Jan Ullrich

ciclista su strada e ciclocrossista tedesco

Jan Ullrich (Rostock, 2 dicembre 1973) è un ex ciclista su strada e ciclocrossista tedesco. Professionista dal 1995 al 2006, soprannominato il Kaiser o Kaiser Jan, specialista delle grandi corse a tappe e delle gare a cronometro, vinse il Tour de France 1997 e la Vuelta a España 1999, oltre a un titolo olimpico a Sydney 2000 e a tre titoli mondiali su strada, uno in linea dilettanti e due a cronometro Elite.

Jan Ullrich
Ullrich nel 2016
Nazionalità Bandiera della Germania Germania
Altezza 183[1] cm
Peso 80[1] kg
Ciclismo
Specialità Strada, ciclocross
Termine carriera 2007
Carriera
Squadre di club
1995-2001Deutsche Telekom
2002Telekom
2003Team Coast
2003Team Bianchi
2004-2006T-Mobile
Nazionale
1993-2004Bandiera della Germania Germania
Palmarès
 Giochi olimpici
Argento Sydney 2000 Crono
Oro Sydney 2000 In linea
 Mondiali
Oro Oslo 1993 In linea Dil.
Bronzo Agrigento 1994 Crono
Oro Verona 1999 Crono
Oro Lisbona 2001 Crono
 

Biografia modifica

Ha tre fratelli, Stefan (nato nel 1971), Thomas (1978) e Felix (1984).[1] Si è separato dalla prima moglie, Gaby, nel 2005; con lei ha avuto anche una figlia, Sarah Maria, nata nel 2003.[1] Nel settembre 2006 si è sposato con Sara Steinhauser, sorella di Tobias Steinhauser, suo compagno di squadra alla T-Mobile. La coppia ha avuto tre figli, Max (nato nel 2007), Benno (2011) e Toni (2012).[1]

Carriera modifica

Gli anni da Dilettante e alla Deutsche Telekom modifica

1993-1996: gli esordi e l'approdo al professionismo modifica

Si appassiona al ciclismo fin da bambino seguendo le orme di suo fratello maggiore Stefan. Jan mostra subito il suo talento vincendo la prima gara a cui partecipa all'età di dieci anni guidato dalle sapienti mani del suo primo allenatore Peter Sager.[2] Fino al 1987 frequenta la Sportgemeinschaft Dynamo Rostock, società della sua città; dal 1987 al 1990 è invece tesserato per lo Sportclub Dynamo Berlin,[1] club facente riferimento alla Sportvereinigung Dynamo, l'associazione sportiva degli organi di polizia nell'allora Repubblica Democratica Tedesca. Dal 1990 al 1992, dopo la caduta del muro e lo scioglimento delle squadre sportive della DDR, gareggia con lo Sportclub Berlin, mentre dal 1992 al 1994 è ad Amburgo, tra le file della storica società ciclistica Radsport-Gemeinschaft Hamburg.[1]

Nel 1993 a Oslo vince il Campionato del mondo in linea nella categoria dilettanti, a nemmeno vent'anni d'età, diventando così il più giovane campione del mondo dopo Eddy Merckx[2] (nella stessa edizione, tra i professionisti, si impone il futuro rivale Lance Armstrong). Nel 1994 corre la stagione ancora tra i dilettanti e a Catania conquista il terzo posto al Campionato del mondo nella prova a cronometro (in quell'occasione, per la prima edizione della prova a cronometro, fu una gara "open", ossia aperta a professionisti e non) vinta dallo specialista Chris Boardman davanti ad Andrea Chiurato.

L'anno seguente passa tra i professionisti nel Team Deutsche Telekom. Vince il Campionato tedesco a cronometro e disputa la sua prima grande corsa a tappe, la Vuelta a España, dalla quale dovette però ritirarsi dopo solo una settimana di corsa a causa di un fastidioso mal di denti.[2] Nel 1996 si impone al grande pubblico classificandosi secondo al Tour de France dietro al compagno di squadra Bjarne Riis (vittoria in un primo momento revocata per confessato uso di doping, poi riassegnata al danese). In quell'edizione della corsa francese Ullrich corse sempre al servizio del proprio capitano, ma nonostante ciò vinse la penultima tappa, la cronometro di Saint-Émilion, battendo di cinquantasei secondi Miguel Indurain e rischiando addirittura di sfilare la maglia gialla al proprio capitano, tanto che si dice che i direttori sportivi della Deutsche Telekom, Rudy Pevenage e Walter Godefroot gli impongono di rallentare per non compromettere il risultato del capitano.[3] Ullrich a 22 anni e mezzo d'età conclude così staccato di soli 1'41" da Riis, guadagnando anche la vittoria nella classifica dei giovani.

