Juan Martínez de Recalde

ammiraglio spagnolo

Juan Martínez de Recalde (Bilbao, 1540La Coruña, 23 ottobre 1588) è stato un ammiraglio spagnolo. Nominato dal re Filippo II Almirante general e Capitán General dell'Escuadra de Biscaglia, fu vicecomandante della Armada Española con cui partecipò alla tragica avventura conosciuta come Invincibile Armata (Grande y Felicísima Armada).

Juan Martínez de Recalde
Ritratto di Juan Martínez de Recalde
NascitaBilbao, 1540
MorteLa Coruña, 23 ottobre 1588
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Impero Spagnolo
Forza armata Real Armada Española
ArmaMarina
GradoAlmirante general
ComandantiAlonso Pérez de Guzmán y Sotomayor
GuerreGuerra anglo-spagnola
Comandante diEscuadra de Biscaglia
Decorazionivedi qui
dati tratti da El testamento político de Juan Martínez de Recalde.[1]
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Biografia modifica

Nato a Bilbao nel 1540,[1] figlio di Juan Martinez e Sancha de Larinaga,[2] entrò giovanissimo in marina, affiancando suo padre nei commerci. Tra il 1550 e il 1560 a Vizcaya supervisionò, come "Provveditore reale delle navi", la costruzioni dei vascelli destinati ad entrare nella flotta militare spagnola. Entrato nella marina spagnola, per i meriti acquisiti fu posto al comando della flotta di Laredo, composta da quarantacinque navi da guerra e mercantili che trasportò il nuovo governatore dei Paesi Bassi, Juan de la Cerda Duca di Medinaceli, che sostituiva il Duca d'Alba, a destinazione insieme a numerose truppe destinate a rinforzare la guarnigione locale.[1] Nei Paesi Bassi combatté nelle file dell'esercito spagnolo raggiungendo il grado di Capitán de infantería e caballería. Nel 1574 partecipò allo sfortunato tentativo di riconquista della cittadina di Middelburg,[3] e nel 1576 al cosiddetto "Sacco di Anversa".[4] Ritornato in marina divenne in poco tempo uno dei più fidati consiglieri dell'ammiraglio Álvaro de Bazán Marchese di Santa Cruz, Capitán General de las Galeras de España. Assegnato inizialmente alla Squadra di Vizcaya, che aveva il compito di scortare i convogli mercantili che arrivavano e partivano dalle isole Azzorre, scortò tre flotte di galeoni, ed ottenne grande fama per aver salvato carico d'oro di un galeone naufragato sull'isola di Madeira, trasbordando il suo carico anche con l'impiego di sommozzatori. Nel 1580[1] Filippo II lo inviò, con una squadra di otto navi e quattro pataches, in missione di ricognizione a Smerwick, sulle coste di sud ovest dell'Irlanda.[5]

Sotto il comando di de Bazán avrebbe dovuto partecipare alla battaglia dell'isola di Terceira,[6] (Arcipelago delle Azzorre), avvenuta il 26 luglio 1582,[1] ma a causa dei venti contrari le venti navi al suo comando non riuscirono a riunirsi alla flotta, rimanendo bloccate a Lisbona.[7] L'anno successivo prese parte alle operazioni di conquista dell'isola di Terceira e poi del resto dell'arcipelago delle Azzorre. L'8 gennaio 1585 sposò la signorina Isabel de Idiáquez[8] e in quello stesso anno fu inviato nuovamente in una missione segreta nel Canale della Manica, con il compito di effettuare una ricognizione per individuare il porto inglese[9] più adatto ad essere conquistato al fine di sbarcare le truppe d'invasione.

