Ispani

comune italiano

Ispani è un comune italiano di 970 abitanti della provincia di Salerno in Campania.

Ispani
comune
Ispani – Stemma
Ispani – Veduta
Ispani – Veduta
Panorama
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Salerno
Amministrazione
SindacoFrancesco Giudice (lista civica Siamo Ispani) dal 22-9-2020
Territorio
Coordinate40°05′N 15°34′E / 40.083333°N 15.566667°E40.083333; 15.566667 (Ispani)
Altitudine256 m s.l.m.
Superficie8,34 km²
Abitanti970[1] (31-12-2021)
Densità116,31 ab./km²
FrazioniCapitello, San Cristoforo
Comuni confinantiSanta Marina, Vibonati
Altre informazioni
Cod. postale84050, 84040
Prefisso0973
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT065059
Cod. catastaleE365
TargaSA
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 364 GG[3]
Nome abitantiispanoti
Patronosan Nicola di Bari e san Rocco
Giorno festivo6 dicembre e 16 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Ispani
Ispani
Ispani – Mappa
Ispani – Mappa
Posizione del comune di Ispani all'interno della provincia di Salerno
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Il comune è situato nella zona del Bussento, al centro del Golfo di Policastro.

Storia modifica

Le prime tracce documentate di popolazioni nel territorio comunale risalgono al periodo normanno. Il toponimo (attestato anche nelle forme Hispani, li Spani, Spani, Fòrli), è probabilmente di origine antroponimica, nel senso che si rifà al cognome Spano, derivato dal greco e allusivo a persona dalla barba rada.[4]

La sua origine, pur non escludendo probabili tracce di antichità, è da ricondurre al periodo tardo-medioevale: nacque infatti come casale della vicina Policastro. Come altri paesi della zona l'abitato principale era posto in riva al mare essendo l'economia basata essenzialmente sulla pesca. Su una collina, nei pressi di Capitello, detta oggi “Castellaro”, Ruggiero I costruì un castello a partire dal 1055 di cui oggi rimangono poche tracce. Risale invece alla seconda metà del XVI secolo la presenza degli Aragonesi con una torre di avvistamento, eretta per prevenire gli assalti dei pirati Saraceni, come le altre costruite da Gaeta a Reggio Calabria.

Per sfuggire alle scorribande dei pirati e alla malaria la popolazione si ritirava periodicamente verso l'entroterra, arrampicandosi lungo le ripide colline ove oggi sorgono gli abitati di Ispani e San Cristoforo. I diversi nomi dati a questi insediamenti nel corso dei secoli (Sant'Agata, Forli, Casale delli Spani) confermano come la popolazione li abitasse solo in situazioni di emergenza, per poi ritornare a vivere sulla costa.

Nel XVI secolo i Conti Carafa della Spina, fuggendo dalla vicina Policastro infestata dalla malaria, si stabilirono nel borgo di Capitello. Del palazzo costruito dai nobili rimangono solo le mura perimetrali delimitanti il giardino, l'arco con il loro simbolo che consentiva il passaggio delle carrozze, una garitta per la guardia armata ed una lapide di marmo. I resti del palazzo, restaurati e ammodernati, ospitano oggi un istituto religioso.

Il nome di Ispani compare in un documento del periodo vicereale che riguarda un’annotazione della Camera Regia di Napoli sul saccheggio effettuato dal pirata Dragut Pascià. Il corsaro barbaresco, dopo aver saccheggiato la vicina Policastro, incendiò e distrusse il villaggio di Ispani che il 26 novembre 1557 contava cento abitanti; ne sopravvissero soltanto una ventina.[5] Nei censimenti del Regno di Napoli Ispani compare nel 1595 con soli 40 abitanti, poi nel 1614 con 70 abitanti e nel 1660 con 50 abitanti. Nel 1790 risultavano invece 671 abitanti.[6]

In una carta geografica conservata presso l'Archivio di Stato di Napoli, datata 1746 (copia di una più vecchia degli Uffici del Principato Citra) si può vedere che Capitello aveva il rango di Borgo, mentre Ispani e San Cristoforo non avevano diritto di Città, Comune o Borgata e non potevano costruire fortificazioni per difendersi dalle razzie dei pirati. Per questo motivo gli abitati erano costituiti di poche case arroccate attorno ad una chiesa con vicoli e strade strette ideali contro le scorrerie dei predoni.