1997: la vittoria del Tour de France modifica

 
Ullrich (in maglia gialla) e Udo Bölts al Tour de France 1997

Nel 1997, dopo aver vinto il Campionato tedesco in linea e l'importante tappa di Kandersteg al Giro di Svizzera, nel quale si piazza al terzo posto nella classifica finale alle spalle di Christophe Agnolutto e Oscar Camenzind, fa suo il Tour de France, primo tedesco della storia, e sul podio di Parigi precede i rivali di allora Richard Virenque e Marco Pantani.

Nonostante il capitano anche per questo Tour de France fosse Riis, Ullrich si mostra subito il più forte; sfiora la maglia gialla già nel prologo di Rouen, dove viene battuto per soli 1,82 secondi dallo specialista Chris Boardman; si limita a seguire i suoi avversari Richard Virenque e Marco Pantani nella prima tappa pirenaica con arrivo a Loudenvielle, mentre nel tappone con arrivo in salita ad Andorra-Arcalís, l'ormai ex capitano Riis gli lascia via libera verso il successo di tappa[4]; il tedesco riesce così a staccare Pantani e Virenque di un minuto e otto secondi con una prestazione notevole conquistando la maglia gialla. Nella cronometro di Saint-Étienne mette quindi il sigillo al Tour staccando di più di tre minuti tutti i maggiori avversari.[5] Sulle Alpi, Ullrich si limita a contenere gli attacchi di Pantani, il quale vincerà le tappe dell'Alpe d'Huez e di Morzine, e di Virenque, che vincerà la tappa di Courchevel,[5] e giunge a Parigi con un vantaggio pesante: più di 9 minuti sul francese e più di 14 sull'italiano. La vittoria schiacciante da lui ottenuta, con un dominio sia in salita che a cronometro, fanno pensare agli addetti ai lavori che il ciclismo abbia trovato il suo nuovo padrone dopo il ritiro di Miguel Indurain e molti pronosticano che il tedesco sarà il primo corridore a vincere per sei volte la corsa a tappe francese.[2]

Le successive vittorie nella Classica di Amburgo, nella Luk-Cup Bühl ed il secondo posto al Campionato di Zurigo alle spalle di Davide Rebellin dimostrano che Ullrich riesce ad andare forte anche nelle corse di un giorno e si pensa ad un nuovo "cannibale".[3] A fine anno si aggiudica la prima edizione del premio internazionale Fausto Coppi-Bici d'Oro.

1998-1999: il secondo posto al Tour e il successo alla Vuelta modifica

 
Jan Ullrich nel 2005

Nell'inverno Jan Ullrich prende dieci chili, incominciando l'anno successivo con una condizione fisica non ottimale per via del peso eccessivo.[6] Ciò nonostante riesce a dimagrire per tempo, e si presenta alla partenza del Tour de France come uno dei favoriti per la vittoria finale.[6] Conquista la maglia gialla nella prima cronometro, a Corrèze, rifilando più di 4 minuti a Pantani, e la conserva dopo i Pirenei, ma sul Colle del Galibier, sotto la pioggia, deve arrendersi ad un epico attacco di Pantani, che riesce a guadagnare circa 9 minuti alla fine della tappa.[7][8] Si riscatta vincendo l'indomani ad Albertville, dopo una fuga a due con il "Pirata" iniziata sull'ultima salita di giornata, la Madeleine, e l'ultima cronometro di Le Creusot; ma in classifica generale chiude secondo alle spalle dello scalatore italiano, nel Tour che verrà ricordato anche per lo scandalo Festina.

Nel 1999 inizia la stagione con l'intento di riconquistare la maglia gialla, ma, oltre al problema del peso che si era ripresentato, una duplice caduta prima al Giro di Germania e poi al Giro di Svizzera gli preclude la partecipazione al Tour de France, che segnerà l'inizio del dominio di Lance Armstrong. Corre quindi la Vuelta a España, ma senza grandi velleità di classifica; ciò nonostante vince una tappa e successivamente, ancora sull'arrivo ad Arcalís, conquista la maglia oro di leader della classifica, che difenderà sino alla fine con una seconda vittoria di tappa nell'ultima cronometro.[3] L'obiettivo principale della stagione sono comunque i campionati del mondo che si disputano in Italia: a Treviso vince la prova a cronometro mentre a Verona nella prova in linea, malgrado l'eccellente condizione, non va oltre l'ottavo posto.

