Ipparino Areteo

figlio di Dione di Siracusa

Ipparino Areteo (Siracusa, 373 a.C.354 a.C.) era il figlio di Dione ed Arete[1].

Biografia modifica

È detto "Areteo" per distinguerlo da Ipparino (padre di Dione) e da Ipparino (figlio di Dionisio I e tiranno di Siracusa dal 353 al 351 a.C.). Non è comunque chiaro se Areteo fosse davvero un soprannome di un Ipparino figlio di Dione o il nome di un altro figlio di Dione. Plutarco (Dion, 31, 1-2) riferisce che secondo Timonide di Leucade il nome era Ipparino, mentre secondo Timeo di Tauromenio era Arete: lo storico di Cheronea dichiara di ritenere più attendibile la testimonianza di Timonide. Polieno riporta il nome Ipparione, forse una banalizzazione del più raro Ipparino (così Giorgio Pasquali) o un soprannome usato in ambito familiare (così Lionel Pearson). Secondo Wilamowitz, Areteo è il nome del figlio nato dopo la morte di Dione e Timeo lo avrebbe confuso con Ipparino. Meyer sostiene invece l'ipotesi secondo cui Dione avrebbe avuto due figli, Ipparino e Areteo.[2]

Plutarco racconta che commise suicidio subito dopo l'assassinio del padre[3] e cita l'episodio anche nei Moralia[4]. Gli altri autori che fanno riferimento al suicidio sono Cornelio Nepote[5] e Claudio Eliano.[6]. La Lettera VII[7], forse vergata da Platone, e soprattutto la Lettera VIII[8] riportano invece che era ancora vivo alla morte del padre.

Secondo Morrow,[9] il discostarsi di Plutarco dal dettato delle lettere VII e VIII dipende da distrazione o da cattiva memoria, oltre che dall'influenza di una fonte differente, che Morrow individua in Timeo di Tauromenio. Morrow, inoltre, ritiene che la storia del suicidio di Ipparino sia stata fabbricata ad arte dai nemici di Dione per ragioni politiche.[10]

Note modifica

  1. ^ Debra Nails, [https://books.google.it/books?id=y3YRwNsnu54C The People of Plato. A Prosopography of Plato and Other Socratics], Hackett, 2002, p. 130, ISBN 978-0-87220-564-2.
  2. ^ Federicomaria Muccioli, Dionisio II: storia e tradizione letteraria, Bologna, CLUEB, 1999, p. 287, nota 783.
  3. ^ Plutarco scrive che a Dione sarebbe apparso un fantasma simile ad una Erinni tragica, preannuncio di una morte imminente e prosegue: "Dopo pochi giorni il figlio di Dione, quasi maggiorenne, traendo pretesto futile e infantile da un dispiacere e da una irritazione, si gettò dal tetto a testa in giù e rimase ucciso": Dione, 55, 4, in Plutarco, Vite, Torino, Utet, 1998, vol. III, p. 381.
  4. ^ 119b: "Si racconta che Dione di Siracusa sedeva a consiglio con gli amici, quando in casa si udì un frastuono e un grande urlo. Avendone egli chiesta la causa, e avendo quindi appreso l’accaduto, cioè che suo figlio era precipitato dal tetto ed era morto, senza provare alcun turbamento ordinò che il corpicino del defunto fosse consegnato alle donne per la sepoltura rituale, lui invece non tralasciò le questioni che stava esaminando." Plutarco, Tutti i moralia, Milano, Bompiani, 2019, p. 217.
  5. ^ "Quando il padre tornò in patria, ed egli [Ipparino Areteo] fu affidato a sorveglianti che dovevano tenerlo lontano dal precedente sistema di vita, si mostrò cosi intollerante del cambiamento da uccidersi, a capofitto dall'alto del palazzo": Dione, 4, 5, in Opere, Torino, Utet, 1977, p. 161; "quando Dione, riavuta la moglie [Arete] che era stata data ad altri, volle richiamare il suo erede dal completo traviamento a vita virtuosa, fu profondamente ferito nel suo cuore di padre dal suicidio di lui." Cornelio Nepote, Dione, 6, 2, in Opere, Torino, Utet, 1977, p. 163.
  6. ^ "Dione, figlio di Ipparino e allievo di Platone, stava occupandosi di alcuni affari pubblici quando suo figlio cadde da un tetto e morì. Dione non ne fu impressionato e continuò a occuparsi dell'affare che stava trattando": Varia historia, III, 4 (trad. A. D'Andria).
  7. ^ 324a.
  8. ^ 355e.
  9. ^ Glenn R. Morrow, Introductory critical essays, in Plato's Epistles, The Bobbs-Merrill Company, 1962, pp. 42-43.
  10. ^ G. R. Morrow, Introductory critical essays, cit., pp. 43, 84 ss.

Bibliografia modifica

  • Glenn R. Morrow, Introductory critical essays, in Plato's Epistles, The Bobbs-Merrill Company, 1962.