Jimmy Lai

imprenditore cinese

Jimmy Lai, pseudonimo di Lai Chee-Ying[3] (Canton, 8 dicembre 1947[1][2]), è un imprenditore, editore e attivista hongkonghese.

Lai nel 2019, alla Fondazione per la Difesa delle Democrazie (FDD)

Ha fondato la catena d'abbigliamento Giordano e Next Digita, società dell'informazione quotata in Borsa, e il quotidiano Apple Daily, il più diffuso nella zona e costretto a chiudere nel 2021 dopo il suo arresto, la condanna e il sequestro dei beni). È uno dei più noti sostenitori del movimento pro-democrazia di Hong Kong.

Biografia modifica

Infanzia e fuga a Hong Kong modifica

Jimmy Lai è nato nel 1947 in una famiglia povera di Canton, in Cina. Ha iniziato a lavorare all'età di nove anni, trasportando bagagli nella stazione ferroviaria di Guadong.

Nel 1960, all'età di 13 anni, è salito su una barca diretta ad Hong Kong, nascosto nello scafo. Lì ha iniziato a lavorare in una fabbrica di guanti di lana, facendo man mano carriera fino a diventare direttore di fabbrica all'età di 20 anni.[4]

Fondazione di Giordano modifica

Volendo aumentare i propri ricavi, decise di investire i propri guadagni in borsa, trovando il successo. A questo punto aveva abbastanza denaro per acquistare una fabbrica di abbigliamento in fallimento, la Comitex, che rimise in sesto, iniziando a produrre maglioni. I clienti includevano JC Penney, Montgomery Ward e altri rivenditori statunitensi.[5]

Premiando i venditori con incentivi finanziari a Hong Kong, ha costituito la catena Giordano.

Editoria modifica

In seguito alle proteste di Piazza Tiananmen del 1989, Lai divenne un sostenitore della democrazia e iniziò a criticare Pechino. Distribuì delle magliette di Giordano con i ritratti di leader studenteschi e iniziò a pubblicare Next Magazine, un giornale noto per i suoi reportage incisivi. Nel 1993 pubblicò un articolo in cui definiva il premier cinese Li Peng "il figlio di un uovo di tartaruga". Come ritorsione, il governo cinese chiuse tutti i rivenditori Giordano nella Cina continentale.[4]

Nel 1995, con l'avvicinarsi del passaggio di consegne di Hong Kong dal Regno Unito alla Cina, Lai ha fondato l'Apple Daily. La stampa del giornale salì a 400 000 copie nel 1997,[6] rendendolo il secondo più diffuso sul territorio.

Pubblicazioni a Taiwan modifica

Jimmy Lai ha lanciato l'edizione di Taiwan di Next Magazine nel 2001 e di Apple Daily nel 2003, affrontando rivali fortemente radicati. Questi hanno fatto notevoli sforzi per contrastarlo, spingendo gli inserzionisti a boicottarlo e i distributori a non effettuare la consegna a domicilio. I suoi uffici di Taiwan sono stati vandalizzati in numerose occasioni,[7] ma da quando le pubblicazioni hanno raggiunto il maggior numero di lettori nella loro categoria[8] i boicottaggi sono terminati.

Altre società modifica

Durante il boom delle dot-com alla fine degli anni '90, Lai ha avviato un'attività di rivenditore di generi alimentari basato su Internet che offriva servizi di consegna a domicilio, adMart. L'azienda ha ampliato il suo campo di azione per includere anche elettronica e forniture per ufficio, ma è stata chiusa dopo aver perso tra 100 e 150 milioni di dollari. Lai attribuì questo fallimento aziendale ad un'eccessiva fiducia e a una mancanza di una pratica strategia aziendale.

Nel 2011, Next Media ha venduto la partecipazione del 70% della controllata di Next Media Colored World Holdings (CWH, incorporata nelle Isole Vergini Britanniche) a Sum Tat Ventures (STV, incorporata nelle Isole Vergini britanniche), una società privata posseduta al 100% da Jimmy Lai. Si stima che il CWH abbia un valore patrimoniale netto di 6,1 milioni di dollari. STV ha pagato 100 milioni di dollari in contanti per una partecipazione del 70% di CWH. Nel 2013, STV ha pagato altri 20 milioni di dollari per la restante partecipazione del 30% di CWH. CWH stessa ha venduto le sue attività nel 2011 e ha cessato l'attività sempre nello stesso anno. In totale, STV ha pagato 120 milioni di dollari in contanti per CWH. Sul modulo di divulgazione Form 3B di Lai, STV è elencato con lo stesso indirizzo di corrispondenza di Next Media a Hong Kong.