2000-2001: ancora secondo alla Grande Boucle modifica

Nel 2000 Ullrich deve di nuovo fronteggiare il problema del peso; riesce tuttavia a presentarsi al Tour de France con una forma ottimale. Quell'anno ha luogo la prima sfida con Armstrong, ma il tedesco deve accontentarsi del secondo posto in classifica data la superiorità dello statunitense sia in salita che a cronometro. Si riscatta ai Giochi olimpici di Sydney, in cui conquista l'oro nella prova in linea disputatasi nella parte est del Centennial Park, precedendo, in una fuga a tre, i compagni di team Aleksandr Vinokurov e Andreas Klöden, e l'argento in quella a cronometro, battuto da Vjačeslav Ekimov. L'Unione Ciclistica Internazionale indagò per presunto uso di doping da parte del tedesco, decidendo però, nel 2010, di non revocargli il titolo non essendo stati riscontrati illeciti.[9]

Nella stagione seguente partecipa per la prima volta al Giro d'Italia, senza però ottenere risultati anche a causa della scarsa condizione (verrà anche indagato nell'ambito di un'inchiesta antidoping, senza comunque alcun successivo strascico giudiziario) e poi, forte della seconda vittoria nel Campionato tedesco in linea, punta a rivincere il Tour de France. Armstrong si rivela però ancora il più forte e Ullrich è nuovamente secondo.[10] Prosegue la stagione su buoni livelli, vincendo anche il Giro dell'Emilia, e ai Campionati del mondo di Lisbona fa di nuovo suo l'oro a cronometro con una grande rimonta nel finale di gara, mentre nella prova in linea arriva con il gruppo di testa e chiude tredicesimo.

2002-2006: Gli ultimi anni modifica

2002-2003: l'infortunio e il rientro modifica

 
Ullrich al Tour del 2003 con la maglia del Team Bianchi

Nel 2002 è fermo praticamente per tutta la stagione a causa di problemi al ginocchio destro, a cui viene operato. Inoltre, dopo otto anni, conclude il rapporto con il Team Telekom.

Nel 2003 ritorna alle corse con una nuova squadra, il Team Coast, poi divenuto Team Bianchi. Dopo aver corso il Giro di Germania (quinto posto) e il Giro di Svizzera (7º posto) comincia il Tour de France con rinnovate ambizioni di vittoria. Dopo aver perso terreno sull'Alpe d'Huez vince la cronometro di Cap'Decouverte staccando Armstrong di 1'36". Il giorno dopo riesce per la prima volta a mettere in difficoltà lo statunitense anche in salita, sul Plateau de Bonascre, giungendo ad avere soli 15 secondi di distacco in classifica. Alla fine però non va oltre il secondo posto: a Luz Ardiden viene staccato dal rivale, cade poi sull'asfalto bagnato nella cronometro finale e conclude con un ritardo di 1'01". Proprio nella tappa di Luz Ardiden, Armstrong cade mentre sta forzando e Ullrich, pur molto vicino in classifica e in ottima condizione, anziché attaccare aspetta il rientro del texano nel gruppetto di testa; poco dopo, sfruttando proprio le difficoltà di Ullrich nel cambio di ritmo, Armstrong lo attaccherà, vincendo la tappa.[11]

Nel prosieguo di annata Ullrich trova importanti piazzamenti alla Classica di Amburgo (terzo) e al Campionato di Zurigo (secondo), chiudendo una stagione positiva. Al termine della stagione viene eletto sportivo tedesco dell'anno.[12]

