Jury Chechi

personaggio televisivo ed ex ginnasta italiano

Jury Chechi (Prato, 11 ottobre 1969) è un ex ginnasta e personaggio televisivo italiano.

Jury Chechi
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 163 cm
Peso 62 kg
Ginnastica artistica
Specialità Anelli
Squadra Vigili del Fuoco S.C.A. "Brunetti"[1]
Termine carriera 2004
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 1 0 1
Mondiali 5 0 2
Europei 4 0 2
Universiadi 3 1 0
Giochi del Mediterraneo 13 3 0

Per maggiori dettagli vedi qui

Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Dominatore della specialità degli anelli per tutti gli anni novanta, tra le sue imprese più importanti si ricorda la medaglia d'oro negli anelli, vinta alle Olimpiadi di Atlanta 1996, settantadue anni dopo la vittoria di Francesco Martino a Parigi 1924.

Biografia modifica

Carriera sportiva modifica

 
Jury Chechi durante la sua esibizione alle Olimpiadi di Atlanta 1996

I genitori lo chiamarono Jury in onore del cosmonauta russo Gagarin. Da bambino, piccolo di statura e magro, non è certo dotato di un fisico che fa presumere una carriera sportiva. La sorella però frequenta una palestra di ginnastica artistica, la Società Etruria di Prato,[2] e Jury finisce per appassionarsi a questo sport, cosicché nel 1976 i genitori decidono di iscrivere anche lui.

Nel 1977 Jury centra il primo di una serie di innumerevoli successi, piazzandosi al primo posto del Campionato Regionale Toscano. Nel 1984 entra nel giro della nazionale juniores di ginnastica e si trasferisce a Varese per potere studiare e contemporaneamente allenarsi nella palestra della celebre Società Ginnastica Varesina, specializzandosi nella disciplina degli anelli. Nel 1989 assolve il servizio di leva nei Vigili del Fuoco e viene inquadrato nel gruppo sportivo della Scuola Centrale Antincendio "Giancarlo Brunetti". Da quell'anno e fino al 1995, sotto la guida del suo allenatore Bruno Franceschetti, vince 6 titoli italiani consecutivi, i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi, 4 titoli europei e 5 titoli mondiali.

Dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Seoul del 1988, Chechi si afferma nel 1989 con un terzo posto agli anelli ai Mondiali e l'anno successivo conquista il titolo europeo della specialità. È terzo anche ai Mondiali del 1991, anno in cui agli XI Giochi del Mediterraneo vince sei medaglie d'oro: negli anelli, corpo libero, cavallo con maniglie, parallele simmetriche, concorso generale individuale e concorso generale a squadre[3].

Nel 1992 è il grande favorito per la gara degli anelli alle Olimpiadi di Barcellona, ma circa un mese prima delle gare si rompe il tendine d'Achille della gamba destra durante un allenamento ed è costretto a rinunciare alle gare. Chechi non si perde d'animo e va a Barcellona a commentare le gare di ginnastica per la televisione.

Tornato alle competizioni l'anno successivo, si aggiudica per cinque volte di seguito il titolo mondiale (1993-97), diventando il primo ginnasta della storia a vincere cinque ori iridati consecutivi in una specialità. Queste vittorie, le prime per un atleta italiano dai tempi di Franco Menichelli, gli fanno acquisire il soprannome di "Signore degli Anelli" che richiama il titolo del famoso romanzo di Tolkien, di cui Chechi ha dichiarato essere appassionato. Tale soprannome è stato attribuito anche ad altri atleti abili nella disciplina, come il bulgaro Jovcev e il greco Tampakos.

Trionfa ai Giochi olimpici di Atlanta del 1996, anno in cui conquista anche il suo quarto titolo europeo dopo i successi nel 1990, 1992 e nel 1994. Sempre negli anelli, ottiene anche due vittorie in Coppa Europa (1991 e 1995).