Verso la fine del 2013, Lai ha speso circa 73 milioni di dollari (o 2,3 miliardi di NT$) per acquistare una quota del 2% (~ 17 milioni di azioni) nel produttore di elettronica taiwanese HTC.

Attività politica ad Hong Kong modifica

 
Lai e Martin Lee ad una manifestazione il 1º luglio del 2013

Jimmy Lai è uno dei principali finanziatori dei movimenti pro-democrazia, avendo donato milioni di dollari di Hong Kong per la causa. Intervistato dal New York Times, affermò: "Io sono nato in Cina, ho passato la mia infanzia in Cina. So cosa vuol dire vivere sotto il regime autoritario cinese". Nell'agosto del 2014 la sua casa venne perquisita dalla polizia e le sue donazioni finirono sotto esame.[4] Era il periodo delle Proteste a Hong Kong del 2014, o Rivoluzione degli ombrelli.

Nel 2015 degli assalitori col volto coperto gettarono delle bombe Molotov contro la sua abitazione, come intimidazione.[9]

Già in precedenza aveva ricevuto attacchi e minacce: era già stato speronato da un'auto e nel vialetto antistante casa erano stati lasciati un machete, un'ascia e dei messaggi minatori. Il portavoce di Next Media Mark Simon affermò che "si tratta dell'ennesimo tentativo di intimidire la stampa a Hong Kong. Questa è pura e semplice intimidazione". Sebbene l'attacco sia stato denunciato dal Segretario alla Giustizia di Hong Kong, gli attivisti per la democrazia ritengono che la polizia di Hong Kong e il governo (che è controllato da Pechino a partire dalla Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1997) non sempre perseguono i crimini contro Apple Daily o il movimento per la democrazia e che raramente trovano i colpevoli.

 
I dimostranti contro il disegno di legge anti-estradizione il 9 giugno 2019

Il 28 febbraio 2020, Lai è stato arrestato per assemblea illegale durante le Proteste a Hong Kong del 2019-2020, nonché per aver intimidito verbalmente un giornalista durante una manifestazione del 2017. Alcune ore dopo, è stato rilasciato su cauzione. L'udienza era stata fissata per il 5 maggio 2020.[10][11] Il 18 aprile, Lai è stato nuovamente arrestato insieme ad altri 14 attivisti di alto profilo di Hong Kong, con l'accusa di organizzare, pubblicizzare o prendere parte a diverse assemblee non autorizzate tra agosto e ottobre 2019.[12][13] Rilasciato, ora dovrà comparire in tribunale il 19 agosto, rischiando fino a 5 anni di reclusione. Il magnate dell'editoria ha affermato che combatterà fino all'ultimo contro la Legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, ovvero il nuovo pericolo per i movimenti pro-democrazia di Hong Kong. "Quello che ho, me l'ha dato questo posto [Hong Kong], continuerò a combattere fino all'ultimo giorno. Sarà un onore se mi sacrificherò", ha detto in un'intervista alla stampa internazionale.[14]

Il 30 giugno 2020, la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong è promulgata dal parlamento cinese. Prima che la legge fosse promulgata, Lai la definì "una campana a morto per Hong Kong" sostenendo che avrebbe distrutto lo stato di diritto del territorio.

Arrestato e condannato modifica

Il 10 agosto 2020 viene arrestato dalla polizia, con l'accusa di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale. Le accuse, secondo quanto riporta il South China Morning Post, sarebbero di collusione con forze straniere e di frode. Sono stati arrestati anche due suoi figli e due dirigenti di Next Digital, la cui sede è perquisita da un centinaio di agenti, filmati dagli stessi giornalisti in diretta Facebook.[15] A tal proposito, Chris Yeung Kin-hing, presidente della Hong Kong Journalists Association, si è detto "scioccato e inorridito", affermando che "ciò è quel che si vede in alcuni paesi del Terzo Mondo, dove la libertà di stampa viene soppressa".[16] Il Partito democratico di Hong Kong ha affermato che "il governo vuole provocare un effetto deterrente all'interno dell'editoria" e che "la libertà di stampa e la libertà di parola garantite dalla Hong Kong Basic Law si trovano in uno stato precario".[17] HSBC ha congelato il suo conto bancario.

