Incendio della raffineria di petrolio di Cataño del 2009

incendio del 2009

L'incendio della raffineria di petrolio di Cataño si è verificato il 23 ottobre 2009 a seguito di una esplosione presso la raffineria di petrolio della Caribbean Petroleum Corporation (CAPECO) a Bayamón, Porto Rico[3]. Sebbene l'incidente si sia verificato tecnicamente entro i confini di Bayamón, la zona più coinvolta dai fumi dell'incendio e dalle operazioni di evacuazione è stata la vicina città di Cataño. Non ci sono state vittime, ma 3 persone sono rimaste ferite.

Incendio alla CAPECO di Bayamón/Cataño
incendio
Vista aerea dell'incendio e della conseguente nube di fumo
Data23-25 ottobre 2009
0:23[1][2] (UTC-4)
LuogoRaffineria CAPECO a Bayamón
StatoBandiera di Porto Rico Porto Rico
Coordinate18°24′59.4″N 66°07′53.76″W / 18.4165°N 66.1316°W18.4165; -66.1316
Conseguenze
Morti0
Feriti3

L'antefatto modifica

Mercoledì 21 ottobre 2009 la nave da carico Cape Bruny è arrivata al molo CAPECO nella baia di San Juan per scaricare la spedizione quasi settimanale di circa 45000 m³ di benzina senza piombo.

Del parco serbatoi della Raffineria solo il serbatoio 107 era abbastanza grande da contenere tutto il carico ma quel giorno era già in uso; di conseguenza la CAPECO ha deciso di riempire quattro serbatoi di stoccaggio più piccoli (i numeri 405, 504, 409 e 411) e di mandare la benzina rimanente al serbatoio 107, prevedendo che tale operazione avrebbe richiesto oltre 24 ore. Un operatore della CAPECO è stato messo a supervisionare le operazioni di trasferimento al molo e un altro a monitorare la consegna della benzina al terminal[4].

Poco dopo mezzogiorno del 22 ottobre, il personale operativo osservato che l'indicatore di livello del serbatoio 504 era bloccato e ha quindi chiuso la valvola di ingresso a tale serbatoio, dirigendo circa 30 metri cubi al minuto nel serbatoio 409 e una portata inferiore nel serbatoio 411.

Gli operatori CAPECO erano abituati a non fare affidamento sulle letture di livello visualizzate sul computer della sala controllo perché i trasmettitori erano spesso fuori servizio, e registravano le letture di livello orarie effettuate in campo.

La notte dell'incidente, il trasmettitore sul serbatoio 409 non inviava le misurazioni dei dati di livello al computer. Alle 22:00, quando il serbatoio 411 ha raggiunto la capacità massima ed è stato chiuso, gli operatori hanno aperto completamente la valvola sul serbatoio 409. Un operatore ha quindi letto il livello sull'indicatore laterale del serbatoio 409 e lo ha riferito al suo supervisore, che ha stimato che il serbatoio sarebbe stato pieno all'una di notte.

L'incidente modifica

 
Foto scattata da Río Piedras alcuni minuti dopo l'esplosione iniziale

Durante il giro di ispezione delle 23:00, l'operatore di campo ha preso la lettura oraria del livello del serbatoio 409 comunicandone il valore al suo supervisore, il quale ha confermato che il serbatoio si sarebbe riempito per l'una di notte; invece il serbatoio 409 ha iniziato a traboccare benzina tra le 23:00 e il successivo controllo della mezzanotte. L'operatore del giro di mezzanotte ha notato una nebbia sul terreno e sulla strada lungo i serbatoi 504, 411 e 409 e un forte odore di benzina. Il carburante sgorgava dai tubi di sfiato del serbatoio 409, in parte accumulandosi come liquido nel bacino di contenimento ed in parte evaporando per andare a formare la nebbia di vapori pesanti attorno ai serbatoi. Ha quindi contattato l'operatore del molo per far fermare il flusso di benzina in entrata al serbatoio e ha convocato urgentemente il suo supervisore e l'operatore dell'area di trattamento delle acque di scarico.

Notando il potenziale pericolo, il supervisore ha inviato un operatore al cancello di sicurezza, mentre il supervisore e un altro operatore hanno girato intorno alla struttura cercando di trovare la fonte della perdita di benzina e della nuvola di vapore. Alle 00:23 del 23 ottobre 2009 le telecamere di sicurezza del CAPECO e delle strutture limitrofe hanno registrato l'innesco della nuvola di vapore nell'area di trattamento delle acque di scarico che ha generato un flash fire. Circa sette secondi dopo l'innesco la nube di vapore è esplosa, creando un'onda di pressione che ha danneggiato centinaia di case e attività commerciali in un raggio di 2 km e innescando un incendio nel parco serbatoi di stoccaggio della raffineria, distruggendo undici serbatoi e danneggiandone altri posizionati nelle vicinanze. I serbatoi contenevano benzina, avgas e diesel. L'esplosione, di forza equivalente a un terremoto di magnitudo 2.8 sulla scala Richter[3], è stata sentita fino a Cidra, a 11 miglia (circa 18 km) di distanza, mentre le fiamme dell'incendio successivo hanno raggiunto a un certo punto un'altezza di 30 m[3].

