Inchiesta su Gesù

Inchiesta su Gesù è un libro di Corrado Augias e del biblista Mauro Pesce pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore nel 2006. È un saggio sviluppato in forma dialogica che tratta prettamente Gesù da un punto di vista storico e umano.

Inchiesta su Gesù
AutoreCorrado Augias e Mauro Pesce
1ª ed. originale2006
GenereSaggio
Lingua originaleitaliano

Dibattito sul libro modifica

Dopo l'uscita del libro sono emerse opinioni contrastanti rispetto all'opera di Augias e Pesce, alcune favorevoli, altre fortemente critiche, soprattutto da parte di esponenti del mondo cristiano-cattolico.

  • Enrico Norelli, studioso e docente di storia del cristianesimo presso l'Università di Ginevra sostiene che lo storico deve avere un atteggiamento distaccato dai problemi posti dalla fede, a suo avviso «non è possibile considerare Dio come attore di un processo storico» sostenendo però che «anche il credente ha bisogno di approcciarsi storicamente alla figura di Gesù. Non può bastargli (come pensa Augias) il Cristo della fede»[1].
  • Il religioso Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose e saggista trova che il libro offre «una panoramica piuttosto equilibrata sui problemi più dibattuti in sede di ricerca storica sulla figura di Gesù» spiegando la figura di Gesù ebreo. Loda l'approccio storico definendolo «serio, come antidoto allo scandalismo», a suo avviso «i vangeli non sono puri libri storici, ma testi che vogliono condurre il lettore alla fede»[1]
  • Il biblista, presbitero e monsignore cattolico Romano Penna che è stato anche docente presso la Pontificia Università Lateranense, afferma che il libro è «un buon esempio di applicazione della critica storica alla ricostruzione della figura del Gesù terreno (elemento positivo anche per la fede); approfondisce la fisionomia religioso-culturale di Gesù, non occupandosi delle ermeneutiche della fede riscontrabili nel canone neotestamentario» e che anche gli apocrifi [a cui fa riferimento Pesce] fanno parte del «pluralismo delle fonti» appartenendo, a suo avviso, al DNA del cristianesimo[1]. A seguito di questi giudizi e al clamore suscitato, è seguita una rettifica inviata da monsignor Penna al quotidiano la Repubblica del 2 marzo 2007 con una lettera in cui il prelato e biblista dichiarava «sono riportate parole attribuite a me che non riferiscono adeguatamente il mio pensiero» e con una spiegazione del suo reale giudizio sul libro[2][3][4]

D'altronde:

  • In un articolo su La Civiltà Cattolica, il biblista e teologo Giuseppe de Rosa ha fatto invece notare che nel libro Inchiesta su Gesù viene negato il cristianesimo come corpus dogmatico nella sua totalità. Sono infatti negati tutti i dogmi cristiani, come la nascita verginale di Gesù, la sua piena divinità, l'espiazione dei peccati da lui attuata con la sua morte, e naturalmente la sua risurrezione nella carne. Il teologo afferma che non esiste una distinzione tra il Gesù della storia e il Gesù della fede o quantomeno non sarebbe possibile individuarla da un punto di vista storico sostenendo l'inconsistenza di alcune frasi di Mauro Pesce, il quale sostiene che Gesù non avrebbe mai sostenuto di espiare i peccati con la sua morte. Giuseppe de Rosa sostiene invece che Gesù abbia spiegato di essere colui che toglie il peccato del mondo, e abbia espresso tale concetto in varie frasi presenti nei Vangeli. L'opinione di Pesce secondo cui Gesù, siccome pregava Dio, non poteva essere Dio è criticata dal De Rosa:[5]

«La preghiera di Gesù, fatta spesso nella notte, è un colloquio «filiale» col Padre, a cui Gesù si rivolge col termine affettuoso di abbà (un termine che non si trova — salvo che ci sia sfuggito — nel volume che stiamo presentando). Eppure è un termine di grandissima importanza, che ci fa penetrare nella vita interiore di Gesù, o meglio, nel «mistero» della sua coscienza «filiale». In realtà, Dio è il «Padre suo», in maniera diversa da quella di essere Padre di tutti gli uomini, per cui parlando ai discepoli egli dice «Padre mio» (Mt 7,21) e «Padre vostro» (Mt 6,26), e non dice mai «Padre nostro», ponendo cioè, sullo stesso piano se stesso e i suoi discepoli.[6]»