 
Incontro, insieme a Martin Lee e Janet Pang, con la speaker della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, nel periodo più acceso delle proteste pro-democrazia nell'ottobre 2019
 
Lai con il Vice presidente degli Stati Uniti Mike Pence per discutere nel luglio 2019 delle proteste pro-democrazia di Hong Kong

Per solidarietà i cittadini di Hong Kong hanno acquistato in massa le copie dell'Apple Daily(in prima pagina "Apple Daily" ha mostrato un'immagine di Lai in manette con il titolo: "Apple Daily deve combattere"), portandone la tiratura dalle 70 000 copie solite a 550.000, e comprato azioni della Next Digital che a fine giornata segnava un +331%.[18]

L'Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao, un'agenzia della Cina continentale, ha accolto con favore l'arresto e ha chiesto che Lai sia severamente punito. L'Hong Kong Journalists Association ha descritto il raid come "orrendo" e senza precedenti a Hong Kong. Il Partito Democratico ha accusato il governo di aver cercato di creare un effetto agghiacciante nell'industria dei media di Hong Kong. L'ex governatore Chris Patten ha definitogli eventi come "l'assalto più oltraggioso di sempre" alla stampa di Hong Kong. Il capo del dipartimento di giornalismo dell'Università di Hong Kong ha definito il raid un "attacco scandaloso e vergognoso alla libertà di stampa". Altre figure pro-democrazia sono state arrestate per crimini di sicurezza nazionale lo stesso giorno, tra cui Agnes Chow, Wilson Li, Andy Li e almeno altre quattro persone.

L'11 agosto alcune delle persone arrestate sono state liberate su cauzione e a notte inoltrata è stato rilasciato anche Jimmy Lai.[19] Ma il 2 dicembre 2020 è stato nuovamente arrestato dalla polizia per presunta frode, in quanto lui e due dirigenti di Next Digital avrebbero violato i termini di affitto per lo spazio degli uffici Next Digital. La polizia ha fatto riferimento a un'ulteriore indagine su una possibile violazione della legge sulla sicurezza nazionale contro uno dei tre, riferendosi a Lai. Il caso è stato rinviato all'aprile 2021, con Lai in libertà su cauzione.

L'11 dicembre 2020, Lai è diventata la prima figura di alto profilo ad essere accusata ai sensi della nuova legge sulla sicurezza nazionale per avere, è stato detto, cospirato e colluso con forze straniere per mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Le prove principali di tali accuse, secondo i pubblici ministeri, consistevano in dichiarazioni che Lai aveva rilasciato su Twitter.

Il 23 dicembre 2020, Lai ha ottenuto la cauzione dall'Alta Corte alle seguenti condizioni: deposito di HK $ 10 milioni; HK $ 100.000 di deposito da parte di ciascuno dei suoi tre garanti; rimanere sempre a casa sua, tranne quando si fa rapporto alla polizia o si partecipa ad udienze (arresti domiciliari di fatto); consegnare tutti i documenti di viaggio; vietato partecipare o ospitare interviste o programmi mediatici; vietato pubblicare articoli su qualsiasi media, pubblicare messaggi o commenti sui social media, incluso Twitter; presentarsi alla polizia tre volte alla settimana.

Il 31 dicembre 2020, la Corte d'Appello finale gli ha ordinato di tornare in carcere dopo che il Dipartimento di Giustizia - sotto il procuratore Anthony Chau Tin-hang - ha presentato ricorso contro la sua liberazione su cauzione. Il 9 febbraio 2021, la Corte suprema di Hong Kong ha negato la cauzione; una nuova richiesta di cauzione presentata da Lai è stata respinta il 19 febbraio.

Il 16 febbraio, Lai è stato arrestato mentre era già in prigione per presunte violazioni della legge sulla sicurezza nazionale, inclusa l'accusa di aver aiutato l'attivista Andy Li nel suo sfortunato tentativo di fuggire a Taiwan con altre undici persone nell'agosto 2020.

Il 1º aprile 2021 è stato condannato insieme a Martin Lee ed altri per manifestazione non autorizzata per avere guidato il grande corteo di protesta (oltre un milione e settecentomila persone) nell'agosto 2019.[20] La pena è stata annunciata il 21 aprile 2021: 14 mesi. Pena invece sospesa per Martin Lee, 82 anni, e Margaret Ng, 73 anni.[21] Mentre veniva pronunciata la sentenza, amici e familiari hanno gridato "stand strong" e altre parole di supporto.[22]

Il 28 maggio 2021 è stato condannato ad altri 13 mesi di carcere per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata a favore della democrazia nell’ottobre del 2019.[23] Inoltre i beni di Lai sono stati tutti congelati dal governo di Hong Kong, comprese le azioni di Next Digital Limited e i conti immobiliari e bancari locali di tre società di sua proprietà. Il quotidiano Apple Daily, il più diffuso ad Hong Kong, è stato costretto a chiudere.

Collezione d'arte modifica

Lai è anche conosciuto come un collezionista d'arte, in particolare per una collezione di pezzi dell'artista Walasse Ting. Ting ha creato circa 4.000 pezzi nel corso della sua vita, e 1.000 di questi sono nella collezione di Lai. Erano amici dagli anni '80, e Lai era stato un sostenitore di Ting finanziariamente ed emotivamente. Molte opere di Ting si trovano nella sede di Next Digital a Hong Kong e a Taiwan.

