Imputato, alzatevi!

film del 1939 diretto da Mario Mattòli

Imputato, alzatevi! è un film del 1939 diretto da Mario Mattoli.

Imputato, alzatevi!
Macario in una scena del film
Titolo originaleImputato, alzatevi!
Paese di produzioneItalia
Anno1939
Durata83 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generecomico
RegiaMario Mattoli
SoggettoAnacleto Francini
SceneggiaturaMario Mattoli, Vittorio Metz
ProduttoreEugenio Fontana
Casa di produzioneAlfa Film
Distribuzione in italianoC.I.N.F.
FotografiaArturo Gallea
MontaggioFernando Tropea
MusicheLuigi Spaggiari (con lo pseudonimo "Giari"), Vittorio Mascheroni
ScenografiaPiero Filippone
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La pellicola, con protagonista Erminio Macario, è considerata dai critici come il primo vero film comico italiano[1][2][3] ed è stata prodotta da Eugenio Fontana per la Alfa Film.

Trama modifica

«Non si distrugge così l'avvenire di un assassino perbene!»

Cipriano Duval è un italiano emigrato a Parigi, dove lavora in una clinica pediatrica come infermiere. Si fa notare non tanto per l'impegno che profonde sul lavoro, ma perché fa il cascamorto con le colleghe: il primario della clinica infatti l'ha preso in antipatia. Cipriano vive da solo; il suo sogno è quello di fare il musicista o il cantante, ma l'unico pubblico che ascolta le sue esibizioni sono i gatti che vivono nel suo appartamento. Finalmente l'occasione tanto attesa arriva: un giorno esce dalla clinica per recarsi ad un appuntamento presso una casa editrice musicale: purtroppo però non viene ricevuto.

Il giorno dopo, tornato al lavoro, riceve una brutta notizia: il direttore ha deciso di licenziarlo. Cipriano si oppone: non vuole essere lasciato sul lastrico. Il direttore gli dà allora l'ultima opportunità prima di cacciarlo: fare da cavia per l'iniezione di un siero potentissimo, finora sperimentato solo sui cavalli. Cipriano sopravvive e si guadagna mille franchi. Incontra per caso un italiano, senza più arte né parte come lui; insieme decidono di passare la serata in un locale notturno, dove si divertono moltissimo. All'uscita rubano ciascuno dei cappotti dal guardaroba e poi ognuno va per la propria strada. Ma in uno dei cappotti di Cipriano c'è una pistola. Il nostro ritorna al condominio quando è stato appena commesso l'omicidio di una donna; viene incolpato e condotto in prigione. Solo una persona viene a trovarlo: Giorgetta, una delle infermiere. Cipriano viene miracolosamente assolto grazie all'aiuto dell'avvocato Gaveneau . Anzi, il suo caso lo rende popolarissimo facendolo diventare quello che ha sempre sognato: una star del palcoscenico. Ma un giorno il vero autore del delitto si fa vivo in teatro durante lo spettacolo e gli chiede dei soldi. Cipriano pensa di tacitarlo con 50 000 franchi, ma l'uomo il giorno dopo ritorna e, deciso a rovinarlo, sale sul palco e dichiara a tutti che lui è il vero assassino, mentre Cipriano è innocente.

Cipriano viene quasi linciato dalla folla. Quando il teatro si svuota esce con dei grossi lividi; al suo fianco ci sono i pochi amici che gli sono rimasti vicini. Ma poco più in là vede il direttore della clinica, che lo aveva licenziato, mentre sta pagando profumatamente l'uomo che lo ha accusato. Tutti si scagliano contro di loro e li riempiono di botte.

Cipriano sposa quindi Giorgetta, l'infermiera che si è innamorata di lui e i due vivono felici e contenti.

Produzione modifica

Regia modifica

Il regista Mario Mattoli convinto che con Macario si potesse realizzare una pellicola comica italiana (che andasse oltre la classica corsetta alla Ridolini), si avvalse di un folto gruppo di umoristi invitandoli a collaborare alla realizzazione della stesura del film. Tutti quanti diedero il loro contributo alla pellicola. Prima di allora non era mai stata fatta una cosa simile in Italia anche perché si trattava di un genere che ancora non esisteva.[4]

Sceneggiatura modifica

Oltre agli accreditati ufficiali ovvero Anacleto Francini (uno degli autori fidati[5] di Macario meglio conosciuto col nome d'arte Bel Ami) al soggetto e Mario Mattoli con Vittorio Metz alla sceneggiatura, vi sarebbe anche una lunga lista di nomi non accreditati[6]. Tra questi ultimi compaiono anche autori che in futuro sarebbero diventati dei mostri sacri per il cinema italiano come Federico Fellini[7], Steno, Giovanni Guareschi e Marcello Marchesi. Molti di loro saranno presenti (ufficialmente accreditati) in alcuni successivi lavori cinematografici della coppia Mattoli-Macario.