Notevoli sono anche i suoi risultati nel concorso generale, dove vanta un terzo posto agli Europei (1990) e una vittoria e un terzo posto in Coppa Europa (1991 e 1995); nella sbarra, con un oro e un bronzo in Coppa Europa (1991 e 1995), e nel corpo libero, dove è stato terzo agli Europei del 1992.

Dopo aver annunciato il ritiro nel 1997[4], torna a competere nel 1999 con l'obiettivo di Sydney 2000; la rottura del tendine del bicipite brachiale sinistro lo costringe però a saltare il torneo[5], facendo paventare anche un abbandono definitivo dell'agonismo.[6] Nel 2003, per via di una promessa fatta al padre guarito da una malattia, decide di tornare ad allenarsi.[7] All'età di 34 anni partecipa quindi ai Giochi di Atene, in cui è il portabandiera della spedizione azzurra nella cerimonia inaugurale.[8] Nella finale del 22 agosto 2004 conquista il bronzo[9], con l'oro assegnato al greco Dimosthenis Tampakos[10], il che suscita polemiche[11], con sospetti circa la vittoria di Tampakos in quanto ellenico.[12] Un successivo riesame della gara, effettuato tre mesi più tardi da una giuria neutrale, avrebbe attribuito la vittoria allo stesso Chechi, il quale però avrebbe assegnato l'oro al bulgaro Jovčev.[13]

Nel 2005 viene pubblicato un libro che ripercorre la sua carriera.[14]

Dopo il ritiro modifica

Poco dopo il ritiro riceve la laurea honoris causa in Scienze motorie dall'Università degli studi del Molise.[15] Il 10 febbraio 2006, nella veste dello "Sciamano del Fuoco", apre la cerimonia di apertura ai Giochi olimpici invernali di Torino colpendo con un martello d'oro una fiammeggiante incudine.

Ha anche svolto il ruolo di consigliere comunale a Prato[16], eletto nella lista dei Democratici di Sinistra. Alle elezioni comunali del 2009 dà però il proprio appoggio al candidato di centrodestra Roberto Cenni, che, una volta eletto, lo nomina assessore per lo sport e la sicurezza. Successivamente si dichiara elettore del Partito Democratico.

Nel maggio del 2015 una targa a lui dedicata viene inserita nella Walk of Fame dello sport italiano a Roma.[17]

Nel 2016 si candida alle elezioni per la presidenza della Federazione Ginnastica d'Italia.[18]

Televisione modifica

Appare spesso in televisione nelle vesti di ospite, come a La strana coppia o Buona la prima!, ma anche di conduttore. A partire dal 2008 co-presenta infatti, prima con Marco Mazzocchi e poi con Antonio Rossi, il programma Ninja Warrior in onda sul canale satellitare GXT. Nella stagione televisiva 2006/2007 partecipa alla sesta edizione di Amici di Maria De Filippi in veste di supervisore degli allievi di ginnastica artistica.[19]

Durante le Olimpiadi di Londra 2012 lavora per Sky Sport come commentatore. Sempre per Sky Sport conduce a partire dal novembre 2013 una trasmissione televisiva settimanale dal titolo Più forza nella vita.

Nel 2014 e nel 2015 è giudice di Si può fare!, talent show di Rai 1 condotto da Carlo Conti.

Nel 2019 partecipa al programma Eurogames in qualità di arbitro e giudice del gioco. Nell'estate del 2021 è opinionista fisso assieme a Sara Simeoni del programma di Rai 2 Il circolo degli anelli, in cui commenta le gare delle Olimpiadi di Tokyo 2020.[20]

Nel 2021 viene ingaggiato da Marvel Italy per la promozione del film Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, in un trailer con lui protagonista, pubblicato il 7 settembre.[21] A dicembre conduce i Gazzetta Sports Awards con Francesca Brienza su LA7.[22]

L'anno seguente è uno degli opinionisti fissi de Il circolo dei Mondiali in occasione del campionato del mondo 2022.

