Jacobus Bontius

medico olandese del XVII secolo

Jacobus Bontius, nato Jacob de Bondt (Leida, 1592Batavia, 30 novembre 1631), è stato un medico olandese pioniere di medicina tropicale.

È conosciuto per la sua opera in quattro volumi De medicina Indorum. Il suo lavoro del 1631 "Historiae naturalis et medicae Indiae orientalis" introdusse la parola "Orang Hutan"[1].

Biografia modifica

Bontius nacque a Leida, ultimo di otto figli del medico Gerard de Bondt / Gerardus Bontius (1536–1599), professore all'Università di Leida. Tra i suoi fratelli c'erano Reinier de Bondt / Regnerus Bontius (1576–1623), medico di corte di Maurizio di Nassau, e Willem de Bondt / Wilhelmus Bontius, professore di diritto all'Università di Leiden[2].

Jacobus si laureò in medicina a Leida nel in 1614. Si recò nella Indie Orientali con Jan Pieterszoon Coen, per conto della Compagnia olandese delle Indie orientali.[3]

De medicina Indorum (1642) modifica

Le osservazioni mediche Bontius furono pubblicate dopo la sua morte. Comprendono quella che è considerata la prima descrizione clinica del beriberi[4].

Descrisse anche l'epidemia di dissenteria a Giava nel 1628[5].

La seconda edizione del 1658, sistemata da Willem Piso, fu ampliata e incluse materiali dello stesso Piso sulle Americhe.[6]

Note modifica

  1. ^ Dellios, Paulette. 2008 "A lexical odyssey from the Malay World." Journal of Pidgin and Creole Languages 23:1
  2. ^ G. W. Bruyn and Charles M. Poser, The History of Tropical Neurology: Nutritional Disorders (2003), pp. 1-3; Google Books.
  3. ^ BontiusJ, su nationaalherbarium.nl. URL consultato il 6 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2016).
  4. ^ David W. McCandless, Thiamine Deficiency and Associated Clinical Disorders (2009), p. 31; Google Books.
  5. ^ Abhay Kumar Singh, Modern World System and Indian Proto-Industrialization: Bengal 1650-1800 (2006), p. 682; Google Books.
  6. ^ Donald F. Lach and Edwin J. Van Kley, Asia in the Making of Europe, Volume III: A Century of Advance. Book 1 (1998), p. 457; Google Books.

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