Interpreti modifica

  • Erminio Macario è il protagonista della pellicola vestendo i panni dello sventurato Cipriano Duval. L'attore torinese aveva già recitato come personaggio principale nel film comico del 1933 Aria di paese.
  • Leila Guarni: Interpreta l'infermiera Giorgetta doppiata da Rosetta Calavetta.[8]
  • Greta Gonda già soubrette accanto a Macario fu scelta dal regista per un ruolo costruito su misura per lei. Nei panni della bella cantante di night club con problemi di raucedine con questa pellicola fa il suo esordio nel mondo del cinema.[9]
  • Ernesto Almirante interpreta Andrè Copersche il personaggio che veste i panni del presidente del tribunale.
  • Enzo Biliotti è l'avvocato Gaveneau grazie al quale Cipriano viene assolto.
  • Carlo Rizzo è il primario della clinica che nutre un profondo odio per Cipriano. Dopo questa pellicola l'attore triestino prenderà parte a molti altri film insieme a Macario.

Riprese modifica

Tutto il film fu girato negli stabilimenti di Cinecittà. Benché l'ambientazione fosse parigina, i pochi esterni furono ripresi a Roma.[10]

Colonna sonora modifica

Il motivo fox-trot cantato da Macario al pianoforte e intitolato "Dove sei Lulù" (Testo di Marf e musica di Vittorio Mascheroni)[11] è stato inciso su un disco 78 giri interpretato da Gilberto Mazzi e pubblicato su etichetta Parlophon GP-92968 nel 1939.[12] Sullo stesso disco è incisa anche l'altra canzone presente nel film intitolata "Amami di più", composta dagli stessi autori e con il ritornello cantato da Nini Serena.[13]

Promozione modifica

"MACARIO = A RIO MAC e non guardate se la grafia non è perfetta quando la pronuncia l'assiste. « A riu mac », per chi non mastica il piemontese, significa: ridono soltanto, non fanno altro che ridere. E riderete pure voi al, nuovo film con Macario: Imputato, alzatevi!" con questo slogan il quotidiano torinese La Stampa in un articolo del 1939 pubblicizza la prima proiezione del film in città.[14]

Distribuzione modifica

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane nel mese di ottobre del 1939.[15]

Data di uscita modifica

Le date di uscita internazionali nel corso degli anni sono state[16]:

Accoglienza modifica

Incassi modifica

Il film fu un successo al botteghino incassando 4.871.002,62 lire e stabilendo un vero e proprio record, in quegli anni, per un film comico.[18][19]

Critica modifica

A differenza del precedente film di Macario (Aria di paese del 1933) la critica ha accolto con entusiasmo la pellicola:

  • "Nella fantasiosa clinica pediatrica di «Imputato, alzatevi!», dove Macario fa l'infermiere, nasce una comicità nuova, stravagante, che porta la poetica dell'assurdo nelle platee popolari. Il ritmo della vicenda è scatenato, improbabile, furioso, libertario".[20]
  • Il film, cui collaborano una decina dei nostri più noti scrittori umoristi, non fa, nel suo ambito, una grinza. Con questo film Macario entra trionfalmente nel regno di Cinelandia. Di conquista in conquista eccolo ora giunto al cinematografo col suo passetto rapido e la sua maschera impassibile.[8]
  • Prima della guerra «Imputato, alzatevi!» fu un grandissimo incasso, allora c'erano i film della Garbo e di Clark Gable, i film italiani non piacevano al pubblico, che non li andava a vedere. «Imputato» fu un boom di incassi ed era un prodotto, oltre che di Mattoli, del «Marc'Aurelio» e del «Bertoldo»[21]. Possiamo dire che il cinema in Italia è un po' rinato col film comico.[22]

Riconoscimenti modifica

Il film è stato inserito nella retrospettiva "La situazione comica (1937-1988)" della 67ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica del 2010 a Venezia.[23]

Curiosità modifica

  • Nell'ultimo giorno di riprese a Cinecittà il regista venne a sapere che avrebbe dovuto girare di fronte a una comitiva di 200 turisti giapponesi. Sapendo di non poter controllare tutte quelle persone, incapaci di capire la sua lingua, decise di riscrivere il finale del film inventando una scena conclusiva che coinvolgesse un numeroso gruppo di turisti giapponesi. L'idea si rivelò vincente permettendo al regista di ottenere uno straordinario impatto comico senza costi aggiuntivi.[24]
  • Per non avere problemi con la censura (il film è stato prodotto ai tempi dell'Italia fascista) gli sceneggiatori decisero di spostare l'ambientazione in Francia.[25]