Palmarès modifica

Giochi olimpici modifica

Campionati mondiali modifica

Campionati europei modifica

Universiadi modifica

Giochi del Mediterraneo modifica

Programmi televisivi modifica

Onorificenze modifica

«Campione mondiale ginnastica artistica - anelli»
— Roma, 1995.[24]

Note modifica

  1. ^ I campioni - vigilfuoco.it
  2. ^ La nostra storia, su ginnasticaetruria.it, S.G. Etruria. URL consultato il 24 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2015).
  3. ^ Jury Chechi, su jurychechi.it, Jury Chechi Website. URL consultato il 24 marzo 2019 (archiviato il 13 maggio 2017).
  4. ^ L'angelo degli anelli se ne va, in la Repubblica, 22 maggio 1997, p. 45.
  5. ^ Chechi, grave infortunio Olimpiadi a rischio, su la Repubblica, 12 maggio 2000 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2004).
  6. ^ L'addio di Jury Chechi "Mi devo ritirare", su la Repubblica, 17 maggio 2000 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2002).
  7. ^ Mattia Chiusano, Chechi ricomincia a sognare, in la Repubblica, 13 gennaio 2004, p. 52.
  8. ^ Olimpiadi: Atene 2004, Chechi portabandiera per l'Italia, in Adnkronos, 14 maggio 2004.
  9. ^ Chechi, miracolo di sport "Questo bronzo è come un oro", su la Repubblica, 22 agosto 2004 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2004).
  10. ^ Mattia Chiusano, Rabbia contro la giuria, in la Repubblica, 23 agosto 2004, p. 40.
  11. ^ Carlo Annese, Chechi ferma il tempo degli anelli, in La Gazzetta dello Sport, 23 agosto 2004.
  12. ^ Andrea Galdi, Jury Chechi il giorno dopo il trionfo "Un anno di inferno, ed ora sul podio", su la Repubblica, 23 agosto 2004 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2004).
  13. ^ Chechi vinse l'oro, su Eurosport, 21 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2019).
  14. ^ Emanuela Audisio, "Non solo anelli, calli e fatica confesso che ho vissuto bene", su la Repubblica, 26 marzo 2005 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2005).
  15. ^ unimol.it, Juri Chechi Laurea ad Honorem in Scienze Motorie, su 193.205.105.120. URL consultato il 10 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2006).
  16. ^ Cabrini consigliere comunale, Vaccaroni al ballottaggio, su Corriere della Sera, 26 aprile 1995, p. 9 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2009).
  17. ^ 100 leggende Coni (PDF), su coni.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.
  18. ^ Ginnastica, Jury Chechi si rimette in gioco: correrà per la presidenza della Federazione, in la Repubblica, 17 novembre 2016.
  19. ^ Speciale sabato -Talento da vendere -, su mariadefilippi.mediaset.it, 14 ottobre 2006. URL consultato il 28 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2008).
  20. ^ Jury Chechi: «Vi svelerò i segreti delle Olimpiadi», su TV Sorrisi e Canzoni, 23 luglio 2021.
  21. ^   Marvel Italia, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli I Jury Chechi, su YouTube, 7 settembre 2021.
  22. ^ Gazzetta Awards, parata di stelle. Da Jacobs a Ganna, chi è il re del 2021?, su La Gazzetta dello Sport, 14 dicembre 2021. URL consultato il 27 ottobre 2022.
  23. ^ Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana Sig. Jury Chechi, su quirinale.it. URL consultato il 13 aprile 2011.
  24. ^ Benemerenze sportive di Jury Chechi, su coni.it, Comitato olimpico nazionale italiano. URL consultato il 17 marzo 2019.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN38026195 · ISNI (EN0000 0000 2113 1182 · SBN TO0V171460 · GND (DE130450685 · WorldCat Identities (ENviaf-38026195