La spedizione dell'Invincibile armada modifica

Dato il continuo disturbo che le navi corsare inglesi arrecavano al commercio ed alle città costiere spagnole, a partire dal 1583 il Marchese di Santa Cruz,[10] sottopose al re Filippo II[11] l'idea di allestire una potente armata navale per invadere l'Inghilterra, che fu approvata.[10] Insieme a Miguel de Oquendo y Segura egli divenne vicecomandante della spedizione, e preparata al meglio la Squadra di Biscaglia[12] nel corso del 1587, verso la fine dell'anno si trasferì a Lisbona per completare l'imbarco dei soldati quando la flotta fu colpita da un'epidemia di tifo esantematico. All'epoca la flotta era in pieno allestimento, e a causa dell'epidemia il Marchese di Santa Cruz morì improvvisamente il 9 febbraio 1588.[13] In sostituzione di de Bazán, Filippo II nominò il Duca di Medina Sidonia[14] Capitán general del mar Océano (comandante dell'Armada)[15] e Capitán General de la costa de Andalucia.[16] A causa delle nomina del Duca di Medina Sidonia fu promosso al rango di ammiraglio, e assunse il comando della Flotta d'invasione che costituiva il fulcro dell'Invincibile Armada.[12] Lui e l'ammiraglio de Oquendo y Segura ebbero il compito di coadiuvare il Duca di Medina Sidonia nell'impresa,[17] in quanto quest'ultimo non era assolutamente pratico dell'arte della navigazione maritima. Anche se fu nominato vicecomandante, in caso il Duca di Medina Sidonia fosse morto o divenuto inabile, il comando della flotta sarebbe stato assunto da don Alonso Martínez de Leyva, in quanto di nobili origini.[18] Il 30 maggio 1588[19] egli alzava la sua insegna sul galeone da 30 cannoni Santa Ana,[20][21] quando la flotta, composta da 138 navi[22] a bordo sulle quali si trovavano 30.000 uomini, di cui solo 8.000 dei quali erano marinai provetti, salpò da Lisbona.[23] La Squadra di Biscaglia andò incontro a numerose sventure, prese parte ai combattimenti contro la flotta inglese del mese di luglio, e poco prima dell'inizio delle operazioni trasferì la sua insegna sul galeone[24] da 50 cannoni San Juan de Portugal.[25] La squadra di Biscaglia costituì la retroguardia della flotta, e durante lo scontro di Gravelinga combatte contro alcune delle più potenti navi inglesi, rimanendo poi ad incrociare al largo delle coste inglesi fino a quando la flotta spagnola non si disperse.

Si diresse allora verso la costa dell'Irlanda, e rientrò quindi a La Coruña dove arrivò molto malato, spegnendosi il 23 ottobre del 1588[26] a causa delle febbri contratte in mare.