Col tempo le due frazioni collinari accrebbero la propria popolazione tanto che nel 1780 Ispani fu eletta "Università", cioè Municipalità, dal Governo borbonico di Napoli.

Si ritiene che il villaggio seguì gli stessi eventi occorsi a Policastro. Certo è che il 3 ottobre 1770 Teresa Carafa, figlia di Gerardo Carafa e della parente Ippolita Carafa, quale unica erede ebbe l'intestazione di Policastro, con titolo di conte, Fòrli con titolo di duca (il titolo venne trasferito su Ispani e l'Università fu autorizzata a prendere il nome di Fòrli), insieme con i casali di S. Cristoforo e di Capitello. Successivamente Teresa Carafa ebbe intestate anche le giurisdizioni di Bosco, S. Giovanni a Piro e Torre Orsaia. Teresa aveva sposato il congiunto Gennaro Carafa, principe di Roccella e vedovo di Silvia Ruffo. Da questa il principe aveva avuto dei figli maschi, tra cui il primogenito Vincenzo al quale toccarono i feudi della Roccella. Da Teresa Carafa il principe ebbe altri maschi, tra cui Gerardo, il primogenito, che ebbe titoli e feudi di Policastro. A Gerardo successe Francesco che, dalla moglie Beatrice di Sangro, ebbe due femmine, Maddalena e Maria Teresa, e un maschio, Nicola, il quale con decreto ministeriale (1831) ottenne il riconoscimento di titoli e predicati. Nicola morì senza eredi, per cui i titoli di conte di Policastro, duca di Fòrli (Ispani ora detto Forli) e duca della Chiusa, con i predicati di Tenerola, Frattapiccolo (Terra di Lavoro), Sapri, Libonati e Pardinola, con Regio Assenso (1897) passarono alla figlia di Maddalena Carafa, Maria Severina Longo, marchesa di Gagliati e di S. Giuliano, poi moglie del nobile Lorenzo Tortora Braida.[7]

Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Vibonati, appartenente al distretto di Sala del regno delle Due Sicilie.

Dal 1860 al 1927, durante il regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Vibonati, appartenente al circondario di Sala Consilina.

Con l'avvento del Regno d'Italia fu confermato capoluogo del comune e solo durante il periodo fascista, con la fusione dei comuni di Ispani e Santa Marina, fu Capitello la sede del comune di Policastro.[8]

I tre paesi di Ispani, Capitello e San Cristoforo sono riuniti in un'unica entità amministrativa dalla nascita della Repubblica. Come molti paesi del Sud Italia ha pesantemente subito il fenomeno dell'emigrazione, soprattutto verso la capitale Roma e verso le regioni del Nord-Est.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 ottobre 2000.[9]

«D'argento, all'effige di San Nicola Vescovo in maestà, con il viso, le mani, i piedi di carnagione, il capo coperto dalla mitria d'oro, aureolato di rosso, vestito con la tunica d'azzurro, con il manto di rosso, con la stola di verde ornata di ricami d'oro, munito della croce pettorale, il santo con le braccia aperte, tenente con la mano destra il pastorale di oro, posto in palo, con la mano sinistra il giglio d'oro, accompagnato a sinistra dalla bassa torre, di rosso, mattonata di nero, merlata alla guelfa, finestrata e chiusa dello stesso, posta sotto la mano sinistra del Santo, il pastorale, il Santo, la torre sostenuti dalla pianura erbosa di verde. Ornamenti esteriori da Comune.[10]»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[11]

 
Torre Normanna nella frazione di Capitello

Religione modifica

La maggioranza della popolazione è di religione cristiana appartenenti principalmente alla Chiesa cattolica[12]; il comune appartiene alla diocesi di Teggiano-Policastro.

Cultura modifica

Patrono di Ispani è san Nicola di Bari, la cui ricorrenza viene celebrata il 6 dicembre. La festa principale del Paese è il 16 agosto in onore di san Rocco, animata dai pellegrini che giungono (anche a piedi in segno di devozione) da Policastro Bussentino e dai numerosi emigranti che rientrano in paese per l'occasione.

Patrono di Capitello è sant'Antonio di Padova, in onore del quale il 13 giugno viene allestita una processione con la benedizione del pane preparato in casa.

Patrono di San Cristoforo è san Cristoforo, festeggiato il 25 luglio; in tale occasione viene effettuata la tradizionale benedizione degli autoveicoli. Viene festeggiato anche san Donato, il 7 agosto, a cui è dedicata una cappella in cima alla collina che sovrasta l'abitato comunale.