Note modifica

  1. ^ Gian Maria Zanier, Ruggero Maccari: commedia italiana e teatro di rivista, Falsopiano, 2003, p. 17, ISBN 978-88-87011-63-0.
  2. ^ Giovanni Ziccardi, Il diritto al cinema: cent'anni di courtroom drama e melodrammi giudiziari, Giuffrè Editore, 2010, p. 240, ISBN 978-88-14-15134-7.
  3. ^ Angelo Olivieri, L'imperatore in platea: i grandi del cinema italiano dal Marc' Aurelio allo schermo, Dedalo, 1986, p. 32, ISBN 978-88-220-4521-8.
  4. ^ Angelo Olivieri, L'imperatore in platea: i grandi del cinema italiano dal Marc' Aurelio allo schermo, Dedalo, 1986, p. 34, ISBN 978-88-220-4521-8.
  5. ^ Bruno Ventavoli, Al diavolo la celebrità: Steno dal Marc'Aurelio alla televisione : 50 anni di cinema e spettacolo in Italia, Lindau, 1999, p. 13, ISBN 978-88-7180-280-0.
  6. ^ Imputato, alzatevi! (1939) - Full Cast & Crew - IMDb, su imdb.com.
  7. ^ Enrico Giacovelli, Tutti i film di Federico Fellini, Lindau, 2002, p. 35, ISBN 978-88-7180-334-0.
  8. ^ a b Enrico Lancia, I film: Tutti i film italiani dal 1930 al 1944, Gremese Editore, 2005, p. 179, ISBN 978-88-8440-351-3.
  9. ^ Enrico Lancia, Le attrici, Gremese Editore, 2003, p. 168, ISBN 978-88-8440-214-1.
  10. ^ Macario interprete di un film, in Stampa Sera, n. 107, 1939, p. 6.
  11. ^ Library of Congress, Catalog of Copyright Entries: Musical compositions, Parte 3, Library of Congress, Copyright Office, 1941, p. 686.
  12. ^ Dove sei Lulù - Gilberto Mazzi, su ildiscobolo.net. URL consultato il 18 agosto 2015.
  13. ^ Catalogo dischi Cetra del novembre 1939, Cetra, 1939, p. 6.
  14. ^ Cronaca cittadina - Domani la prima, in La Stampa, n. 246, 1939, p. 2.
  15. ^ Tullio Kezich, Federico: Fellini, la vita e i film, Feltrinelli Editore, 2002, p. 57, ISBN 978-88-07-49020-0.
  16. ^ Imputato, alzatevi! - Release Info, su imdb.com. URL consultato il 18 agosto 2015.
  17. ^ Cronaca cittadina - Oggil la prima, in La Stampa, n. 247, 1939, p. 2.
  18. ^ T.S.M., Cinema 117 - Constatazioni, in Cinema - Quindicinale di divulgazione cinematografica, volume 1 - fascicolo 117, 1941, p. 297.
  19. ^ Massimo Scaglione, Le dive del ventennio: ingenue, maliziose, fatali o popolane ma soprattutto italiane, Lindau, 2003, p. 96, ISBN 978-88-7180-484-2.
  20. ^ Bruno Ventavoli, Al diavolo la celebrità: Steno dal Marc'Aurelio alla televisione : 50 anni di cinema e spettacolo in Italia, Lindau, 1999, p. 13, ISBN 978-88-7180-280-0.
  21. ^ Il co-sceneggiatore dell'opera fu infatti Vittorio Metz, fondatore del settimanale umoristico. Il film fu scritto dalle redazioni congiunte di «Bertoldo« e «Marco Aurelio».
  22. ^ Angelo Olivieri, L'imperatore in platea: i grandi del cinema italiano dal Marc' Aurelio allo schermo, Edizioni Dedalo, 1986, p. 12, ISBN 978-88-220-4521-8.
  23. ^ La situazione comica (1910-1988), su labiennale.org. URL consultato il 18 agosto 2015.
  24. ^ Patrick Robertson, S. Grossi, I record del cinema. Enciclopedia dei fatti, delle curiosità e dei primati del cinema mondiale, dall'epoca del muto ad oggi, Gremese Editore, 2004, p. 117, ISBN 978-88-8440-273-8.
  25. ^ Andrea Pergolari, Verso la commedia: momenti del cinema di Steno, Salce, Festa Campanile, Firenze libri, 2002, p. 26, ISBN 978-88-7256-117-1.

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