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e Parker 1998, p. 11.
  2. ^ La sua era una famiglia di tradizioni marinare, e dirigeva un commercio marittima tra la Spagna e i Paesi Bassi.
  3. ^ Nel 1575, al comando di una squadra navale partecipò alle operazioni di riconquista di Zierikzee.
  4. ^ Conosciuto anche come Furia española.
  5. ^ L'incarico consisteva anche nello sbarcare truppe al fine di alimentare lo scontento dei cattolici irlandesi, e fomentare la ribellione alla corona inglese.
  6. ^ Nel 1581 Filippo II si era proclamato re del Portogallo, ma il governatore della Azzorre, Cipriano de Figueredo non aveva riconosciuto la sua sovranità, da qui la necessità di una spedizione militare che riaffermasse la sovranità di Filippo II sull'arcipelago.
  7. ^ Foro Marítimo Vasco, Juan Martínez de Recalde (PDF), su foromaritimovasco.com. URL consultato il 5 dicembre 2011.
  8. ^ Figlia di Lope de Idiáquez e Petronilla de Idiáquez, era imperentata con due importanti membri della corte spagnola, Juan de Idiáquez, segretario e consigliere di Filippo II, e Martín de Idiáquez, segretario di stato aggiunto per gli affari esteri.
  9. ^ Juan Martínez de Recalde scelse quello di Plymouth, ritenendolo il più adatto allo scopo.
  10. ^ a b Duro 1896, p. 7.
  11. ^ Duro 1896, p. 6.
  12. ^ a b Martin, Parker 1999, p. 10.
  13. ^ Duro 1896, p. 17.
  14. ^ Tre giorni prima della morte di de Bazan Filippo II aveva già preparato il decreto di nomina per il Duca di Medina Sidonia. La motivazione della scelta rimane sconosciuta, ma si può ipotizzare che potesse essere dipesa dall'altissimo rango sociale ricoperto del duca, dalla sua competenza amministrativa, dalla modestia e dal suo tatto e, non ultimo, dalla reputazione che fosse un buon cristiano. Inoltre Filippo II era sicuro che Medina Sidonia avrebbe eseguito i suoi ordini alla lettera, cosa non del tutto sicura se al comando vi fosse stato de Bazan o uno dei suoi sottoposti, Juan Martínez de Recalde o Miguel de Oquendo y Segura, tutti esperti marinai.
  15. ^ Colección de documentos inéditos para la historia de España, vol XXVIII, pag. 378.
  16. ^ Duro 1896, p. 459.
  17. ^ Estrada 1681, p. 501.
  18. ^ Martin, Parker 1999, p. 11.
  19. ^ Duro 1896, p. 22.
  20. ^ Martin, Parker 1999, p. 262.
  21. ^ Nave ammiraglia della squadra di Biscaglia.
  22. ^ Leliard 1751, p. 526.
  23. ^ Duro 1896, p. 21.
  24. ^ Tale unità apparteneva alla Squadra del Portogallo, direttamente al comando del Duca di Medina Sidonia.
  25. ^ Martin, Parker 1999, p. 261.
  26. ^ Il giorno 9 dello stesso mese aveva inoltrato a don Martín de Idiáquez, segretario di stato aggiunto per gli affari esteri, un duro rapporto sull'andamento delle operazioni navali durante la campagna del 1588, che divenne noto come El testamento político de Juan Martínez de Recalde. Filippo II lo esaminò brevemente e poi lo fece archiviare, e il documento fu riscoperto solo nel 1998.

Bibliografia modifica

  • (ES) Cesáreo Fernández Duro, Armada Española desde la unión de los reinos de Castilla y de Aragon. Tomo 2, Madrid, Est. Tipográfico Sucesores de Rivadeneyra, 1896.
  • (ES) Cesáreo Fernández Duro, Armada Española desde la unión de los reinos de Castilla y de Aragon. Tomo 3, Madrid, Est. Tipográfico Sucesores de Rivadeneyra, 1972.
  • (ES) Famiano Estrada, Segunda decada de las Guerras de Flandes: desde el principio del govierno de S.E. Alexandro Farnese, En Colonia, 1681.
  • (EN) David Howarth, The Voyage of the Armada: The Spanish Story, New York, Viking Press, 1981.
  • (FR) Thomas Leliard, Histoire navale d'Angleterre, depuis la conquête des Normands en 1066, e juscq'à la fin de l'anne 1734. Vol.1, Lyon, Freres Duplain, 1751.
  • (EN) Colin Martin, Geoffrey Parker, The Spanish Armada, Manchester, Manchester University Press, 1999.
  • (EN) Garrett Mattingly, The Armada, Boston, Houghton Mifflin Harcourt, 1959.
  • (EN) Geoffrey Parker, The Grand Strategy of Philip II, New Haven, Yale University Press, 1998.
  • (EN) Peter Pierson, Commander of the Armada - the Seventh Duke of Medina Sidonia, New Haven, Yale University Press, 1989.
  • (ES) Geoffrey Parker, El testamento político de Juan Martínez de Recalde, in Revista de Historia y Cultura Naval Armada España, n. 60, Madrid, Istituto de Historia Naval, 1998, p. 7-43.

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