Geografia antropica modifica

 
Arco dei Carafa a Capitello

Il comune comprende tre centri abitati:

  •  
    San Cristoforo: la piazza principale con i mosaici a formelle
    Capitello, frazione maggiore del comune, situata lungo la costa del golfo di Policastro. Vi sono conservati i resti di un muro e di una porta con un arco riportante il simbolo dei conti Carafa, proprietari del palazzo che oggi ospita un istituto religioso: è presente inoltre una torre di avvistamento di origine normanna, attualmente inglobata in una proprietà privata. La chiesa principale del XIX secolo è dedicata a San Ferdinando Re mentre una cappella all'inizio dell'abitato è dedicata a S. Antonio da Padova.
  • Ispani, situato in collina a 256 m s.l.m. a metà strada, è la sede del Comune. La chiesa dedicata a S. Nicola presenta un campanile a base ottagonale e vi è custodita una scultura in malta e pietre, raffigurante la Vergine col Bambino. Al confine del paese si trova la chiesetta dedicata a S. Rocco. Interessante è anche una Fontana storica posta al limitare del paese, luogo di grande valore in passato data la scarsità di acqua potabile.
  • San Cristoforo, frazione collinare posta a 320 m s.l.m. La Chiesa di San Cristoforo, di nucleo cinquecentesco, si trova al centro del paese e vi si accede tramite una piccola scalinata. La cappella di Santa Sofia, risalente agli inizi del XVII sec. è oggi in rovina e abbandonata. È presente inoltre una piazza realizzata nel 2002 che presenta su un lato delle immagini su formelle di ceramica rappresentanti i tre abitati del comune.

Economia modifica

L'economia del paese si basa quasi esclusivamente sul turismo estivo. Nel 2018 il comune ha ottenuto il riconoscimento della Bandiera Blu.[13]

Data la posizione con molte aree coltivabili è ampiamente sviluppato il fenomeno della produzione per autoconsumo di prodotti agricoli e zootecnici.

Infrastrutture e trasporti modifica

Principali arterie stradali modifica

Amministrazione modifica

Sindaci modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
16 novembre 1997 1º febbraio 2000 Marilinda Martino sinistra Sindaco
16 aprile 2000 3 aprile 2005 Marilinda Martino sinistra Sindaco
4 aprile 2005 28 marzo 2010 Marilinda Martino lista civica Sindaco
29 marzo 2010 31 maggio 2015 Edmondo Iannicelli lista civica Sindaco
31 maggio 2015 21 febbraio 2020 Marilinda Martino lista civica Uniti per Crescere
Partito Democratico[14]
Sindaco
21 febbraio 2020 7 aprile 2020 Vincenzo Amendola - commissario straordinario
7 aprile 2020 20 settembre 2020 Vincenzo Monaco - commissario straordinario
20 settembre 2020 in carica Francesco Giudice lista civica Siamo Ispani Sindaco

Altre informazioni amministrative modifica

Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino regionale Sinistra Sele.

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Ispani Turismo. Scopri il comune di Ispani - Info Cilento, in Info Cilento. URL consultato il 20 febbraio 2018.
  5. ^ Ispani Turismo. Scopri il comune di Ispani - Info Cilento, in Info Cilento. URL consultato il 20 febbraio 2018.
  6. ^ Chiesa, baroni e popolo nel Cilento, 2 voll., Ed. di Storia e Letteratura. URL consultato il 20 febbraio 2018.
  7. ^ Cilento on the Road | ISPANI, su cilentontheroad.it. URL consultato il 28 agosto 2018.
  8. ^ Storia - Comune di Ispani (Provincia di Salerno), su comune.ispani.sa.it. URL consultato il 31 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2016).
  9. ^ Ispani, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 17 dicembre 2023.
  10. ^ Comune di Ispani, Statuto (PDF), art. 4 Stemma e gonfalone.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ [1] Archiviato il 31 maggio 2010 in Internet Archive. Sito della Diocesi
  13. ^ Bandiere Blu 2018, ecco il mare più bello d’Italia. Le 368 spiagge premiate per qualità, sostenibilità e servizi, in Repubblica.it, 5 maggio 2018. URL consultato il 27 maggio 2018.
  14. ^ https://www.salernotoday.it/politica/comune-ispani-sfiducia-martino-commissariamento-13-febbraio-2020.html

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica