Hamlet (album)

Album musicale di Johnny Hallyday

Il 22° album in studio di Johnny Hallyday e il suo primo doppio album, Hamlet è un'opera rock ispirata dall'omonima tragedia di William Shakespeare.[1][2]

Hamlet
album in studio
ArtistaJohnny Hallyday
Pubblicazione1976
Durata78:31
GenerePop rock
EtichettaPhilips
ProduttoreJacques Revaux
Johnny Hallyday - cronologia
Album precedente
Johnny Hallyday Story - Palais des sports
(1976)
Album successivo
C'est la vie
(1977)

Accoglienza modifica

Frutto di un lavoro di preparazione di 6 anni, all'epoca l'album fu per gli standard di vendita di Hallyday un clamoroso insuccesso commerciale,[1] vendendo solo 140 000 copie.[2] Il fiasco di Hamlet portò Sylvie Vartan a cancellare il progetto di un'opera rock ispirata ad Alice nel Paese delle Meraviglie.[3]

Tracce modifica

Disco 1
  1. Ouverture (strumentale)
  2. Prologue
  3. Le vieux roi est mort
  4. Le spectre du roi
  5. L'orgie
  6. Prière du spectre à Hamlet
  7. Roi vivant
  8. J'effacerai de ma mémoire
  9. Je suis fou
  10. On a peur de lui
  11. Ophélie, oh folie
  12. L'asticot roi
  13. Je lis
  14. Quel mal te bouffe
  15. Doute
Disco 2
  1. To be or not to be
  2. Un trône est sans roi
  3. Tue-le
  4. Ta mère est putain
  5. Pour l'amour
  6. Le cimetière
  7. Écoutez (strumentale)
  8. Écoutez
  9. La mort d'Ophélie
  10. Je l'aimais - Il est fou
  11. Le duel
  12. La mort d’Hamlet
  13. Le rideau tombe

Crediti modifica

  • Testi: Gilles Thibaut
  • Musiche: Pierre Groscolas
  • Arrangiamento: Gabriel Yared e Roger Loubet
  • Tastiere: Gabriel Yared e Roger Loubet
  • Basso: Jannick Top, Christian Padovan
  • Chitarra: Slim Pezin, Jean-Pierre Azoulay
  • Batteria: Jean Schultheis, André Sitbon

Note modifica

  1. ^ a b Daniel Lesueur, Johnny Hallyday, l'Idole, + argus, Camion Blanc, 2010, pp. 357-8, ISBN 978-2-35779-639-3. URL consultato il 4 maggio 2020.
  2. ^ a b (FR) Maxime Delcourt, Johnny Hallyday, ce héros shakespearien, in L'Eventail, 6 dicembre 2017. URL consultato il 4 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2020).
  3. ^ Daniel Lesueur, op.cit., p. 246.

Collegamenti esterni modifica

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