H 6 (sommergibile Italia)

L'H 6 è stato un sommergibile della Regia Marina.

H 6
Descrizione generale
Tiposommergibile costiero
ClasseH
Proprietà Regia Marina
CantiereVickers Montreal, Montréal
Impostazionenovembre 1916
Varo23 aprile 1917
Entrata in servizioluglio 1917
Destino finalecatturato dai tedeschi all'armistizio, affondato a cannonate il 14 settembre 1943
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione474 t
Dislocamento in emersione360 t
Lunghezza45,8 m
Larghezza4,65 m
Pescaggio3,76 m
Profondità operativa80 m
Propulsionedue motori diesel da 490 CV
due motori elettrici da 600 CV
due eliche
Velocità in immersione 11 nodi
Velocità in emersione 12 nodi
Autonomiain superficie 3300 miglia marine a 7 nodi
in immersione 1200 miglia marine a 3,5 nodi
Equipaggio2 ufficiali, 25 sottufficiali e marinai
Armamento
Artiglieria1 cannone AA da 76/30 mm
Siluri4 tubi lanciasiluri da 450 mm
dati tratti da Navypedia, Xmasgrupsom, www.betasom.it - Classe H e da Uomini sul fondo di Giorgio Giorgerini
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Storia modifica

Dopo il completamento il sommergibile, al comando del tenente di vascello Giuliano Diaz, partì da Halifax ed attraversò l'Oceano Atlantico insieme ai gemelli H 7 ed H 8, diretto in Italia[1][2]. Nel passare lo stretto di Gibilterra, però, l'H 6 fu avvistato da una nave di pattuglia americana, l'USS Nahma, che, ritenendolo un U-Boot, lo cannoneggiò arrecandogli seri danni alla torretta, uccidendo due uomini e ferendone altri cinque[1]. Il sommergibile riuscì comunque a giungere a Cagliari, sua destinazione, dove arrivò negli ultimi giorni di ottobre del 1917[2].

Dopo le riparazioni, effettuate nell'Arsenale di La Spezia, il battello fu dislocato il 5 febbraio 1918 a Brindisi, dove entrò a far parte della II «Squadriglia Sommergibili H», per essere impiegato in funzione esplorativa e offensiva nel Basso Adriatico[1][2]. Il 18 marzo dello stesso anno si trasferì a Taranto[2]. Nel corso della prima guerra mondiale compì in tutto dieci infruttuose missioni offensivo-esplorative[1][2].

Il 2 ottobre 1918 l'H 6, insieme a diversi altri sommergibili italiani, francesi ed inglesi, venne dislocato nelle acque tra Durazzo e Cattaro in appoggio ad un'operazione di bombardamento navale ed attacco di MAS contro Durazzo[3].

Dopo il termine della guerra l'unità rimase stanziata a Brindisi, dove svolse attività addestrativa, sino al 1931, quando fu distaccato alla Flottiglia Scuola Comando con sede a Taranto, dove si trasferì[1][2].

Nel 1935 l'H 6 fu assegnato alla flottiglia di base a La Spezia[1][2].

All'entrata dell'Italia nel secondo conflitto mondiale il sommergibile faceva parte, insieme ai gemelli H 1, H 2, H 4 ed H 8, della XVII Squadriglia Sommergibili del I Grupsom di La Spezia. L'unità era al comando del tenente di vascello Ugo Giudice[1][2]. Fino al settembre 1943 l'H 6 venne impiegato in acque liguri e francesi[1][2].

Il 28 febbraio 1941 il battello fu inviato in missione difensiva nei pressi di La Spezia, rientrando il 1º marzo[4].

Nel settembre 1941, nel corso dell'operazione britannica «Halberd» (volta al rifornimento di Malta, ma che i vertici italiani ritennero potesse essere un'azione offensiva rivolta contro le coste italiane), l'H 6 fu inviato in pattugliamento difensivo nel Mar Ligure[4].

In tutta la guerra l'unità svolse complessivamente 38 missioni esplorativo-offensive, 27 di addestramento (per conto della Scuola Idrofonisti di La Spezia) e 7 di trasferimento, per totali 7411 miglia di navigazione[1][2].

Il 7 settembre 1943 l'H 6 fu inviato a Bonifacio (Corsica), dove lo sorprese l'annuncio dell'armistizio: i tedeschi gli impedirono di partire, lo catturarono e, il 14 settembre, lo affondarono a colpi di cannone poco fuori dal porto di Bonifacio[1][2] (analoga sorte toccò anche ad un altro sommergibile che si trovava a Bonifacio, il Rismondo).

Il relitto dell’H 6 si trova a circa 30 metri di profondità, un chilometro ad ovest del fanale della Madonnetta del Porto[5].

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j Sommergibili classe H5 - H6 - H7 -H8
  2. ^ a b c d e f g h i j k Classe H (1916) - Betasom - XI Gruppo Sommergibili Atlantici
  3. ^ Franco Favre, La Marina nella Grande Guerra. Le operazioni navali, aeree, subacquee e terrestri in Adriatico, p. 255
  4. ^ a b Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, pp. 280-299
  5. ^ http://www.relitti.it/relitti/generale/relitto.asp?idrelitto=166&relitto=H 6