L'esplosione ha provocato il rilascio di 30 milioni di galloni (circa 110000 m³) di petrolio nell'area della baia di San Juan, provocando la morte della fauna selvatica e un notevole impatto sulla salute della popolazione locale[5].

Le valutazioni ambientali condotte in seguito all'incidente dall'EPA, dal U.S. Fish and Wildlife Service e dal Dipartimento delle risorse naturali e ambientali di Porto Rico hanno rilevato animali di specie acquatiche e avicole morti o coperti di petrolio, comprese esemplari di diverse specie protette.

L'esplosione e il successivo incendio hanno provocato milioni di dollari di danni nelle città limitrofe e circa 600 persone hanno dovuto evacuare nei rifugi approntati a Cataño, Guaynabo e Toa Baja[6].

I cinque operai presenti allo stabilimento al momento dell'esplosione sono riusciti a scappare in tempo. Diversi guidatori sono rimasti feriti quando l'esplosione ha frantumato il vetro delle loro auto, due persone hanno riportato ferite lievi nel vicino Fort Buchanan appartenente all'esercito americano e altre quattro persone hanno chiesto aiuto accusando problemi respiratori[7].

La risposta delle autorità locali modifica

 
Vigile del Fuoco nell'area dell'incidente

Alle ore 0:27 è stato lanciato l'allarme al numero di emergenza 911 di Portorico. Le squadre dei Vigili del Fuoco di Bayamón e Cataño si sono attivate immediatamente ma, a causa della gravità della situazione, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Portorico ha dovuto coinvolgere nelle operazioni tutte le caserme dell'isola con il supporto della Guardia Nazionale, mentre il Dipartimento di polizia di Porto Rico ha chiuso la De Diego Expressway al traffico civile[3]. A causa della nuvola di fumo prodotta dagli incendi, la Federal Aviation Administration degli Stati Uniti d'America ha deviato il traffico aereo[7].

 
Immagine satellitare della nube di fumo presa dal satellite Terra della NASA

Per evitare ulteriori esplosioni, i vigili del fuoco hanno tentato di raffreddare i serbatoi rimasti integri, mentre dozzine di camion carichi di carburante venivano spostati dall'area. Le autorità locali hanno predisposto l'evacuazione di diverse aree che si trovavano sottovento rispetto alla nube di fumo prodotta dagli incendi, incluso un rifugio per i testimoni del Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti d'America[8].

 
L'esplosione alla Caribbean Gulf Petroleum vista da Baldrich, Hato Rey

Il Governatore di Portorico Luis Fortuño ha dichiarato lo Stato di emergenza attivando la Guardia Nazionale in aiuto delle squadre di emergenza e dei feriti[3].

Il supporto governativo modifica

Il Presidente Barack Obama ha dichiarato per Portorico lo Stato di Emergenza federale, in modo da permettere l'intervento delle Agenzie federali americane nel coordinamento delle operazioni e lo sblocco di fondi federali in aiuto delle zone colpite[9].

Le autorità hanno costruito una condotta temporanea nella baia di San Juan allo scopo di utilizzare l'acqua di mare per spegnere l'incendio, ma l'incendio è stato spento prima che tale condotta potesse essere utilizzata. La schiuma antincendio necessaria alle operazioni di emergenza è stata fornita dalle vicine Isole Vergini Americane[10].

Le indagini sull'incidente modifica

Nei giorni successivi all'esplosione, più di 60 agenti dell'FBI e del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives sono stati inviati alla Caribbean Petroleum Corp. a Bayamón per contribuire alle indagini.

La mattina dopo l'esplosione la polizia ha iniziato a indagare su un graffito trovato vicino all'ingresso del Tunnel Minillas a San Juan con il messaggio: "Boom, fire, RIP, Gulf"[7]. Tuttavia l'FBI ha escluso in seguito che tale graffito fosse collegato all'esplosione[11].

 
Vista dei danni causati alla vegetazione e ad alcuni serbatoi, con i loro bacini di contenimento, dopo l'incendio

Il 30 ottobre 2009 il direttore dell'FBI a Porto Rico, Luis Fraticelli, ha affermato che gli oltre 240 investigatori non hanno trovato prove che l'incidente fosse intenzionale[12][13], ma piuttosto legato a negligenza[12]. Il mese successivo, i funzionari del U.S. Chemical Safety and Hazard Investigation Board (CSB) hanno dichiarato la causa dell'esplosione iniziale andava ricercata nel guasto di un indicatore di livello di un serbatoio di carburante. Tale guasto ha provocato il traboccamento di tale serbatoio, e i vapori fuoriusciti hanno trovato una sorgente di innesco in apparecchiature elettriche vicine[11][14].

