Il burbero di buon cuore (Goldoni)

opera teatrale di Carlo Goldoni

Il burbero di buon cuore è un'opera teatrale in tre atti in prosa di Carlo Goldoni del 1786. Si tratta della traduzione rimaneggiata de Le bourru bienfaisant, commedia scritta in francese nel 1771 e rappresentata a Parigi con grandissimo successo, tanto da essere replicata anche a corte[1].

Il burbero di buon cuore
Commedia in tre atti
AutoreCarlo Goldoni
Generecommedia
Composto nel1786
Prima assoluta1786
Venezia
Personaggi
  • Geronte
  • Dalancour, suo nipote
  • Angelica, sorella di Dalancour
  • Dorval, amico di Geronte
  • Valerio, amante di Angelica
  • Piccardo, lacchè di Geronte
  • Un lacchè di Dalancour
  • Martuccia, donna di governo di Geronte
 

La versione italiana fu molto diversa e meno convincente rispetto all'originale. Protagonista è Geronte (il burbero di buon cuore), personaggio che lascia trasparire in controluce i connotati di Pantalone[1].

Trama modifica

Parigi. Il brusco e vivace Geronte è alle prese con i dissesti economici del nipote Dalancour e con gli amori della nipote Angelica.

Poetica modifica

L'autore riadattò al gusto del pubblico veneziano settecentesco l'originario testo in francese, però senza una cura particolare, svolgendo più realisticamente la storia e utilizzando dialoghi più lunghi rispetto al testo francese cui era richiesta, invece, una maggiore brevità e scorrevolezza drammaturgica. Il testo coniuga la tipologia tradizionale della commedia di carattere di ascendenza molieresca con le nuove istanze patetiche e sentimentali del dramma borghese. Sfidando l’opera e le proposte teoriche di Diderot, evocato sul piano metateatrale dalla partita a scacchi che si gioca tra Geronte e l'amico Dorval, Goldoni costruisce un testo regolare, smentendo le accuse di essere un autore di farse e dimostrando l'avvenuta integrazione con il gusto e la tradizione comica francesi. Il personaggio di Geronte misura, dinanzi al disordine della sua famiglia, la propria inadeguatezza al vivere e la coscienza di una profonda solitudine interiore, quasi un domestico Misantropo, mentre la sua passione per il gioco degli scacchi quale unico piacere e rifugio attesta l’inquieta comicità dell’ultimo Goldoni[2].

Note modifica

  1. ^ a b G. Ortolani, Tutte le opere di C. Goldoni, Milano, Mondadori Editore, 1948
  2. ^ Paola Luciani, Carlo Goldoni - Le Borru bienfaisant; Il burbero di buon cuore, Marsilio Editore, 2003
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