDF)
  • Ekkehard IV. (St. Gallen): St. Galler Klostergeschichten (= Ausgewählte Quellen zur Deutschen Geschichte des Mittelalters. Bd. 10). Übersetzt von Hans F. Haefele. 5., bibliographisch aktualisierte und um einen Nachtrag erweiterte Auflage. Mit einem Nachtrag von Steffen Patzold. Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 2013, ISBN 978-3-534-26033-1.
  • Hans Jänichen: Warin, Ruthard und Scrot. Besitzgeschichtliche Betrachtungen zur Frühgeschichte des Stiftes Buchau. In: Zeitschrift für Württembergische Landesgeschichte. Bd. 14, 1955, S. 372–384.
  • Josef Fleckenstein: Über die Herkunft der Welfen und ihre Anfänge in Süddeutschland. In: Gerd Tellenbach (Hrsg.): Studien und Vorarbeiten zur Geschichte des Großfränkischen und frühdeutschen Adels (= Forschungen zur Oberrheinischen Landesgeschichte. Bd. 4, ISSN 0532-2197 (WC · ACNP)). Albert, Freiburg (Breisgau) 1957, S. 71–136.
  • Michael Borgolte: Die Grafen Alemanniens in merowingischer und karolingischer Zeit. Eine Prosopographie (= Archäologie und Geschichte. Bd. 2). Thorbecke, Sigmaringen 1986, ISBN 3-7995-7351-8 (Zugleich: Freiburg (Breisgau), Universität, Habilitations-Schrift, 1981/1982).
  • Rudolf Schieffer: Die Karolinger (= Kohlhammer-Urban-Taschenbücher. 411). Kohlhammer, Stuttgart u. a. 1992, ISBN 3-17-010759-3.
  • Andreas Thiele (Historiker): Erzählende genealogische Stammtafeln zur europäischen Geschichte. Band 1: Deutsche Kaiser-, Königs-, Herzogs- und Grafenhäuser. Teilband 1. 2., überarbeitete und erweiterte Auflage. R. G. Fischer, Frankfurt am Main 1993, ISBN 3-89406-965-1, Tafel 27.
  • Alois Niederstätter, Welfische Spuren südlich des Bodensees und in Rätien. In: Karl-Ludwig Ay, Joachim Jahn, Lorenz Maier(Hrsg.): Die Welfen. Landesgeschichtliche Aspekte ihrer Herrschaft (= Forum Suevicum. Beiträge zur Geschichte Ostschwabens und der benachbarten Regionen. Bd. 2). UVK – Universitätsverlag Konstanz, Konstanz 1998, ISBN 3-87940-598-0, S. 97–115.

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