2004: la vittoria al Giro di Svizzera modifica

Nel 2004 torna a correre con la T-Mobile. In preparazione al Tour de France prende parte al Giro di Svizzera. Nella gara elvetica prende la leadership nella classifica generale già dopo la prima tappa;[13] Controlla agevolmente le successive frazioni fino alla settima tappa, quando nell'ascesa di Mechtal non riesce a rispondere agli attacchi dello svizzero Fabian Jeker e dell'austriaco Georg Totschnig: all'arrivo perde la maglia, ritrovandosi terzo in graduatoria, con 32 secondi di svantaggio da Jeker e 24 da Totschnig.[14] Dopo l'ottava frazione, vinta da Paolo Bettini, prende il via nella cronometro finale con l'obiettivo di recuperare i 41" di distacco da Jeker; nell'occasione non delude le aspettative, vince la tappa ad una media di circa 48 km/h e riesce a rimontare lo svizzero, aggiudicandosi la corsa con un solo secondo di vantaggio sul rivale.[15][16]

Dopo la vittoria al Giro di Svizzera, con due successi di tappa, è uno dei favoriti per la conquista del Tour de France.[17] In quell'edizione della Grande Boucle, tuttavia, Armstrong si rivela ancor più insuperabile (per lui sesto Tour de France consecutivo, un record poi annullato per doping); Ullrich per la prima volta non sale nemmeno sul podio di Parigi, è infatti quarto, preceduto anche da Andreas Klöden e Ivan Basso.[18] Alla fine della corsa viene anche criticato dal suo direttore sportivo Walter Godefroot, il quale afferma: «Il talento da solo non basta».[19] Ai Giochi olimpici di Atene Ullrich non bissa i risultati di quattro anni prima: è settimo a cronometro e mai incisivo nella prova in linea, dove chiude al diciannovesimo posto. Rinuncia inoltre ai campionati del mondo in Italia concludendo un'annata al di sotto delle aspettative.[3][20][21]

2005-2006: il terzo posto al Tour, l'Operación Puerto e il ritiro modifica

Nella stagione successiva deve nuovamente far fronte al problema del peso forma, cui si aggiunge una fastidiosa polmonite che compromette la sua preparazione al Tour de France.[3] Conclude al terzo posto il Giro di Svizzera, vincendo la cronometro.[22] Dopo una caduta in allenamento alla vigilia del Tour de France, che non compromette però la partenza della corsa,[23] Ullrich cade nuovamente nell'ottava frazione, ma pur ricoverato all'ospedale di Grenoble riesce a riprendere la corsa;[24] alla fine chiude in terza posizione, alle spalle del solito Armstrong e di Basso.[25][26] Si classifica inoltre secondo al Giro di Germania, vincendo la frazione a cronometro.

 
Ullrich al Giro d'Italia 2006

Nel 2006, non cambia stile e in inverno prende molti chili[27]. Ritorna al Giro d'Italia con una forma non ottimale; ottiene comunque una vittoria di tappa a cronometro[28] prima di ritirarsi. Ripresosi e tornato in piena forma, vince nuovamente il Giro di Svizzera.

Al Tour de France, visto il ritiro dalle corse di Armstrong, avrebbe finalmente l'occasione di bissare il successo del 1997[29], ma alla vigilia della corsa francese viene implicato nella cosiddetta Operación Puerto, che lo vede coinvolto per uso di doping.[30] Viene escluso dalla Grande Boucle dagli organizzatori dell'evento, quindi sospeso dalla sua squadra[31] e in seguito anche licenziato.[3][32] Per tutto il periodo dell'inchiesta Ullrich, a differenza di altri corridori coinvolti, si dichiara sempre estraneo alla vicenda[33], fino al 26 febbraio 2007, data in cui annuncia il suo ritiro dall'attività agonistica.[34] Successivamente le analisi sanguigne confermeranno il suo coinvolgimento[35] e la sua abitazione in Svizzera verrà perquisita.[36]

Dopo il ritiro modifica

2007-2013: problemi di salute e squalifica per doping modifica

Il 2 giugno 2007 Jan rischia di perdere le medaglie conquistate alle Olimpiadi a Sydney nel 2000[37] ma nel 2010 non vengono riscontrati illeciti, pertanto Ullrich mantiene le medaglie.[9] Nell'estate 2010 viene colpito da una malattia da stress, la sindrome da burnout,[33] dalla quale riesce a guarire verso la fine di dicembre, ritornando anche in sella ad una bici, ma smentendo un suo possibile ritorno alle corse.[38]

All'inizio del 2010 non viene inizialmente incluso nell'elenco dei corridori processati per l'Operación Puerto;[39] l'Unione Ciclistica Internazionale presenta però un appello al TAS di Losanna.[40] In seguito l'ex ds della T-Mobile Rudy Pevenage confessa e lo coinvolge nell'inchiesta.[41] Il 9 febbraio 2012 il TAS di Losanna, accogliendo il ricorso dell'Unione Ciclistica Internazionale,[42][43] giudica Ullrich colpevole e lo condanna (con formula retroattiva) a due anni di squalifica, cancellando, pertanto tutti i risultati ottenuti dal 1º maggio 2005 fino al suo ritiro dal professionismo, nel 2007: tra essi spicca il terzo posto al Tour de France del 2005, una vittoria di tappa al Giro d'Italia del 2006 e una tappa e il successo nella classifica generale del Giro di Svizzera del 2006.