Il Rapporto del CSB[15] modifica

 
Il logo della U.S. Chemical Safety and Hazard Investigation Board (CSB)

Sull'incidente è stata svolta un'indagine da parte dell'U.S. Chemical Safety and Hazard Investigation Board, i cui risultati sono stati presentati in un Rapporto il 21 ottobre 2015. Tra le cause dell'incidente il Rapporto del CSB ha identificato un livello di design tecnicamente non in linea con le pratiche di buona ingegneria (le cosiddette Best practices), per esempio la mancanza di misuratori di livello ridondati nei serbatoi - oltre a mancanze organizzative e relative alla sicurezza da parte della CAPECO - per esempio la mancanza di manutenzione efficace sui misuratori di livello che hanno causato il rilascio di idrocarburi. Inoltre la CSB ha evidenziato mancanze a livello di analisi di rischio considerando la vicinanza a zone abitate e più in generale a livello di Sistema di Gestione della Sicurezza.

Il CSB ha realizzato anche un video sulla ricostruzione dell'incidente[16].

Il dopo incidente modifica

Il giorno dopo l'esplosione, è stata intentata una causa presso il tribunale distrettuale federale di San Juan contro la Caribbean Petroleum Corporation e, almeno inizialmente, anche contro la compagnia assicurativa MAPFRE[17]. L'11 dicembre 2009 una terza causa è stata presentata contro la Caribbean Petroleum Corporation congiuntamente da 1.000 querelanti, con una richiesta di risarcimento danni pari a 500 milioni di dollari[18].

Nell'agosto del 2010 la Caribbean Petroleum Corporation ha dichiarato bancarotta ai sensi del Chapter 11, norma della legge fallimentare statunitense[19]. La società ha citato debiti da 500 milioni a 1 miliardo di dollari. La dichiarazione di fallimento è stata diramata quando la società ha mancato di rispettare gli ordini dell'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) di ripulire il sito dell'esplosione. La Caribbean Petroleum ha affermato che la loro situazione finanziaria ha impedito loro di svolgere il lavoro e a questo punto l'EPA ha preso in carico le operazioni di pulizia[20][21].

Note modifica

  1. ^ del 23 ottobre
  2. ^ del 25 ottobre
  3. ^ a b c d e (EN) Evacuation from Puerto Rico fire, in BBC News, 24 ottobre 2009. URL consultato il 14 gennaio 2021.
  4. ^ CSB, parag. 4.0 e Appendix A Incident timeline.
  5. ^ (EN) CAPECO disaster, Puerto Rico, su EJAtlas - Global Atlas of Environmental Justice, 10 luglio 2017. URL consultato il 14 gennaio 2021.
  6. ^ (EN) Final Investigation Report. CARIBBEAN PETROLEUM TANK TERMINAL EXPLOSION AND MULTIPLE TANK FIRES, su csb.gov, U.S. CHEMICAL SAFETY AND HAZARD INVESTIGATION BOARD, giugno 2015. URL consultato il 14 gennaio 2021.
  7. ^ a b c (EN) Explosion rocks Gulf facility on Puerto Rico, su NBC News, 23 ottobre 2009. URL consultato il 14 gennaio 2021.
  8. ^ (EN) Puerto Rico explosion at Gulf gasoline plant creates massive cloud of toxic smoke, in New York Daily News, 23 ottobre 2009. URL consultato il 20 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2009).
  9. ^ (EN) Andres Martinez, Puerto Rico oil fire burns uncontrolled, in United Press International, 25 ottobre 2009. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  10. ^ (EN) Winds shift as fire burns Puerto Rican oil depot, in Reuters, 24 ottobre 2009. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  11. ^ a b (EN) Puerto Rico fire linked to faulty gas tank monitoring system, su CNN, 17 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2012).
  12. ^ a b (ES) Huelga UPR: Presidenta de los síndicos se reunió con jefe del FBI, 13 gennaio 2011. URL consultato il 21 gennaio 2021.
  13. ^ (EN) Juan Antonio Ocasio Rivera, Puerto Rico’s October Revolution, in New York Latino Journal, 26 agosto 2009. URL consultato il 21 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2009).
  14. ^ (EN) Capeco files for bankruptcy, blames PR explosion, in Businessweek.com, 13 agosto 2010. URL consultato il 21 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2010).
  15. ^ CSB.
  16. ^ (EN) Filling blind, su CSB Safety Video, US CSB, 21 ottobre 2015. URL consultato il 22 gennaio 2021.
  17. ^ (EN) Ashby Jones, First Lawsuit Hits Over Friday's Explosion in P.R., su blogs.wsj.com, The Wall Street Journal, 23 ottobre 2009. URL consultato il 14 gennaio 2018.
  18. ^ (EN) Caribbean Petroleum Corporation slapped with third suit, in Jamaica Observer, 29 giugno 2011. URL consultato il 21 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 29 giugno 2011).
  19. ^ Il riferimento completo è: Chapter 11, Title 11, United States Code
  20. ^ (EN) Joe Schneider, Caribbean Petroleum Seeks Bankruptcy Protection After Harbor Explosion, su bloomberg.com, 13 agosto 2010. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  21. ^ (EN) Jason Cornell, Caribbean Petroleum Files for Bankruptcy Following Explosion at Petroleum Tank Farm, su delawarebankruptcy.foxrothschild.com, Delaware Bankruptcy Litigation, 16 agosto 2010. URL consultato il 22 gennaio 2018.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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