Ioduro di bismuto

composto chimico

Lo ioduro di bismuto o ioduro di bismuto(III) o triioduro di bismuto è il composto inorganico binario tra bismuto e iodio, con formula BiI3. In condizioni normali è un solido nero verdastro. Come composto insolubile in acqua era in passato di interesse per la chimica analitica qualitativa.

Ioduro di bismuto
Struttura cristallina dello ioduro di bismuto
Struttura cristallina dello ioduro di bismuto
Nome IUPAC
Ioduro di bismuto(III), Triioduro di bismuto
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareBiI3
Massa molecolare (u)589,69
Aspettosolido nero verdastro
Numero CAS7787-64-6
Numero EINECS232-127-4
PubChem24860889
SMILES
[I-].[I-].[I-].[BiH3+3]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)5,78[1]
Solubilità in acquainsolubile
Temperatura di fusione408 °C[1]
Temperatura di ebollizione542 °C[2]
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1)–150[3]
ΔfG0 (kJ·mol−1)–148,7[2]
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
corrosivo
pericolo
Frasi HH314
Consigli P280, 305+351+338, 310

Sintesi modifica

BiI3 può essere preparato per sintesi diretta, scaldando una miscela di bismuto e iodio a 150-180 °C,[4]

 

o facendo reagire una soluzione di BiCl3 in acido cloridrico con acido iodidrico,[4]

 

o anche per reazione tra Bi2O3 e acido iodidrico.[3]

 

Struttura modifica

BiI3 allo stato solido è un composto parzialmente ionico.[3] Cristallizza nel sistema esagonale, gruppo spaziale R3, con costanti di reticolo a = 752 pm e c = 2070 pm.[5] Gli atomi di bismuto occupano in totale un terzo dei siti ottaedrici complessivi, riempiendo su strati alternati o due terzi o nessuno dei siti ottaedrici disponibili.[6]

In fase gassosa sono presenti singole molecole BiI3 con struttura a piramide trigonale.[7]

Reattività modifica

BiI3 è insolubile in acqua fredda, ma reagisce in acqua bollente formando l'ossialogenuro BiOI. BiI3 è invece solubile in alcoli, xilene e toluene.[4] L'insolubilità in acqua era sfruttata in chimica analitica qualitativa per la ricerca di cationi Bi3+. Per effettuare questo test si aggiunge una fonte di ioni ioduro (ad esempio ioduro di potassio) al campione in esame. La formazione di un precipitato nero di BiI3 indica la presenza di cationi Bi3+. Aggiungendo un eccesso di ioduro il precipitato nero si scioglie formando una soluzione giallo-arancio dovuta alla presenza dell'anione [BiI4].[8][9]

La reazione tra BiI3 e una soluzione di ioduro di potassio serve anche a preparare il reattivo di Dragendorff, K[BiI4], utilizzato per determinare la presenza di alcaloidi.[4] Il nome del reattivo deriva da quello del chimico Georg Dragendorff (1836-1898).

BiI3 può reagire con basi di Lewis come eteri, fosfine e ammine per formare complessi. Un esempio è BiI3(piridina)3.[2]

Tossicità / Indicazioni di sicurezza modifica

BiI3 è disponibile in commercio. Il composto è corrosivo e provoca gravi ustioni cutanee e gravi lesioni oculari. Non ci sono evidenze di effetti cancerogeni. Non sono disponibili dati su effetti ambientali.[1]

Note modifica

Bibliografia modifica

  • (EN) T. J. Bruno e P. D. N. Svoronos, Handbook of Basic Tables for Chemical Analysis, CRC Press, 2003, ISBN 0-8493-1573-5.
  • (EN) N. N. Greenwood e A. Earnshaw, Chemistry of the elements, 2ª ed., Oxford, Butterworth-Heinemann, 1997, ISBN 0-7506-3365-4.
  • (EN) C. E. Housecroft e A. G. Sharpe, Inorganic chemistry, 3ª ed., Harlow (England), Pearson Education Limited, 2008, ISBN 978-0-13-175553-6.
  • (EN) J. Krüger, P. Winkler, E. Lüderitz e M. Lück, Bismuth, Bismuth Alloys, and Bismuth Compounds, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a04_171.
  • (EN) U. Müller, Inorganic Structural Chemistry, 2ª ed., Chichester, John Wiley & Sons, 2006, ISBN 978-0-470-01864-4.
  • Sigma-Aldrich, Bismuth(III) iodide, su sigmaaldrich.com. URL consultato il 16 aprile 2014.
  • (EN) F. P. Treadwell, Analytical Chemistry, Vol. I, Qualitative Analysis, 4ª ed., New York, John Wiley & Sons, 1916.
  • (EN) K. H. Whitmire, Bismuth: Inorganic Chemistry, in Encyclopedia of Inorganic Chemistry, 2ª ed., John Wiley & Sons, 2006, DOI:10.1002/0470862106.ia019, ISBN 978-0-470-86210-0.
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