Isabella Parasole

intagliatrice italiana (fl. 1585-1625)

Isabella Parasole (ca. 1570 – ca. 1620), conosciuta anche come Isabella Parasole Catanea, Isabetta o Elisabetta, è stata un'intagliatrice italiana su legno del tardo Manierismo e del primo Barocco.

Disegno per un pizzo, dal foglio "Lavori di Ponto Reticella", dal libro Il Teatro delle nobili et virtuose donne, 1620, nella collezione della biblioteca di Houghton, Harvard University, Cambridge

Biografia modifica

Nata forse nel 1580 a Bergamo dal barone Cattaneo di Bergamo e da Faustina, sposò l'incisore Leonardo Norsini, che prese il suo cognome. Sua sorella, Geronima Parasole, anche lei un'intagliatrice, realizzò l'incisione di Antonio Tempesta chiamata La battaglia dei Centauri (Battle of the Centaurs).

Fu madre di Caterina nata nel 1596, Giovanni nel 1597, Lucrezia nel 1599, Cristofaro l'anno successivo e Olimpia nel 1602 e morì all'età di 50 anni.

Secondo altre fonti generò Bernardino Parasole che divenne un pupillo di Giuseppe Cesari, ma morì in giovane età.

Attività modifica

Isabella svolse la sua attività a Roma. Eseguì diverse incisioni di piante per un erbario, pubblicato sotto la direzione di Federico Cesi, di Acquasparta. Pubblicò un libro nel 1597 dal titolo Studio delle Virtuose Dame, dedicato a Giovanna D'Aragona, contessa di Cardona (1575–1608) e citato da Giovanni Baglione nell'opera Vite del 1642; nel 1616 pubblicò un altro libro sui metodi di realizzazione di pizzi e ricami, con tagli ornamentali, che ha inciso a partire dai suoi propri disegni.[1][2] Dedicò il libro a Elisabetta di Francia (1602–1644). In seguito alla pubblicazione del suo libro nel 1597 usò il nome di Isabella, che rimase prevalente nella storiografia.

Note modifica

  1. ^ Studio delle virtuose Dame, Roma, 1597
  2. ^ Teatro delle nobili et virtuose donne dove si rappresentano varij Disegni di Lavori novamente Inventati, et disegnati da Elisabetta Catanea Parasole, Roma, 1616

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN52830182 · ISNI (EN0000 0000 6142 9792 · BAV 495/247631 · CERL cnp00824910 · Europeana agent/base/103889 · ULAN (EN500489006 · LCCN (ENno99035239 · GND (DE131747827 · BNF (FRcb14920842t (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no99035239