  • In un editoriale su Avvenire, il teologo Raniero Cantalamessa ha espresso critiche rivolte al libro. Cantalamessa sostiene che nell'Inchiesta su Gesù si presenta un Gesù che non era nato da una vergine, che non ha attuato miracoli, che non ha espiato i peccati con la sua morte e che naturalmente non è risorto il terzo giorno vincendo la morte nonostante dal libro stesso viene presentato come colui che ha cambiato il mondo, una contraddizione secondo il teologo, che scrive:

«come ha fatto Gesù, che non ha portato assolutamente nulla di nuovo rispetto all’ebraismo, che non ha voluto fondare nessuna religione, che non ha fatto nessun miracolo e non è risorto se non nella mente alterata dei suoi seguaci, come ha fatto, ripeto, a diventare "l’uomo che ha cambiato il mondo?"[7]

  • In un editoriale su Famiglia Cristiana, il biblista Gianfranco Ravasi ha duramente criticato il libro di Augias e Pesce, definendolo "grossolano" e "sbrigativo": per l'esegeta cattolico, l'Inchiesta su Gesù riduce al minimo i dati storici verificabili riguardanti la vita, l’opera e le parole di Cristo. Amputare dalla storia di Gesù quella dimensione complessa e misteriosa della realtà sua e della cristianità delle origini - sostiene il biblista - non è segno di rigore scientifico, ma di semplificazione sbrigativa:[8]

«Un filtro grossolano e sbrigativo come quello adottato dalla Inchiesta su Gesù e da altre opere simili - che rade al suolo una massa enorme di dati evangelici inviandoli nel limbo del mito o della teologia quasi come cascami irrazionali e marginali - riduce la figura storica di Gesù a una larva o a un tronco mutilo o a un soggetto irrilevante, tant’è vero che si è condotti spesso ad attribuire la crescita grandiosa, teorica e pratica, del fatto cristiano all’opera della Chiesa o di Paolo»

  • In un'intervista ad Avvenire, la storica Marta Sordi ha espresso dure critiche al libro, soprattutto per l'uso in essa dei vangeli apocrifi, da lei definiti "attendibili quanto le favole";[9]
  • Frate Teobaldo Ricci, apologeta e scrittore di alcuni libri su Gesù[10], ha criticato, in un suo libro tutte le principali tesi esposte da Pesce e Augias.[11]

Edizioni modifica

Note modifica

  1. ^ a b c Massimo Donaddio, Letture dell’opera di Corrado Augias e Mauro Pesce (PDF), su old.lanuovaregaldi.it, 18 dicembre 2016.
  2. ^ Romano Penna, Romano Penna: sono stato frainteso (Lettera a Repubblica), su mauropesce.net, 18 dicembre 2016.
  3. ^ Romano Penna, Lettere, su ricerca.repubblica.it, 18 dicembre 2016.
  4. ^ Franco Barbero, Il biblista vaticano si corregge, su donfrancobarbero.blogspot.it, 18 dicembre 2016.
  5. ^ Giuseppe De Rosa, UN ATTACCO ALLA FEDE CRISTIANA, su La Civiltà Cattolica, 1º dicembre 2006. URL consultato il 20 maggio 2021.
  6. ^ Giuseppe de Rosa, Un attacco alla fede cristiana, su chiesa.espresso.repubblica.it, 2 dicembre 2006. URL consultato il 15 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2015).
  7. ^ Raniero Cantalamessa, Augias-Pesce e Inchiesta su Gesù: una valutazione storico-critica ed una riflessione sui pre-giudizi dei credenti e dei non credenti, su gliscritti.it, 25 novembre 2006. URL consultato il 15 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2016).
  8. ^ LIBRI: MONS. RAVASI STRONCA "INCHIESTA SU GESU'" DI AUGIAS, su www1.adnkronos.com. URL consultato il 20 maggio 2021.
  9. ^ CorriereMetapolitico - a cura di Aldo La Fata, su metapolitica. URL consultato il 20 maggio 2021.
  10. ^ Teobaldo Ricci, Libri di Teobaldo Ricci, su ibs.it, 18 dicembre 2016.
  11. ^ Teobaldo Ricci, Gesù oggi ecce homo e signore. Contro-analisi storica in risposta a «Inchiesta su Gesù» di C. Augias e M. Pesce, su ibs.it, 31 ottobre 2013.

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