Onorificenze modifica

Onorificenze statunitensi modifica

Note modifica

  1. ^ Born Lai Chee-ying in Guangzhou in 1947
  2. ^ Lai Chee-Ying, widely known as Jimmy Lai, is a activist born on December 8th, 1947 in Guangzhou, Republic of China
  3. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Lai" è il cognome.
  4. ^ a b c (EN) Chew Hui Min, Media magnate Jimmy Lai's rags to riches story, in The Straits Times, 13 gennaio 2015.
  5. ^ referenceforbusiness.com, http://www.referenceforbusiness.com/history2/91/Next-Media-Ltd.html.
  6. ^ Why doomsday for Hong Kong newspapers is coming early, in EJ Insight, 4 August 2015.
  7. ^ Attacks on the Press 2002: Taiwan, cpj.org, http://www.cpj.org/attacks02/asia02/taiwan.html.
  8. ^ Lai Chases Taipei Commuters, in Forbes, 19 October 2006. URL consultato il 19 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2007).
  9. ^ (EN) Clifford Lo r Tony Cheung, Firebombs hurled at home of Hong Kong media tycoon Jimmy Lai were ‘attack on press freedom’, in South China Morning Post, 12 gennaio 2015.
  10. ^ (EN) Karen Zhang e Alvin Lum, Hong Kong protests: Apple Daily owner Jimmy Lai charged over August 31 march and alleged intimidation of reporter at 2017 vigil, in South China Morning Post, 28 febbraio 2020.
  11. ^ Rachel Wong e Tom Grundy, Hong Kong police arrest pro-democracy newspaper tycoon Jimmy Lai and Labour Party vice-chair Lee Cheuk-yan, in Hong Kong Free Press, 28 febbraio 2020.
  12. ^ (EN) Elaine Yu e Austin Ramzy, Amid Pandemic, Hong Kong Arrests Major Pro-Democracy Figures, in The New York Times, 18 aprile 2020.
  13. ^ Rachel Wong, 15 Hong Kong pro-democracy figures arrested in latest police round up, in Hong Kong Free Press, 18 aprile 2020.
  14. ^ Hong Kong: disordini sociali, magnate editoria Jimmy Lai comparirà oggi in tribunale, in Agenzia Nova, 13 luglio 2020.
  15. ^ Filippo Santelli, Hong Kong, arrestato il magnate Jimmy Lai. Pechino: "Ha violato la nuova legge sulla sicurezza ", in Repubblica.it, 10 agosto 2020.
  16. ^ (EN) Clifford Lo, Christy Leung e Chris Lau, National security law: activist Agnes Chow arrested in swoop, after police detain Hong Kong media mogul Jimmy Lai on suspicion of foreign collusion and at least eight others, raid Apple Daily offices, in South China Morning Post, 10 agosto 2020.
    «Chris Yeung Kin-hing, [...] called the police raid “shocking and horrifying”.

    “I believe many who have been in the industry for decades have not seen this before,” he said.

    “This is what we have seen in some of the third-world countries where the press and freedom of the press are suppressed. But I could not imagine seeing this in Hong Kong.”»
  17. ^ (EN) Tom Grundy, Over 100 police officers raid office of Hong Kong pro-democracy newspaper Apple Daily, in Hong Kong Free Press, 10 agosto 2020.
  18. ^ Next Digital, diventa "finanziaria" la protesta a Hong Kong contro l'arresto di Jimmy Lay, in Il Messaggero, 11 agosto 2020.
  19. ^ Filippo Santelli, Hong Kong, rilasciati su cauzione il magnate Jimmy Lai e l'attivista Agnes Chow, in Repubblica.it, 11 agosto 2020.
  20. ^ Hong Kong: condannati Jimmy Lai e 8 veterani pro democrazia, su ansa.it, 1º aprile 2021. URL consultato il 2 aprile 2021.
  21. ^ (EN) Hong Kong: Jimmy Lai sentenced to 14 months for pro-democracy protests, in BBC News, 16 aprile 2021. URL consultato il 16 aprile 2021.
  22. ^ (EN) Austin Ramzy, Hong Kong Court Sentences Jimmy Lai and Other Pro-Democracy Leaders to Prison, in The New York Times, 16 aprile 2021. URL consultato il 16 aprile 2021-04.
  23. ^ L'editore di Hong Kong Jimmy Lai è stato condannato ad altri 14 mesi di carcere, su Il Post, 28 maggio 2021. URL consultato il 29 maggio 2021.
  24. ^ Constitution Center

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