A giugno 2013 Ullrich, dopo aver negato nell'inchiesta Puerto, ammette di aver fatto ricorso durante la sua carriera a pratiche illecite dopanti nell'inchiesta in cui era coinvolto[44].

2018: indagini giudiziarie modifica

 
Jan Ullrich nel 2003

Il 4 agosto 2018 viene messo in stato di fermo dalla polizia spagnola con l'accusa di avere aggredito l'attore e regista Til Schweiger, suo vicino di casa nella zona Establiments a Palma di Maiorca. L'aggressione sarebbe avvenuta perché Schweiger non lo avrebbe invitato ad una festa in occasione dell'uscita del film Honey in the Head.[45]

Sei giorni più tardi, il 10 agosto 2018, viene fermato dalla polizia di Francoforte sul Meno dopo essere stato messo sotto indagine per tentato omicidio.[46] Ullrich, secondo una ricostruzione della stampa, avrebbe abusato sessualmente e tentato di strangolare una prostituta con cui si trovava presso il "Villa Kennedy" a Francoforte. La donna sarebbe riuscita a divincolarsi e ad uscire dalla stanza per chiedere soccorso.[47] La polizia rende noto che al momento dell'arresto Ullrich era sotto l'effetto di alcol e droghe.[48]

Il ciclista dopo l'aggressione avvenuta a Maiorca aveva dichiarato al periodico tedesco Bild di essere rientrato in Germania proprio per sottoporsi a una terapia volta a combattere la dipendenza da droga e alcol.[49]. Dopo ciò Ullrich finisce in clinica psichiatrica[50].

Primati personali modifica

Rientra tra i corridori che hanno vinto tappe in tutti i Grandi giri: Tour de France, Giro d'Italia e Vuelta a España. In otto partecipazioni al Tour è salito sette volte sul podio: primo nel 1997; secondo nel 1996, 1998, 2000, 2001 e 2003; terzo nel 2005, risultato questo in seguito cancellato con sentenza retroattiva in merito all'Operación Puerto. Solo nel 2004 fu quarto. Nella storia della corsa francese, come numeri di podi è preceduto da Lance Armstrong, con sette vittorie consecutive e un terzo posto (risultati in seguito cancellati), Bernard Hinault con cinque vittorie (1978, 1979, 1981, 1982, 1985) e due secondi posti (1984, 1986), e da Joop Zoetemelk che ha vinto il Tour in una sola occasione (1980), ma che per altre sei volte si è classificato secondo (1970, 1971, 1976, 1978, 1979, 1982); anche Raymond Poulidor vanta un maggior numero di podi, con tre secondi (1964, 1965, 1974) e cinque terzi posti (1962, 1966, 1969, 1972, 1976).

In occasione delle due vittorie nelle grandi corse a tappe, il Tour del 1997 e la Vuelta del 1999, ha conquistato la maglia di leader della classifica, poi tenuta sino alla fine della corsa, al termine della tappa con l'arrivo in salita ad Andorra-Arcalís.

