L'ora di tutti

romanzo scritto da Maria Corti

L'ora di tutti è un romanzo della scrittrice italiana Maria Corti, pubblicato nel 1962, ispirato alle vicende della battaglia di Otranto, con la quale i Turchi espugnarono nel 1480 la città salentina, che all'epoca era uno dei porti più importanti della regione.

L'ora di tutti
AutoreMaria Corti
1ª ed. originale1962
Genereromanzo
Sottogenerestorico
Lingua originaleitaliano

Il romanzo segue, con gli occhi e le parole di cinque personaggi coinvolti nella storia, il dipanarsi delle varie fasi della battaglia, dall'assalto alla valorosa resistenza alla resa finale. Il romanzo è quindi suddiviso in cinque racconti reciprocamente intrecciati. Ogni racconto è narrato in prima persona dai vari protagonisti, e sono legati a varie vicende (la battaglia contro il nemico comune, la difesa della propria città e dei propri valori, ecc.).

Protagonisti modifica

Personaggi ai quali è dedicato un capitolo:

  • Il pescatore Colangelo, con moglie e figlio, che con i suoi compagni, era di guardia sulle mura difensive e sacrificò la propria vita nella difesa della città;
  • Il governatore di Otranto capitano Zurlo, anche lui morto nella battaglia;
  • la bellissima Idrusa, vedova di un pescatore otrantino, ragazza "selvaggia", come la definiscono i suoi concittadini, si uccide mentre cerca di salvare un bambino catturato da un soldato turco; questo personaggio rappresenta una delle figure femminili più famose e studiate della cultura e della tradizione letteraria salentina.
  • Nachira, morto decapitato insieme agli 800 Martiri di Otranto;
  • Aloise de Marco, che racconta della rinascita della città dopo la liberazione dai Turchi.

Personaggi minori:

  • don Felice Sancio Ayerbo d'Aragona, comandante delle truppe spagnole ad Otranto filosofo e sognatore;
  • Manuel Lopéz y Ròjo, Ufficiale spagnolo della guarnigione e amante di Idrusa;
  • Mastro Natale, capo dei pescatori e figura paterna e saggia a cui gli otrantini fanno riferimento. Sposato con Filomena

Errori e curiosità modifica

Nell'opera si riscontrano errori e incongruenze storiche:

  • Il pescatore Colangelo ripensando alla sua infanzia ricorda i tacchini nell'aia. Colangelo muore nella battaglia (1480) e i tacchini sarebbero stati importati in Europa solo dopo la scoperta dell'America avvenuta nel 1492.
  • Nel capitolo dedicato a Francesco Zurlo, descrive l'incontro tra il Castellano di Trani, lo spagnolo Giovanni Antonio de Foxa, e il capitano, mentre questi si recava a prendere possesso della piazza di Otranto. L'episodio però non può essere avvenuto in quanto nel 1480 il de Foxa era già caduto in disgrazia da quasi un ventennio.
  • Giovannello Zurlo, figlio di Francesco nel libro viene visto come un ragazzino un po' capriccioso. In realtà, nella difesa della città, era stato posto a capo di 300 fanti[1] tra cui c'erano le 50 celate comandate da Angelo Maiorano.
  • Altra incongruenza storica nel capitolo dedicato ad Idrusa; Pag. 232 edizione Bompiani: "...andai fra le piante di pomodoro, staccando con violenza le foglie secche; colsi un pomodoro maturo. ...". anche in questo caso il pomodoro è una conseguenza della scoperta dell'america e non poteva essere presente nella Otranto del 1480.
  • Del resto la lista degli anacronismi può essere ampliata, con specie vegetali originarie delle Americhe, e quindi non immaginabili in Italia nel 1480, come i peperoni, le zucchine, i fichi d'India, un albero di araucaria, tutte incongruamente inserite nel romanzo.
  • I pesi vengono valutati in chilogrammi (kg), ma tale unità di misura sarebbe stata introdotta soltanto alcuni secoli dopo.
  • Particolarmente stridente, considerando la professione di linguista e filologa dell'autrice, è l'inserimento di un tratto dialettale settentrionale, l'uso dell'articolo davanti a nome di persona, nei discorsi di personaggi meridionali ("l'Assunta"). (In realtà non si tratta di un tratto dialettale settentrionale, ma assolutamente salentino. Infatti, nel Salento, l'uso dell'articolo davanti ai nomi di persona è usato in tutti i dialetti, sia per i nomi femminili sia per i nomi maschili. L'impiego dell'articolo è poi trasferito, nel linguaggio quotidiano verbale, solo davanti ai nomi femminili.)
  • Ancora, destano forti perplessità un'allusione all'infallibilità del sommo pontefice (dichiarata dogma di fede solo nel XIX secolo), il riferimento alla tela come supporto materiale per la pittura dei ritratti (diffusa a partire dal XVI sec.), l'impiego di fuochi pirotecnici in una festività religiosa (uso che acquista una diffusione significativa dopo il XVII sec.).

Nel libro si fa solo un piccolo riferimento all'altro capitano Giovanni Antonio Delli Falconi, anche lui morto eroicamente nella battaglia contro i turchi.

Note modifica

  1. ^ Vincenzo Scarpello, Aspetti di storia militare nella guerra d'Otranto, 2010.

Bibliografia modifica