Jean-Paul Poletti

cantautore francese

Jean-Paul Poletti (in corso Ghjuvan Paulu Poletti; Ajaccio, 28 maggio 1949) è un musicista francese; cantautore e interprete, ricercatore, direttore di coro, ha praticato la polifonia tradizionale corsa, la polifonia francescana, il repertorio sacro.

Jean-Paul Poletti
NazionalitàBandiera della Francia Francia
GenereMusica polifonica
Folk
Periodo di attività musicale1970 – in attività

Biografia modifica

Formazione modifica

Jean-Paul Poletti è segnato fin dall'infanzia dai cantanti Bastiais, soprattutto Felix Avazzeri, i tenori César Vezzani e José Luccioni e dal musicista Vincenzo Orsini, "il mio primo maestro, all'origine della mia carriera."[1] È stato formato dal 1987 al 1990 alla grande scuola: le classi di contrappunto, d'armonia e di direzione di coro delle Scholae Cantorum di Firenze e Siena.[2]

Riappropiazione modifica

Jean-Paul Poletti è uno dei principali attori in questo movimento di «riappropriazione» della cultura corsa militante, che ha segnato gli anni 1970 e 1980; ha fondato nel 1973 con Petru Guelfucci e Minicale[3] il gruppo Canta u Populu Corsu, che fa riscoprire il canto e la polifonia corsa. Canta u Populu Corsu «è in gran parte all'origine della canzone corsa e del suo attuale successo. Direttamente o indirettamente, la maggior parte dei cantanti e gruppi insulari che si esibiscono ne sono oggi la conseguenza».[4] Con il gruppo Les Nouvelles Polyphonies corse Jean-Paul Poletti ha assicurato l'apertura musicale dei giochi olimpici di Albertville 1992 e nel 1994 ha ricevuto una Victoires de la Musique.

Cantata Corsica e Messa Sulenna modifica

Nel 1994 è diventato membro onorario del Royal College di Londra, per la sua Cantata Corsica. Nel marzo 2002 l'Opera di Lione realizza la sua Messa Sulenna[5] (composta nel 1998) combinando, per l'esecuzione, il suo Chœur de Sartène, l'Orchestra dell'Opera di Lione, il Coro dell'Opéra di Lione, sotto la direzione del maestro del coro britannico John Alldis.

Patrimonio immateriale dell'Unesco modifica

Con il cantante Petru Guelfucci, Jean-Paul Poletti è all'origine della candidatura della paghjella, una delle forme polifoniche corse, patrimonio immateriale dell'UNESCO. Supportata da un voto unanime dell'Autorità Territoriale della Corsica, la domanda viene accettata dal Comitato di salvaguardia del Patrimonio Immateriale dell'UNESCO, riunito il 1º ottobre 2009 ad Abu Dhabi.[6]

Le Chœur de Sartène - U Cori di Sartè modifica

Jean-Paul Poletti ha composto 158 canzoni e 9 opere classiche[7] durante la sua carriera.. "O come, a partire dalla radice comune di un attivismo culturale fondato su una causa politica, i canali potrebbero biforcarsi verso la ricerca sul patrimonio, la rinascita estetica e la professionalità."[3] Jean-Paul Poletti dirige il centro d'arte polifonica di Sartene, inaugurato nel 2011. Dirige anche il Coro di Sartène[8] (in corso: U Cori di Sartè), da lui creato nel 1995: "L'artista non ha perso nessuna delle sue convinzioni, ma ora il suo attivismo si esprime nella bellezza. Da oggi il suo sogno di inserire la polifonia mediterranea nella storia della musica classica è divenuto realtà".[5]

Note modifica

  1. ^ Dominique Geronimi, Les univers de Jean-Paul Poletti, in magazine Kalliste - la Corse plein sud, Eté 2016 - n° 33, pp. 124-131.
  2. ^ Jean-Pierre Allaux, rédacteur en chef, hebdomadaire La Vie: "Et chante l'âme du peuple corse" - n° 2730, 25/12/1997
  3. ^ a b Stéphane Davet, Le pari musical et pacifiste des grandes voix corses, in Le Monde, 19 giugno 1999.
  4. ^ Le Routard: Corse, Hachette tourisme, 2016, p. 382-383, ISBN 978-2-01-912435-9.
  5. ^ a b Pierre Léoni, Le Figaro: "Poletti, mémoire de l’île" - 13/03/2002
  6. ^ Ghjilormu Padovani, La paghjella fait son entrée au patrimoine immatériel de l'Unesco, in Corse-Matin, 2 ottobre 2009.
  7. ^ Jean-Marc Raffaelli, Corse-Matin: "L'anthologie de Jean-Paul Poletti, miroir de 40 ans de carrière" - 21/10/2009
  8. ^ Anne-Marie Grué, hebdomadaire Le Figaro Magazine: "Corse du Sud: sur la terre des seigneurs" - 10/08/2002

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN85873437 · ISNI (EN0000 0000 8005 6370 · LCCN (ENnr2002018378 · BNF (FRcb139913211 (data) · J9U (ENHE987007332522805171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr2002018378