Palmarès modifica

Classifica generale Ytong Bohemia Tour
3ª tappa Giro del Belgio dilettanti
Campionati del mondo, Prova in linea Dilettanti
4ª tappa Commonwealth Bank Classic
4ª tappa Rapport Toer
5ª tappa Rapport Toer
6ª tappa Rapport Toer
2ª tappa Tour of Hawaii
Campionati tedeschi, Prova a cronometro
Coca-Cola Trophy
3ª tappa, 1ª semitappa Regio-Tour
Classifica generale Regio-Tour
20ª tappa Tour de France (Bordeaux > Saint-Émilion, cronometro)
10ª tappa Tour de France (Luchon > Arcalís)
12ª tappa Tour de France (Saint-Étienne > Saint-Étienne, cronometro)
Classifica generale Tour de France
4ª tappa Tour de Suisse
Campionati tedeschi, Prova in linea
LuK Cup
Classica di Amburgo
7ª tappa Tour de France (Meyrignac-l'Église > Corrèze, cronometro)
16ª tappa Tour de France (Vizille > Albertville)
20ª tappa Tour de France (Montceau-les-Mines > Le Creusot, cronometro)
Rund um die Nürnberger Altstadt
Rund um Berlin
Sparkassen Giro Bochum
5ª tappa Vuelta a España (Béjar > Ciudad Rodrigo)
20ª tappa Vuelta a España (El Tiemblo > Avila, cronometro)
Classifica generale Vuelta a España
Campionati del mondo, Prova a cronometro
Giochi olimpici, Prova in linea
Coppa Agostoni
Continentale Classic
Campionati tedeschi, Prova in linea
Campionati del mondo, Prova a cronometro
Versatel Classic
Giro dell'Emilia
3ª tappa Giro della Provincia di Lucca
1ª tappa Hessen-Rundfahrt
12ª tappa Tour de France (Gaillac > Cap'Découverte, cronometro)
Giro di Colonia
1ª tappa Tour de Suisse (Sursee > Beromünster)
9ª tappa Tour de Suisse (Lugano > Lugano, cronometro)
Classifica generale Tour de Suisse
Coppa Sabatini
2ª tappa Tour de Suisse (Weinfelden > Weinfelden, cronometro)
8ª tappa Deutschland Tour (Ludwigshafen > Weinheim, cronometro)
9ª tappa Tour de Suisse (Kerzers > Berna, cronometro)
Classifica generale Tour de Suisse
11ª tappa Giro d'Italia (Pontedera > Pontedera, cronometro)

Altri successi modifica

Classifica giovani Tour de France
Classifica giovani Tour de France
Classifica giovani Giro dei Paesi Bassi
Classifica scalatori Vuelta a Aragón
Wielerronde van Boxmeer-Daags na de Tour
Gouden Pijl-Emmen
Classifica giovani Tour de France
Nacht von Hannover
1ª tappa Tour de Suisse (C ronosquadre)
Nacht von Hannover
Nacht von Hannover
Profronde van Stiphout
Ru-Cup Essen
Nacht von Hannover
Profronde van Stiphout
Classifica punti Tour de Suisse
Ru-Cup Essen
Grazer Altstadtkriterium
Nacht von Hannover
Entega GP
Mayrhofer
Eurobike Altstadtkriterium Ravensburg

Piazzamenti modifica

Grandi Giri modifica

2001: 52º
2006: ritirato (19ª tappa)
1996: 2º
1997: vincitore
1998: 2º
2000: 2º
2001: 2º
2003: 2º
2004: 4º
2005: revocato
1995: ritirato
1999: vincitore
2000: ritirato (13ª tappa)

Classiche monumento modifica

Competizioni mondiali modifica

Riconoscimenti modifica

  • Sportivo tedesco dell'anno nel 1997 e 2003.

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g (DE) Vita, su janullrich.de, www.janullrich.de. URL consultato il 5 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2013).
  2. ^ a b c d O TUTTO O NIENTE - www.libreriadellosport.it URL consultato in data 5 maggio 2013.
  3. ^ a b c d e f Storia di Jan Ullrich, in museociclismo.it. URL consultato il 28 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).
  4. ^ ARRIVEDERCI VECCHIO TOUR PANTANI SALUTA DAL PODIO, in La Repubblica, 27 luglio 1997. URL consultato il 20 luglio 2013.
  5. ^ a b Gianni Mura, GRAZIE PANTANI E A PARIGI SI APRE L'ETA' DI ULLRICH, in La Repubblica, 28 luglio 1997. URL consultato il 20 luglio 2013.
  6. ^ a b Eugenio Capodacqua, Via al Tour con il Pirata: "Ma non prometto miracoli", in www.repubblica.it, 11 luglio 1998. URL consultato il 2 agosto 2011.
  7. ^ Candido Cannavò, Attacca da lontano e sgretola tutti È in giallo: ora ha il Tour in mano Scrive così una pagina epica di sport, in La Gazzetta dello Sport, 28 luglio 1998. URL consultato il 21 gennaio 2011.
  8. ^ Redazione Spaziociclismo, Speciale Pantani, Correva l'anno...1998, in spaziociclismo.it, 13 gennaio 2010. URL consultato il 28 dicembre 2010.
  9. ^ a b Gabriele Pappolla, Germania, Ullrich conserva la medaglia di Sidney, in spaziociclismo.it, 8 febbraio 2010. URL consultato il 28 dicembre 2010.
  10. ^ Luca Pellegrini, 10 anni di Tour: 2001 - Armstrong padrone, in spaziociclismo.it, 24 giugno 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  11. ^ Luca Pellegrini, 10 anni di Tour: 2003 - Quinto successo, ma che fatica, in spaziociclismo.it, 26 giugno 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  12. ^ Ullrich: la mia sfida a Lance Armstrong, in tuttobiciweb.it, 28 giugno 2004. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  13. ^ Svizzera, apertura col botto, in spaziociclismo.it, 12 giugno 2004. URL consultato il 29 dicembre 2010.
  14. ^ Svizzera, Jeker spodesta Ullrich, in tuttobiciweb.it, 2004. URL consultato il 29 dicembre 2010.
  15. ^ Svizzera: Bettini, fuga per la vittoria, in tuttobiciweb.it, 19 giugno 2004. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  16. ^ Ullrich re di Svizzera per un secondo, in tuttobiciweb.it, 20 giugno 2004. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  17. ^ Armstrong in tribunale perde per la seconda volta, in tuttobiciweb.it, 2 luglio 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  18. ^ Luca Pellegrini, 10 anni di Tour: 2004 - Sempre Amrstrong, ma c'è Basso, in spaziociclismo.it, 27 giugno 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  19. ^ Ullrich-T Mobile: rapporti tesi, in tuttobiciweb.it, 27 luglio 2004. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  20. ^ Mondiali, Ullrich rinuncia alla crono, in tuttobiciweb.it, 27 settembre 2004. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  21. ^ Ullrich non correrà nemmeno domenica, in tuttobiciweb.it, 29 settembre 2004. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  22. ^ Svizzera, Ullrich si impone nella cronometro, in tuttobiciweb.it, 12 giugno 3005. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  23. ^ Ullrich cade in allenamento ma ci sarà. E come lui Pereiro, in tuttobiciweb.it, 1º luglio 2005. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  24. ^ Ullrich: nessuna frattura dopo la caduta di ieri, in tuttobiciweb.it, 11 luglio 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  25. ^ Tour: tappa a Vinokourov, trionfo per Armstrong, in tuttobiciweb.it, 24 luglio 2005. URL consultato il 30 dicembre 2005.
  26. ^ Luca Pellegrini, 10 anni di Tour: 2005 - La settima meraviglia di Armstrong, in spaziociclismo.it, 28 giugno 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  27. ^ Riis: Ullrich è dieci chili sovrappeso. Jan: risponderò a luglio, in tuttobiciweb.it, 25 aprile 2006. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  28. ^ Luca Pellegrini, 10 anni di Giro: 2006 - Basso il cannibale, in spaziociclismo.it, 4 maggio 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  29. ^ Luca Pellegrini, 10 anni di Tour: 2006 - Il Tour più lungo della storia, in spaziociclismo.it, 29 giugno 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  30. ^ Ecco la lista di 47 dei corridori coinvolti, in tuttobiciweb.it, luglio 2006. URL consultato il 30 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).
  31. ^ La T Mobile sospende Ullrich, Sevilla e Pevenage, in tuttobiciweb.it, 2 luglio 2006. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  32. ^ In casa T-Mobile pronti a licenziare anche Ludwig e Kummer, in tuttobiciweb.it, 24 luglio 2006. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  33. ^ a b Luca Capuano, Germania, sindrome da stress per Ullrich, in spaziociclismo.it, 13 agosto 2010. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  34. ^ Jan Ullrich annuncia: mi ritiro, in tuttobiciweb.it, 26 febbraio 2007. URL consultato il 30 dicembre 2007.
  35. ^ Ullrich-Fuentes, un rapporto che durava dal 2003, in tuttobiciweb.it, 8 settembre 2006. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  36. ^ Perquisizione in casa di Ullrich: Jan interrompe la luna di miele, in tuttobiciweb.it, dicembre 2006. URL consultato il 30 dicembre 2010.
  37. ^ Ullrich, a rischio le medaglie olimpiche, in tuttobiciweb.it, 2 giugno 2007. URL consultato il 30 dicembre 2010.
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