Il fantasma del Moulin Rouge

film del 1925 diretto da René Clair

Il fantasma del Moulin Rouge (Le Fantôme du Moulin-Rouge) è un film muto del 1925 sceneggiato e diretto da René Clair.

Il fantasma del Moulin Rouge
Paese di produzioneFrancia
Anno1925
Durata90 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generecommedia
RegiaRené Clair
SceneggiaturaRené Clair, Georges Lacombe
ProduttoreFilms René Fernand
FotografiaJimmy Berliet et Louis Chaix
MontaggioRené Clair
ScenografiaRobert Gys
CostumiPaul Poiret
Interpreti e personaggi

Trama modifica

Julien Boissel è un deputato, un uomo serio e diffidente delle donne. Pensa che la fidanzata non lo ami più. Cerca di distrarsi e si reca al Moulin Rouge. Incontra lì, per caso, il dottor Robini, esperto in spiritismo. Costui gli promette di liberarlo dal suo tormento rendendolo incorporeo e invisibile. La sua misteriosa scomparsa incuriosisce un reporter che si mette ad indagare.

Nel frattempo lui, divenuto puro spirito se ne va in giro per Parigi facendo scherzi a ignari passanti. Durante le sue scorribande scopre che la fidanzata lo ama ancora e piange la sua morte, ma che il padre di lei, l'ha promessa a un ricco editore privo di scrupoli.

Il dottore viene arrestato e rinchiuso in carcere con l'accusa di averlo assassinato. Dopo altre peripezie, Julien recupera il proprio corpo e sposa la fidanzata.

Produzione modifica

Il film viene girato tra la tarda estate e l'inizio dell'autunno del 1924 e distribuito nel marzo del 1925, poco dopo l'uscita di Parigi che dorme.

Prima modifica

Il film uscì nel febbraio del 1925 al Colisée e al Madeleine.

Al Colisée Era accompagnato da musiche di Bach, Beethoven, Berlioz, Mozart ed altri.[1] Al Madeleine troviamo, ad accompagnare le immagini dello stesso film, ancora Mozart, Saint-Saëns, Chausson, Čajkovskij ed altri. «Ciò dimostra che ai tempi del muto si curava a volte l'accompagnamento musicale più di quanto non sia stato fatto dopo, quando fu inventata la registrazione sonora»[2] La musica come argine alle parole attraverso le quali l'avvento del sonoro avrebbe minacciato, secondo Clair, la settima arte. «Ma il film parlato non è tutto, esiste anche il film sonoro. È sul film sonoro che poggiano le ultime speranze dei partigiani del cinema senza parole, (...)».[3]

Critica modifica

Tecnica cinematografica modifica

Clair in questo film, che appare di volta in volta un giallo, una storia d'amore, una commedia fantastica, fa un grande uso della sovrimpressione. Essa gli serve:

  • per rappresentare l'elemento fantastico (lo spirito che lascia il corpo, richiama l'uso già fattone da Victor Sjöström in Körkarlen, Il carretto fantasma;
  • per ottenere effetti comici, "...cilindri che si moltiplicano, conigli che compaiono nei luoghi e nei momenti più impensati, giornali che prendono spontaneamente fuoco, automobili che partono da sole";
  • per l'organizzazione complessiva del testo.[4]

Note modifica

  1. ^ Giovanna Grignaffini, René Clair, p. 36.
  2. ^ G. Charensol, R. Regent, Un maestro del cinema. René Clair, p.61
  3. ^ René Clair, Riflessioni sul cinema. Note per servire all'arte cinematografica, Milano, Excelsior 1881, Prima edizione Nuvoletti Editore, Milano 1953, 2007, p. 182, ISBN 9788861580060.
  4. ^ Giovanna Grignaffini, René Clair, pp. 36-38.

Bibliografia modifica

  • G. Charensol, R. Regent, Un maestro del cinema. René Clair, introduzione di Fernaldo Di Giammatteo, Milano e Roma, Bocca, 1955
  • Angelo Solmi, Tre maestri del cinema: Carl Dreyer, René Clair, Charlie Chaplin, Milano, Vita e Pensiero, 1956
  • Jean Mitry, Rene Clair, Parigi, Ed. Universitaires, 1960
  • Barthélémy Amengual, René Clair, Seghers, coll. "Cinéma d'aujourd'hui", Paris, 1963.
  • Giovanna Grignaffini, René Clair, Il Castoro Cinema n. 69, Editrice Il Castoro, 1980
  • Arturo Invernici, Angelo Signorelli (a cura di), René Clair, Bergamo, Stamperia Stefanoni, 2008

Collegamenti esterni modifica

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