Imalia (astronomia)

satellite naturale di Giove

Imalia (o Himalia; in greco ‘Ιμαλíα), o Giove VI, è un satellite naturale di Giove.

Imalia
(Giove VI)
Satellite diGiove
Scoperta3 dicembre 1904
ScopritoreC. D. Perrine
Parametri orbitali
Semiasse maggiore11.443.000 km
Periodo orbitale250,1 giorni
Inclinazione orbitale27,496°
Eccentricità~0,1623
Dati fisici
Diametro medio170 km
Massa
9,56×1018 kg
Densità media2,6 g/cm³
Acceleraz. di gravità in superficie0,073 m/s2
Periodo di rotazione7,782 h
Temperatura
superficiale
~124 K (media)
Pressione atm.nulla
Albedo0,04
Dati osservativi
Magnitudine app.14,6

Il 19 dicembre 2000, la sonda spaziale Cassini nel suo viaggio verso Saturno catturò un'immagine a bassa risoluzione di Imalia, l'oggetto era però troppo distante per mostrare qualche dettaglio di superficie.

Scoperta modifica

Imalia è stata scoperta da Charles Dillon Perrine presso l'Osservatorio Lick, in California, il 3 dicembre 1904 da immagini riprese con il telescopio riflettore Crossley che era stato da poco ristrutturato.[1]

Denominazione modifica

Imalia ha ricevuto il suo nome solo nel 1975; prima era conosciuta semplicemente come Giove VI, qualche volta ci si riferiva a lei col nome di Estia (dall'omonima divinità). Imalia nella mitologia greca era una ninfa che ebbe tre figli con Zeus (Giove).

Caratteristiche fisiche modifica

Imalia è il sesto satellite più grande di Giove (dopo le quattro lune galileiane e Amaltea) e l'oggetto più grande del cosiddetto gruppo di Imalia, composto da satelliti che orbitano Giove a una distanza compresa tra 11 a 13 milioni di chilometri, e con un'inclinazione orbitale di circa 27,5°.[2]

Con il suo diametro di almeno 140 km, è il più grande dei satelliti irregolari di Giove. Imalia è il più facile da osservare tra i piccoli satelliti; anche se Amaltea è più brillante, la sua prossimità al disco planetario rende la sua osservazione più difficoltosa.[3][4]

Note modifica

  1. ^ J.G. Porter, Discovery of a Sixth Satellite of Jupiter, in Astronomical Journal, vol. 24, n. 18, 1905, pp. 154B, Bibcode:1905AJ.....24..154P, DOI:10.1086/103612.;
    C.D. Perrine, Sixth Satellite of Jupiter Confirmed, in Harvard College Observatory Bulletin, vol. 175, 25 gennaio 1905, p. 1, Bibcode:1905BHarO.175....1P.;
    C.D. Perrine, Discovery of a Sixth Satellite to Jupiter, in Publications of the Astronomical Society of the Pacific, vol. 17, n. 100, 1905, pp. 22–23, Bibcode:1905PASP...17...22., DOI:10.1086/121619.;
    C.D. Perrine, Orbits of the sixth and seventh satellites of Jupiter, in Astronomische Nachrichten, vol. 169, n. 3, 1905, pp. 43–44, Bibcode:1905AN....169...43P, DOI:10.1002/asna.19051690304.
  2. ^ (EN) Himalia: Overview, su solarsystem.nasa.gov, NASA. URL consultato il 29 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2011).
  3. ^ Himalia, Jupiter's "fifth" moon, su biophysik.uni-freiburg.de, ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
  4. ^ Rick Scott, Finding Himalia, The Fifth Brightest Moon Of Jupiter, su Astronomy.net, 20 ottobre 2003. URL consultato il 7 novembre 2011.

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