Ippolita d'Este (Ferrara, 6 novembre 1565Mirandola, 1º maggio 1602) è stata una nobildonna italiana, ultima contessa consorte di Mirandola e di Concordia (1594–1602) e prima principessa consorte di Mirandola e marchesa consorte di Concordia (1596–1602), per il matrimonio con il sovrano Federico II Pico.[1][2]

Ippolita d'Este
Principessa consorte di Mirandola e Marchesa consorte di Concordia
In carica1596
1602
PredecessoreSe stessa come Contessa consorte di Mirandola e di Concordia
SuccessoreLaura d'Este
Contessa consorte di Mirandola e di Concordia
In carica1594[1]
1596
PredecessoreFulvia da Correggio
SuccessoreSe stessa come Principessa consorte di Mirandola e Marchesa consorte di Concordia
NascitaFerrara,[2] Ducato di Ferrara (oggi Italia), 6 novembre 1565[1][2]
MorteMirandola,[2] Principato di Mirandola e Marchesato di Concordia (oggi Italia), 1º maggio 1602 (36 anni)[1][2]
DinastiaEste per nascita
Pico della Mirandola
PadreAlfonso d'Este[2][3]
MadreViolante Segni[2][3]
ConsorteFederico II Pico[1][2]
ReligioneCattolicesimo

Biografia modifica

Figlia di Alfonso d'Este, marchese di Montecchio, e della sua seconda moglie Violante Signa,[4] fu sorella per parte di padre di Cesare d'Este, duca di Modena.[5]

Portando in dote 50.000 scudi, sposò a Ferrara il 30 giugno 1594[6] il coetaneo Federico II Pico della Mirandola, all'epoca conte della Mirandola e della Concordia e poi divenuto primo principe della Mirandola nel 1596 per decreto dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo.

Ippolita fu una grande benefattrice, esortando il marito ad ascoltare anche i sudditi più poveri ed indigenti.[7] Istituì l'opera pia delle mendicanti, prendendone qualcuna con sé a pranzo ogni giorno.[8]

All'inizio del 1602 scoppiò a Mirandola un'epidemia di febbre pestilenziale chiamata burraschetta, che nel giro di tre mesi fece morire oltre 200 persone. I sovrani mirandolesi, che nel frattempo si erano rifugiati a Reggio Emilia, chiesero allora la grazia divina, supplicando l'immagine sacra della Madonna posta sulla porta settentrionale delle mura.[9] Mentre sembrava essersi conclusa l'epidemia, nel mese di aprile Federico II commissionò per grazia ricevuta la costruzione dell'Oratorio della Beata Vergine della Porta (oggi nota come chiesa della Madonnina). Tuttavia, il 20 aprile la principessa Ippolita d'Este cadde vittima della stessa strana influenza, morendo poi il 1º maggio all'età di appena 36 anni. Venne seppellita presso il monastero delle terziarie francescane, a fianco della chiesa di San Francesco. Il dolore per la perdita dell'amatissima compagna causò, quattro mesi più tardi, anche la morte di Federico II e non avendo più figli, il regno del Principato della Mirandola passò al fratello Alessandro I Pico, il quale dovette abbandonare la carriera ecclesiastica.

Discendenza modifica

Federico II Pico sposò Ippolita d'Este a Ferrara nel 1594 ed ebbero due figli, entrambi morti in giovane età prima dei genitori:[10]

  • Fulvia Leonora (29 marzo 1595[11]-poco dopo)
  • Lodovico (30 maggio 1596[12]-poco dopo)

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Ercole I d'Este Niccolò III d'Este  
 
Ricciarda di Saluzzo  
Alfonso I d'Este  
Eleonora d'Aragona Ferdinando I di Napoli  
 
Isabella di Clermont  
Alfonso d'Este  
Francesco Boccacci Dianti  
 
 
Laura Dianti  
 
 
 
Ippolita d'Este  
 
 
 
 
 
 
 
Violante Segni  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ a b c d e Miroslav Marek, Genealogy.eu, su Pico family - pag. 2, 16 settembre 2002. URL consultato il 1º giugno 2020.
  2. ^ a b c d e f g h Miroslav Marek, Genealogy.eu, su Welf family - pag. 10, 28 novembre 2003. URL consultato il 1º giugno 2020.
  3. ^ a b Luisa Bertoni, ESTE, Alfonso d', in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 1º giugno 2020.
  4. ^ Figlia di Alberto Segni, speziale della Corte del duca di Ferrara.
  5. ^ Dinastia di Ercole I d'Este, su genealogy.euweb.cz. URL consultato il 26 settembre 2019.
  6. ^ Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi, G.T.Vincenzi, 1892, p.249
  7. ^ Vanni Chierici, 1602 – Mirandola in lutto, su Al Barnardon, 4 febbraio 2016.
  8. ^ Veronesi, p. 49.
  9. ^ Girolamo Tiraboschi, Notizie biografiche e letterarie in continuazione della Biblioteca modonese, Tipografia Torregiani e compagno, 1835, p. 178.
  10. ^ Enzo Ghidoni, Ottavio Bolognesi e la «disperata successione» di Alessandro I Pico, in Blythe Alice Raviola (a cura di), Corti e diplomazia nell'Europa del Seicento: Correggio e Ottavio Bolognesi (1580-1646), Mantova, Universitas Studiorum, 2014, p. 108, ISBN 9788897683643.
  11. ^ Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi, G.T.Vincenzi, 1892, p.277
  12. ^ Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie modenesi, G.T.Vincenzi, 1892, p.277

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica