Homi K. Bhabha

filosofo indiano

Homi Kharshedji Bhabha (Bombay, 1º novembre 1949) è un filosofo indiano naturalizzato statunitense, uno dei principali teorici del postcolonialismo; attualmente insegna all'università di Harvard, negli Stati Uniti.

Homi Kharshedji Bhabha

Biografia modifica

La sua famiglia appartiene alla minoranza parsi. Si è laureato all'Università di Mumbai e ha fatto il dottorato all'Università di Oxford. È stato senior fellow alle Università di Princeton, Pennsylvania e Chicago.

Bhabha è una delle principali voci della teoria post-coloniale. Il suo lavoro è pesantemente influenzato dal poststrutturalismo occidentale, soprattutto dagli scritti di Jacques Derrida, Jacques Lacan e Michel Foucault.

Nel suo importante libro Nation and Narration (1990) Bhabha sfida la tendenza a trattare le nazioni del terzo mondo come fossero un blocco omogeneo. Questo porta, come sostiene, all'assunto che ci sia un'identità condivisa tra gli ex stati coloniali.

Bhabha sostiene che tutto il senso dell'appartenenza ad una nazione è costruito discorsivamente: è narrativizzato. Uno dei suoi principali contributi agli studi post-coloniali è stato l'identificazione dell'ambivalenza nel dominio coloniale. In The Location of Culture (1994), Bhabha usa concetti influenzati dalla semiotica e dalla psicanalisi Lacaniana: mimicry, interstizio o ibridità. Usando questi concetti, Bhabha sostiene che la produzione culturale è migliore quando è anche più ambivalente.

Bhabha viene talvolta criticato per l'uso di un gergo indecifrabile. Nondimeno, Bhabha è un popolare oratore ed è stato invitato in molte università, tra cui:

È uno dei pochi accademici umanisti invitati a parlare al Forum Economico Mondiale di Davos.

Vita privata modifica

Bhabha è sposato con Jacqueline Bhabha, un'altra rinomata docente indiana,[1] ed è padre dell'attore Satya Bhabha.[2]

Note modifica

  1. ^ (EN) Morning with Midnight’s Child, su mumbaimirror.com. URL consultato il 19 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2012).
  2. ^ (EN) Harvard's Prize Catch, a Delphic Postcolonialist, su nytimes.com. URL consultato il 19 ottobre 2020.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN111325907 · ISNI (EN0000 0001 2321 5758 · SBN MILV078732 · Europeana agent/base/145652 · ULAN (EN500253757 · LCCN (ENn88196274 · GND (DE119556154 · BNE (ESXX856774 (data) · BNF (FRcb12419413z (data) · J9U (ENHE987007430487505171 · NDL (ENJA01004506 · CONOR.SI (SL24058467 · WorldCat Identities (ENlccn-n88196274